Gli achievement spiegano il flop di Xbox in Giappone

Hideki Kamiya e Atsushi Inaba di Platinum Games hanno affrontato la questione, provando a dare una loro spiegazione dietro i continui flop del marchio nel paese asiatico

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a cura di Paolo Sirio

Xbox ha storicamente vita difficile in Giappone e, per quanto Microsoft si stia impegnando ultimamente, non sembra che questo cambierà contro PS5 e Nintendo Switch una volta lanciata Xbox Series X.

In un’intervista concessa a VGC, Hideki Kamiya e Atsushi Inaba di Platinum Games hanno affrontato la questione, provando a dare una loro spiegazione dietro i continui flop del marchio nel paese asiatico.

Platinum Games ha avuto una tribolata relazione con Microsoft, arrivando alla cancellazione di un progetto, il ben noto Scalebound, all’inizio della gen di Xbox One.

«Da quando l’Xbox è stata introdotta nel mercato giapponese è sempre parsa come qualcosa di straniero e distante», ha spiegato Kamiya, mente dietro serie storiche come Devil May Cry e Resident Evil o più recentemente Bayonetta.

Il giapponese ha poi fornito un esempio concreto di questo concetto forse un po’ banale nel 2020 e astratto, che da solo non chiarisce realmente cosa ci sia dietro:

«Penso che Microsoft Japan potrebbe fare di più per avere un appeal maggiore rispetto ai gusti reali dei videogiocatori giapponesi. Se volete un esempio concreto, quando sblocchi un Achievement ti dice “Achievement unlocked” e in Giapponese questa frase è tradotta in maniera estremamente letterale. Fate il confronto con i Trofei di Sony: quell’idea è molto facile da comprendere e persino in Giapponese la parola ‘trofeo’ è la stessa che in Inglese. Non c’è alcuna traduzione strana ed è facile da capire».

Una tesi sicuramente interessante che, pur affondando le proprie radici in un esempio alquanto semplice, rende l’idea del complicato rapporto tra i giapponesi e Microsoft.

Inaba, studio head del team nipponico, ha precisato che «amiamo Phil Spencer» nonostante tutti i trascorsi con Xbox e chiarito che «non sempre la strada per il successo è stata avere l’hardware migliore. A volte è una questione di familiarità».

Per provare a risolvere la questione, Spencer ha espresso a più riprese di voler fare acquisti sul posto per avere un team locale in Xbox Game Studios. Che sia la pista giusta?

Fonte: VGC