Stadia cancella giochi, i fanboy se la prendono con la stampa

Un giornalista è stato minacciato personalmente da alcuni fanboy a causa di un suo articolo sulla cancellazione di giochi di Stadia.

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a cura di Francesco Corica

Staff Writer

Di tanto in tanto capita che una parte della community non prenda bene il fatto che vengano riportate determinate notizie, come accaduto nel caso della cancellazione di giochi esclusivi per Stadia.

La stampa non è nuova al fuoco incrociato da parte di alcuni fanboy: l'esempio più lampante è sicuramente il caso Cyberpunk 2077, dove diversi utenti se la sono presa coi giornalisti, colpevoli di aver parlato dei problemi di crunch dietro al gioco.

A subire attacchi nella giornata odierna è toccato, purtroppo, ad Andy Robinson, giornalista del sito Video Games Chronicle.

Negli scorsi giorni Robinson aveva infatti segnalato lo sviluppo di un gioco horror ad episodi realizzato da Hideo Kojima, inizialmente previsto come uno dei titoli per Stadia ma poi cancellato da Google.

Google ha poi ritenuto doveroso fare una precisazione sul caso, sottolineando che «non ha mai annunciato qualcosa riguardante Hideo Kojima».

Questo ovviamente non significa che la storia sia falsa — nessuno aveva mai detto che questo ipotetico gioco fosse stato annunciato — ma tanto è bastato ad alcuni utenti aggressivi per perdere la pazienza e minacciare il giornalista

Robinson è stato infatti accusato di avere mentito, secondo questi fanboy, al solo fine di ottenere clic sul proprio articolo.

«Ieri non sapevo nemmeno che esistessero dei fanboy di Stadia. Oggi mi stanno inviando delle minacce personali».

Il giornalista ha anche pubblicato una di queste assurde minacce ricevute via posta elettronica in un altro post sul suo account Twitter, che recita il seguente messaggio:

«Non permettere per un po' di tempo che le persone dimentichino che la storia di Stadia è falsa, e noi non chiameremo i cani.

Ti stiamo osservando».

Non possiamo che condannare apertamente il gesto e solidarizzare col giornalista: riteniamo assurdo come una parte dell'utenza possa essere talmente aggressiva da prendersela con la stampa, colpevole unicamente aver fatto il proprio mestiere.

Vogliamo però evidenziare che, come sempre accade in questi casi, si tratta solo di una minoranza molto aggressiva: ciò non toglie che talvolta essa si renda protagonista di storie che non vorremmo mai raccontare.

In alcune occasioni, questi attacchi molto pesanti sono arrivati anche a persone che lavorano nell'industria: impossibile non dimenticare, per esempio, le minacce ricevute da Neil Druckmann, director di The Last of Us - Part II.

Un altro giornalista abituato alle aggressioni online, Jason Schreier, è invece entrato più nel dettaglio del «fallimento» di Stadia, spiegandone accuratamente le cause.

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