Immagine di Spyro Reignited Trilogy #3 | Cronache dai Mondi Dimenticati
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Spyro Reignited Trilogy #3 | Cronache dai Mondi Dimenticati

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a cura di Adriano Di Medio

Redattore

Informazioni sul prodotto

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Spyro Reignited Trilogy
  • Sviluppatore: Toys for Bob
  • Produttore: Activision
  • Distributore: Activision Blizzard
  • Piattaforme: PS4 , XONE , SWITCH
  • Generi: Piattaforme
  • Data di uscita: 13 novembre 2018 - 3 settembre 2019 (Switch)

Bentornati alle Cronache di Spyro Reignited Trilogy, un differente punto di vista sui tre remake realizzati dai Toys for Bob. Nella prima parte ci siamo concentrati sulla storia sottesa del mondo, nella seconda sul reinventare il mondo in cui si sarebbe mosso il draghetto Spyro. In questo terzo e conclusivo episodio delle Cronache parleremo di Year of the Dragon, e gli ultimi passi mossi da Spyro sotto i suoi creatori originali.

Questa frittata non s’ha da fare

Ancora adesso, ciò che colpisce di più di Spyro: Year of the Dragon è una trama un filo più elaborata dei predecessori. Il modo per farlo sta nel far convergere i personaggi del Regno dei Draghi (Spyro The Dragon) con quelli di Avalar (Spyro 2), e il punto in comune sta nel furto delle uova di drago da parte della misteriosa Maga. Autrice materiale è però la sua apprendista Bianca, al comando di un manipolo di Rinoc. Spyro e i suoi amici si svegliano troppo tardi, e per recuperarli non resta loro che avventurarsi nei Regni Dimenticati.

Intendiamoci, la trama di Spyro Year of the Dragon rimane incredibilmente basica. Però nel suo affiancarsi ai due episodi precedenti che si riesce a percepirne effettivamente l’evoluzione rispetto al passato. In tal senso la Reignited Trilogy amplifica ancora di più tale impressione, e ripropone anche le piccole cutscene atte a dimostrare la redenzione di Bianca. La grafica del remake esagera ancora di più l’estetica originale e sopra le righe della Maga, strega coccodrillo umanoide che così ricreata è a metà tra Ursula de La Sirenetta e uno dei grotteschi cattivi dei film di Don Bluth. Per il resto la progressione con Spyro è sempre quella, ancora riconoscibile e ancor più consolante per via del fatto che il draghetto ha tutte le mosse speciali (nuoto sottomarino, arrampicata e testata) disponibili da subito. Evidente in tal senso la volontà di far capire come il drago stia divenendo un adulto consapevole e difensore della propria specie. In questo senso l’idea del salvare le uova di drago è simbolico del suo “passaggio di testimone”.

Accantonati i Norc e impossibilitato a riproporre Ripto (data la fine che ha fatto in Spyro 2), stavolta il gioco opta per una nuova categoria di nemici, i Rinoc. Altro non sono che rinoceronti umanoidi, perennemente affamati e piuttosto ottusi per quanto decisamente più organizzati dei Norc. Il loro accenno di background è che sono soldati al servizio della Maga; quantomeno il loro “mimetizzarsi” adottando i costumi dei livelli che infestano evidenzia una certa loro adattabilità di fondo. La narrazione comunque mantiene molti toni “esagerati” da film di fine anni Novanta, che lasciavano trasparire una tecnica amatoriale specialmente in fatto di regia dei filmati.

Tutto in ordine, ma verso il basso

Se confrontato con i suoi predecessori, Spyro Year of the Dragon si può riassumere in una sola parola: ordine. Il gioco infatti raccoglie tutte le idee (riuscite e meno riuscite) delle due altre avventure e cerca di metterle nella maniera più ordinata possibile. I mondi sono quattro: Fonte Estiva, Giardino del Sole, Lago della Sera e Monte di Mezzanotte, e ciascuno contiene quattro livelli “tradizionali”, un circuito e infine un livello da completare con uno degli altri personaggi controllabili. Year of the Dragon e la conseguente Spyro Reignited Trilogy infatti fa quello che sembrava apparentemente impossibile: affianca al draghetto quattro alleati. Questi sono Sheila il canguro, Byrd il pinguino soldato, Bentley lo yeti acculturato e Agente 9, tocca scimmia armata di pistola laser. Ciascuno andrà liberato dando la solita bustarella a Riccone, e avrà un livello dedicato e alcune aree anche nei livelli “tradizionali”. È evidente in tal senso come si sia cercato di variare il più possibile un’azione che aveva già raggiunto il massimo possibile con Spyro 2. Il draghetto viola, proprio in quanto tale, non poteva reinventarsi più di tanto. Rimane comunque il fatto che nessuno dei “nuovi arrivati” oggi come ieri riesce a rivaleggiare in carisma con Spyro, pure quelli (come Bentley) che comunque arrivano ad avere il loro perché. Nella Spyro Reignited Trilogy c’è stato comunque il tentativo di caratterizzarli leggermente di più: ad esempio a Sheila è stata donata sia una divisa da esploratrice che degli inediti boccoli rossi.

Il principio di “ordine” continua anche negli oggetti da raccogliere: le gemme sono sempre qui, ma i Talismani e le Sfere vengono sostituiti in toto dalle Uova. Tutti i compiti sia primari che secondari comportano come ricompensa il salvataggio di uno di essi, che puntualmente si schiude. C’è da dire che qui i Toys for Bob hanno risentito un po’ della fretta: la quantità di modelli differenti per i cuccioli di drago è limitata, così come lo sono i loro piccoli siparietti una volta usciti dal guscio. Per quanto ai tempi ci si potesse anche passar sopra, oggi non è più così perdonabile, specialmente se affiancato al gran lavoro fatto coi draghi adulti nel primo Spyro The Dragon.

