Ho avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con lui: ne è venuta fuori un’intervista ricca di aneddoti, di ricordi, ma anche di riflessioni su quanto contino davvero i fan e su quanto sia difficile, oggi, immaginare Sam Fisher senza la sua voce.
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Marcello Paolillo
Luca, partiamo con la domanda più semplice: come stai?
Luca Ward
Bene, bene. Certo, come tutti gli italiani, sempre alle prese con l’Agenzia delle Entrate…
Marcello Paolillo
Classico! Ma veniamo a Splinter Cell. Tu sei già stato la voce di Sam Fisher in diversi giochi. Come ti sei approcciato a questa nuova versione animata?
Luca Ward
La cosa straordinaria è che, finalmente, vedevo le immagini. Nei videogiochi registriamo senza video, solo su tracce audio dell’attore originale. Qui, invece, potevo osservare i movimenti del personaggio, ed è tutta un’altra cosa.
Marcello Paolillo
Qual è l’aspetto che più ti entusiasma di Splinter Cell: Deathwatch?
Luca Ward
Che rispetti i canoni della serie. Sam Fisher non è un personaggio “colorato”, è monocorde, militare fino al midollo. Solo con la figlia mi sono concesso toni più caldi.
Ma sai cosa mi piacerebbe davvero? Vederne un film live action. Sarebbe una sfida incredibile.
Marcello Paolillo
Insomma, ti piacerebbe quindi doppiare Sam Fisher anche in un’eventuale versione live action...
Luca Ward
Magari! Io sono molto legato a Sam Fisher. Ho doppiato il primo e il secondo gioco, poi la produzione canadese decise di non chiamarmi più. Per due capitoli subentrò un collega, ma i fan non la presero bene. I videogiocatori vivono quella voce per giorni, non per un’ora e mezza come al cinema.
Ci fu una raccolta di firme enorme, milioni di firme mandate a Ubisoft, che alla fine tornò sui suoi passi. Questo per dirti quanto sia importante il pubblico. Io, per quel gesto, sono loro debitore a vita. Finché avrò voce, Sam Fisher avrà la mia.
Marcello Paolillo
Per la serie Netflix hai avuto contatti diretti con il team creativo o ti hanno lasciato libertà?
Luca Ward
Libertà totale. Mi hanno detto: «Faccia lei, il personaggio lo conosce a memoria». L’unica difficoltà era gestire le diverse età di Sam: in certe scene è sessantenne, in altre più giovane. Ho modulato la voce di conseguenza, ma non è stato difficile.
Alla fine, passo da Samuel L. Jackson a Keanu Reeves: trovare la tonalità giusta per Sam non è stato un problema.
Marcello Paolillo
In effetti sono passati quasi vent’anni dal primo Splinter Cell. Ti sorprende essere ancora così legato a questo personaggio?
Luca Ward
Moltissimo. Ma è la dimostrazione che Sam Fisher non è un personaggio qualunque.
Marcello Paolillo
La serie Netflix potrebbe riaccendere l’interesse verso i videogiochi. Se Ubisoft decidesse di riportare in vita Sam Fisher con un nuovo capitolo, immagino che diresti subito di sì...
Luca Ward
Eccome. Io sono forse l’unico attore della mia età, ho 65 anni, che sui social è seguito soprattutto dai 14 ai 34 anni. È la fascia più forte, grazie ai videogiochi. Anche i miei colleghi si chiedono come sia possibile.
Marcello Paolillo
E tu stesso sei un videogiocatore?
Luca Ward
No, sono una frana! Giocava mio figlio, che è stato uno dei migliori in Italia. Io lo guardavo, affascinato. Posso fare immersioni a 150 metri o correre in moto a 320 all’ora, ma con i videogiochi mi ammazzano subito.
Marcello Paolillo
C’è un personaggio del cinema che avresti voluto doppiare anche in un videogioco e non hai mai avuto occasione?
Luca Ward
James Bond. Ci sarei stato benissimo, ma non mi hanno mai chiamato. Mi sarebbe piaciuto moltissimo. Anche altri ruoli di Keanu Reeves sono andati ad altri, e all’inizio ci sono rimasto male.
Però alla fine restare legato a un personaggio, come Sam Fisher, ha i suoi vantaggi: diventi un’icona.
Marcello Paolillo
Non sembra passato un giorno dalla tua prima interpretazione di Sam, in effetti.
Luca Ward
Lo dicono in tanti, e in effetti a volte sorprende anche me stesso.
Marcello Paolillo
Ti chiedo, in chiusura: ci sono novità su un nuovo capitolo videoludico di Splinter Cell?
Luca Ward
Ci sono tante voci, ma a noi chiedono sempre di stare zitti. Diciamo che il mio è un “no comment”.
Marcello Paolillo
Ma che a volte vale più di mille dichiarazioni ufficiali! Grazie mille per il tuo tempo, Luca!