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Immagine di Warcraft III: Reforged, non si vive solo di ricordi - Recensione
Recensione

Warcraft III: Reforged, non si vive solo di ricordi - Recensione

Warcraft III: Reforged è allo stesso tempo uno dei migliori RTS e uno dei peggiori remake/remaster.

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Avatar di Daniele Spelta

a cura di Daniele Spelta

Redattore

Pubblicato il 03/02/2020 alle 10:32
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  • Pro
    • Il gameplay non è invecchiato di una virgola
    • Nostalgia a palate
    • Graficamente più che dignitoso
  • Contro
    • Tante aspettative disattese
    • Troppe mancanze per l'online
    • Raccoglie un po' tutte le accuse dei fan verso la nuova Blizzard

Il Verdetto di SpazioGames

5.5
Se Warcraft III: Reforged sfiora la sufficienza non è certamente per merito suo. Ne sono passati di byte sotto i ponti da quel lontano 2002, eppure la formula ideata da Blizzard ha ancora pochi eguali nel campo degli strategici in tempo reale, con un gameplay impreziosito da una narrativa a dir emozionante. Di per sé, l'operazione di restauro è solo l'ennesimo buco nell'acqua per la software house californiana nell'ultimo periodo, un lavoro che è difficile da difendere: escludendo il buon rifacimento grafico, si può concludere che, per via dei numerosi passi indietro per l'online e per via di operazioni commerciali che lasciano più di un dubbio, Warcraft III: Reforged è il perfetto esempio di come non andrebbe concluso un progetto volto a riportare in auge uno dei grandi classici videoludici.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Warcraft III: Reforged
Warcraft III: Reforged
  • Sviluppatore: Blizzard Entertainment
  • Produttore: Blizzard Entertainment
  • Piattaforme: PC
  • Generi: Strategico
  • Data di uscita: 28 gennaio 2020

L’analisi di Warcraft III: Reforged dovrebbe essere spalmata su due recensioni differenti e agli antipodi. Se si parla del gioco in sé, anche dopo oltre quindici anni, l’RTS di Blizzard Entertainment è un ritorno immediato a quella ventata di freschezza che invase i nostri squadrati Pentium 4 nel lontano 2002. In un panorama allora affollato di strategici in tempo reale, le avventure di Arthas e soci erano qualcosa di semplicemente diverso, una unicità che ha segnato un’era e ha lasciato un’eredità indelebile che vive nei vari DOTA e League of Legends. Al contrario, se ci si concentra solo sull’opera di restauro, Warcraft III: Reforged è senza mezzi termini un vero e proprio disastro, un chiaro segnale di quello che non va negli studi di Irvine. Ora viene il difficile: lasciarsi andare ai ricordi e all’effetto nostalgia per sorvolare sulle visibili mancanze, oppure passare al setaccio ogni granello di sabbia che intacca gli ingranaggi di questa nuova versione?

Un gameplay ancora all’avanguardia

Spendere troppe righe su cosa sia Warcraft III: Reforged in termini di gameplay sarebbe semplicemente anacronistico, una tautologia di quello che sono gli stessi RTS. Stiamo parlando infatti dello strategico in tempo reale per eccellenza, di certo non il primo, ma la pietra angolare con cui si confronta qualsiasi altro titolo appartenente a questo genere. Le basi sono le canoniche: raccolta delle risorse, costruzione di insediamenti, arruolamento e sviluppo delle unità e infine attacco alle città nemiche.

Su questi pilastri Blizzard ha costruito un’opera monumentale che risponde al nome di Warcraft III, capace di creare una pantheon abitato da eroi entrati nel vocabolario comune del videogiocatore e di impostare nuovi standard grazie a delle meccaniche di gioco veramente rivoluzionarie.

Rivivere le missioni di Reign of Chaos e The Frozen Throne – entrambe le campagne sono presenti in Warcraft III: Reforged – è un po’ come tornare a casa dopo un lungo viaggio e trovare i vecchi compagni di un tempo ad aspettarti: Uther, Thrall e la bionda chioma che nasconde la vera natura del principe Arthas. Alleanze, tradimenti e colossali battaglie, un’avventura epica che coinvolge eroi e intere razze – Umani, Orchi, Non Morti ed Elfi notturni – tutti elementi sfruttati alla perfezione anche in chiave ludica.

Accanto agli stilemi classici da RTS, Warcraft III associa una componente micro che mette in risalto i devastanti poteri degli eroi, vere e proprie unità da gioco di ruolo. Ogni fazione si differenzia poi per uno stile unico e contribuisce a generare quella asimmetria perfettamente collaudata in grado di esaltare le scelte tattiche del giocatore.