Conseguentemente anche le bossfight sono quattro (più una quinta una volta raccolto tutto il raccoglibile), e in tal senso può far solo piacere che siano di nuovo equilibrate. Combattute in spazi chiusi, ciascuna vedrà la collaborazione di uno dei quattro nuovi personaggi, che a seconda dei casi darà il colpo finale al boss oppure rifornirà Spyro dei materiali necessari a infliggergli danni. La calibrazione della difficoltà è stata comunque ribassata, e basta leggere un momento il nemico e i suoi pattern per vincere già al primo tentativo. Unica eccezione è il minigioco con lo skateboard, che su current gen non perdona così tanto le cadute o un qualche evoluzione finita male. Infine, anche per Sparx ci sarà qualche momento in solitaria, in momenti in cui si cerca una visione molto più “sparatutto”.

Telecamera e texture, la laison clandestina

C’è comunque da dire che i Toys for Bob hanno fatto il possibile per riproporre tutto lo sforzo inventivo ai tempi messo in campo dagli Insomniac. Il disegno dei livelli è piacevole ma leggibile, e godono tutti di grande cura nelle strutture e nei personaggi unici. Rispetto a Ripto’s Rage ci si distacca dal surreale per andare verso una concezione più spiccatamente fantasy. Oltre a preservarne le citazioni e i dialoghi, Spyro Reignited Trilogy cambia però l’estetica generale, dando ai personaggi un’aria meno smaccatamente “pupazzosa” in favore di un feeling da “disegnato a mano”.

Ai tempi l’originale uscì su PSX nel 2000, che secondo il calendario cinese è l’anno del drago; oltre a giustificarne il titolo ciò si è ripercosso anche sui livelli, che presentano delle ispirazioni orientali. Più interessante l’ampliamento del contesto dato a metà avventura: viene rivelato che i Mondi Dimenticati hanno questo nome perché la Maga bandì i Draghi mille anni prima dell’epoca di Spyro. Il motivo fu che così credeva di prendere per sé tutto il potere magico custodito dai Draghi stessi, ma senza di loro la stessa terra cominciò ad appassire. Con il ritorno dei Draghi ai loro vecchi domini e la nuova generazione in arrivo (appunto le uova deposte e poi rubate) i Regni e i Mondi potranno potenzialmente tornare all’antico splendore. Un background di nuovo non particolarmente necessario, ma che potrebbe fungere da premessa narrativa non indifferente per un possibile futuro per il brand.

C’è anche da fare un plauso alla colonna sonora, che risuona con veramente molto amore il già ottimo lavoro svolto ai tempi da Stewart Copeland. Alcuni motivi rimangono veramente nella testa, ma non riescono a cancellare il fatto che dei tre remake Year of the Dragon sia quello che abbia avuto maggiori “danni” da parte della fretta. Il fatto che Spyro sia rigido da controllare quando plana è cosa nuova, guidarlo sott’acqua oggi è inutilmente faticoso. L’obbligo di utilizzare un tasto direzionale e quello del salto anche solo per muoverlo in avanti è una forzatura che sente come un macigno il peso degli anni. Ci sono state inoltre un paio di occasioni (specialmente nelle sezioni con il Sergente Byrd) in cui la telecamera si è incastrata con la texture di soffitto e pareti, e un’altra volta il gioco non ha fatto partire il dialogo di un NPC atto a concludere il livello, che costringono al reset.

Spyro Reignited Trilogy ricrea con grande fedeltà la terza avventura del draghetto viola, l’ultima ad essere stata ai tempi sviluppata dai creatori originali. Ancora una volta la riproposizione dei Toys for Bob si dimostra capace di ammodernare con maestria un videogioco vecchio di diciotto anni, al contempo arricchendolo di tanti piccoli particolari e dando un aspetto più “moderno” ad alcune caratteristiche invecchiate male, anche se non a tutte. Dato l’indiscutibile pregio del tutto, dispiace comunque vedere gli estremi della fretta in questo lavoro, rispecchiate in alcune “fatiche” nei caricamenti e una telecamera che a volte non fa proprio la brava. Alla fine la Spyro Reignited Trilogy è riuscita a riportare in vita il momento migliore di un brand, dettando nuovi standard per i futuri remake di questo genere. Oltre che magari a un ipotetico (e completamente nuovo) Spyro 4.

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Spyro Reignited Trilogy ricrea con grande fedeltà la terza avventura del draghetto viola, l’ultima ad essere stata ai tempi sviluppata dai creatori originali. Ancora una volta la riproposizione dei Toys for Bob si dimostra capace di ammodernare con maestria un videogioco vecchio di diciotto anni, al contempo arricchendolo di tanti piccoli particolari e dando un aspetto più “moderno” ad alcune caratteristiche invecchiate male, anche se non a tutte. Dato l’indiscutibile pregio del tutto, dispiace comunque vedere gli estremi della fretta in questo lavoro, rispecchiate in alcune “fatiche” nei caricamenti e una telecamera che a volte non fa proprio la brava. Alla fine la Spyro Reignited Trilogy è riuscita a riportare in vita il momento migliore di un brand, dettando nuovi standard per i futuri remake di questo genere. Oltre che magari a un ipotetico (e completamente nuovo) Spyro 4.