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Underworld Ascendant provato in anteprima

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Avatar di Matteo Bussani

a cura di Matteo Bussani

Pubblicato il 13/04/2018 alle 00:00
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In questi anni di nostalgia videoludica si vive un contrasto netto tra chi porta avanti l’innovazione sostenendo senza tregua la novità e chi in fondo con le nuove tecniche di sviluppo vuole tornare indietro per ridare luce a un già glorioso passato. Il mercato si è aperto a entrambe queste visioni, tanto che sappiamo bene come sta andando tra remastered, remake e nuovo videoludico. 
Oggi la nostra attenzione vuole andare a stringersi attorno al titolo di Otherside Entertainment, Underworld Ascendant, che nato da menti esperte e brillanti dell’industria vuole diventare l’ereditiero del patrimonio di quell’ Ultima Underworld: The Stygian Abyss, che andò a ridefinire molti elementi del concetto di esplorazione e libertà in un videogioco. 

Pur avendone già scritto in precedenza, cogliendo l’occasione di un evento digitale organizzato dagli stessi sviluppatori, tra cui annoveriamo Warren Spector e Paul Neurath, questa è la prima volta che ci è stato concesso di provare in un hands-on il gioco. 
Siamo ritornati quindi nello Stygian Abyss di Underworld Ascendant, per cercare di capire quanto le idee del 1992 di Ultima Underworld possano trovare un maggiore compimento sfruttando le competenze tecniche dell’ultimo decennio.

Giocare in Underworld Ascendant è disimparare

Prima di tutto è necessario contestualizzare il tipo di avventura. In Underworld Ascendant siamo chiamati a vestire i panni di un eroe alle prese con degli stalli da superare, con un gameplay da gioco di ruolo in prima persona. Non sarebbe corretto parlare solamente di puzzle, perchè la grande peculiarità del gioco è la libertà totale lasciata al giocatore sul come affrontare una sezione. Utilizzando i diversi oggetti presenti nel gioco, possiamo trasformare concettualmente il personaggio in un cavaliere, in un mago, in un arciere o in un ladro, senza però che ci sia una definizione perentoria di classe. E’ il nostro comportamento a definire chi siamo, o meglio siamo noi che nell’affrontare un puzzle, uno scontro, una sezione di gioco più in generale, applichiamo il nostro giudizio alle scelte del personaggio, che a sua volta diventa il nostro specchio sul gioco.
Nel tutorial, o antitutorial, visto che secondo il mentore in-game di nome Cabirus esso ci concederà il tempo per disimparare tutto il male che i videogiochi d’oggi ci hanno fatto (secondo una visione sicuramente bizzarra del panorama videoludico), abbiamo preso coscienza delle meccaniche principali di Underworld Ascendant. 

La fisica è centrale

Fisica e interazione ambientale sono i due motori di ogni meccanismo del gioco e le chiavi per affrontare ogni difficoltà. Gli oggetti hanno un peso in libbre, visibile non appena li si afferra, e reagiscono alle sollecitazioni esterne diversamente in base al materiale di cui sono fatti. Una porta in legno può essere aperta, sfondata a suon di pugni o bruciata, una grata in ferro dev’essere aperta con una leva o aggirata. La leva stessa può essere spostata dal suo equilibrio a mano, o lanciando un oggetto anch’esso con un determinato peso. Ovviamente un oggetto più pesante la sposterà in un sol colpo mentre uno più leggero richiede dei colpi aggiuntivi, e così via. 
Le fiamme possono essere spente dall’acqua ed essendo gli ambienti ricchi di torce, lampade a olio e candele, secondo la tradizione medievale dell’ambientazione dark fantasy, vi verrà facile capire come questo agisca particolarmente sulle meccaniche stealth. Spegnere la luce è un requisito fondamentale per passare senza essere notati attraverso le schiere nemiche, ma non è ovviamente l’unico. Brandire una spada e affondare stoccate sui nemici può essere un’altrettanto valida alternativa, tutto per non parlare della magia, che concede diversi poteri a seconda della bacchetta impugnata. Nella demo potevamo lanciare oggetti e fissarli nello spazio 3D ignorando la gravità, abilità che dava la possibilità di saltare burroni altrimenti insuperabili e salire interruzioni nelle scale davvero poco invitanti. 


Il gameplay è così molto variegato e le possibilità con cui affrontare il gioco aumentano esponenzialmente all’aumentare degli oggetti messi a disposizione dagli sviluppatori. Sono bastate solamente due run per rendersi conto che era semplicissimo ritrovarsi a risolvere enigmi in maniera completamente diversa scegliendo una strada piuttosto che l’altra. 

L’avventura, nonostante sia divisa in sezioni separate da una schermata di punteggi che ci indica anche quanto e quale strategia abbiamo preferito tra attacco, stealth e magia, è un tutt’uno che ovviamente vi richiederà un punto in cui salvare per ricominciare una partita persa. Questo è stato sviluppato tramite un albero che può essere trasportato nella forma di seme in determinate zone. Se dovessimo morire con il seme in mano ci toccherà iniziare dal principio. Infatti conviene sempre stare attenti a posizionare e riposizionare per evitare sia di dover ricominciare troppo indietro sia addirittura farlo daccapo.
Il dark fantasy di Underworld Ascendant si rifa a canoni artistici decisamente poco realistici ispirati in parte all’illustrazione. Il risultato alleggerisce di molto i toni scuri dell’ambientazione e infonde uno spirito più giovale a un titolo che giustamente vuole apparire come un’avventura piuttosto che come un survival horror. A proposito di toni scuri, le ombre nella resa degli ambienti volutamente rasentano il nero, fino talvolta a coprire tutta la scena. Per quanto molto creativa la realizzazione degli assets, sicuramente l’intenzione di rendere l’immersività attraverso le tinte delle ambientazioni ha un ottimo riscontro nella pratica.
Passando al livello tecnico, ammettiamo che lo stato di pre-alpha, ricco di bug, non ha pregiudicato la comprensione del gioco soprattutto nei meccanismi di libera scelta che ne stanno alla base.

– Fisica centrale

– Atmosfera dark fantasy old-school convincente

– Gameplay con grandi potenzialità

Underworld Ascendant è l’eredità di Ultima Underworld, a partire dal team di sviluppatori per arrivare al gameplay nella sua realizzazione. La libertà sul come risolvere ogni situazione è lasciata al giocatore compatibilmente con un sistema che fa della fisica il suo cardine centrale. Il personaggio diventa lo specchio nel giocatore nel mondo di gioco, ripercorrendo le atmosfere dark fantasy di uno Stygian Abyss che i non più giovanissimi ricorderanno con gioia.

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