Grafica 2.0

Quanto detto finora valeva per Warcraft III ed è ancora valido per Warcraft III: Reforged, che dona inoltre nuova linfa ad un comparto grafico rimasto immutato solo nella memoria dei fan di vecchia data: basta impostare nelle opzioni la modalità classica per notare le stacco. Le texture sono ora in alta definizione, gli eroi e le unità hanno subito un trattamento estetico notevole e i modelli sono stati impreziositi con ritocchi che saltano subito all’occhio effettuando uno zoom ravvicinato. A parte qualche scelta di design di dubbio gusto, anche gli edifici e tutti gli elementi presenti sulla mappa hanno ora un look decisamente più attuale, pulito e in linea con l’impronta data da Blizzard agli altri suoi titoli di questa famiglia allargata, come World of Warcraft e Heroes of the Storm. In questa nuova veste non tutto è riuscito alla perfezione e sull’altare dell’alta definizione è stata sacrificata la leggibilià degli scenari, con i percorsi e i sentieri che si perdono sullo sfondo per via di una eccessiva saturazione. Inoltre, la nuova UI annunciata al lancio è semplicemente svanita nel nulla e quel che resta è un’interfaccia confusa e non al passo coi tempi.

Remaster, remake o che altro?

Arriviamo subito al dunque. Questi piccoli interventi tecnologici sono una giustificazione appena sufficiente agli occhi di chi ha già consumato le campagne ad inizio millennio: non ci sono nuovi contenuti o magari dei succosi dietro le quinte ad arricchire la portata. Queste stesse giustificazioni svaniscono del tutto se fate parte dello zoccolo maggiormente orientato verso il lato online e competitivo. Nessuna traccia delle ladder, tanti problemi legati ai server, alla LAN e ai clan. A circa una settimana dal lancio, restano ancora valide tutte le perplessità segnalate in questo primo assaggio. Anzi, sviscerando meglio ogni anfratto di Warcraft III: Reforged i dubbi sono aumentati, ingrossando una lista già lunga alla partenza.

Se Blizzard avesse mantenuto lo stesso standard utilizzato per StarCraft: Remastered staremmo qui a parlare di un’operazione conservatrice, giusto un lifting estetico e poco più. Almeno nelle intenzioni iniziali, la scala degli interventi sarebbe stata decisamente più massiccia, ma di quelle roboanti premesse iniziali non resta però che qualche aggiustatina qua e là, ritocchi che stridono con forza al cospetto ad esempio delle nuove paventate cutscene, di cui non resta che un laconico segno lasciato sulla stessa pagina del gioco.

Da qui in avanti, più che una recensione si tratta proprio di una lista di bug fix a cui Blizzard dovrebbe porre rimedio il prima possibile per non perdere quei pochi adepti rimasti ancora fedeli. Sicuramente, consapevoli di un voto Metacritic utenti che ha già sfondato qualsiasi record negativo, negli studi californiani si staranno già studiando patch e correzioni. Purtroppo, è difficile che questi rimedi riportino le lancette dell’orologio all’indietro e cancellino gli errori più madornali, uno su tutti la fusione dell’originale Warcraft III con questa versione. I giocatori in possesso dell’edizione 2002/2003 sono dunque costretti a effettuare il download del pacchetto nuovo – oltre 26GB – per continuare a giocare online, naturalmente con tutte le menomazioni presenti ad oggi in Warcraft III: Reforged.

L’esempio che meglio racchiude l’essenza del lavoro quasi amatoriale effettuato da Blizzard è nascosto nel menù delle opzioni. Tralasciando i problemi legati ad alcune risoluzioni, la vera chicca – si fa per dire – è la gestione delle hotkey, personalizzabili solo manualmente andando a modificare delle righe di un file di testo disperso nella cartella del gioco. Non proprio il migliore dei biglietti da visita. Ci sono poi delle domande che vorremmo fare direttamente agli sviluppatori, perché noi fatichiamo a trovarne una logica: per quale motivo non è possibile cambiare fra grafica nuova e vecchia durante una partita? Che fine hanno fatto le campagne personalizzate? Capiamo la paura di avere un nuovo fenomeno DOTA, ma c’è davvero il bisogno di porre così tante restrizioni alla comunità dei modder?

+ Il gameplay non è invecchiato di una virgola

+ Nostalgia a palate

+ Graficamente più che dignitoso

- Tante aspettative disattese

- Troppe mancanze per l'online

- Raccoglie un po' tutte le accuse dei fan verso la nuova Blizzard

5.5

Se Warcraft III: Reforged sfiora la sufficienza non è certamente per merito suo. Ne sono passati di byte sotto i ponti da quel lontano 2002, eppure la formula ideata da Blizzard ha ancora pochi eguali nel campo degli strategici in tempo reale, con un gameplay impreziosito da una narrativa a dir emozionante. Di per sé, l’operazione di restauro è solo l’ennesimo buco nell’acqua per la software house californiana nell’ultimo periodo, un lavoro che è difficile da difendere: escludendo il buon rifacimento grafico, si può concludere che, per via dei numerosi passi indietro per l’online e per via di operazioni commerciali che lasciano più di un dubbio, Warcraft III: Reforged è il perfetto esempio di come non andrebbe concluso un progetto volto a riportare in auge uno dei grandi classici videoludici.

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