TOKYO - Vi abbiamo raccontato tutto il possibile (e senza spoiler!) da Death Stranding 2: On the Beach, dopo la nostra colossale prova di ben 30 ore e le due interviste – una direttamente con Hideo Kojima e l’altra in compagni di un gruppo di importanti sviluppatori del progetto, tra cui il leggendario art director Yoji Shinkawa.
Nei quattro giorni in cui sono stato ospite degli studi di Kojima Productions ho anche avuto anche l’occasione di esplorarli e di vedere i luoghi dove Death Stranding 2 è stato creato.
Dalla stanza di Ludens, agli archivi del gioco, fino alla bellissima parete con tutti gli omaggi degli ospiti che sono andati a trovare Kojima: voglio raccontarvi quest'esperienza come se foste stati inviati con me, perché è anche nell'ambiente di lavoro del team che si esprimono i temi e le filosofie del gioco.
La stanza di Ludens
La sede di Kojima Productions si trova a Shinagawa, quartiere molto famoso dell’area sud di Tokyo, passaggio obbligato per raggiungere l’area della baia della città e molto vicino all’aeroporto di Haneda.
Come potete immaginare, non è normalmente accessibile ai visitatori esterni, ma il grattacielo in cui è situata ha al piano terra una bellissima riproduzione di Ludens; inoltre il Konbini, ossia il convenience store presente nel palazzo, è l’unico ad avere una sezione in cui vende merchandise ufficiale di Kojima Productions.
Una volta entrati all’interno della sede, si è accolti da mura e pavimenti di colore nero, molto eleganti e con un tocco decisamente futuristico. La nostra prova si è svolta in un grande spazio, solitamente adibito ad area relax, dove è presente una caffetteria interna – che ha messo a nostra disposizione lattine di caffè griffate Death Stranding 2 e molti altri cibi e bevande.
Le vetrine di questa caffetteria sono piene di merchandise e action figure sia della compagnia che di Death Stranding, tra cui anche la statua che sarà inclusa nella collector’s edition di Death Stranding 2. Dalle finestre di questo palazzo si ha una vista incantevole su tutta Tokyo, potendo ammirare anche la famosa Tokyo Tower, che non è nemmeno troppo lontana dalla sede.
Il primo giorno di prova ci è stata calendarizzata una visita allo studio – e la prima stanza che ci hanno mostrato è stata proprio quella dedicata a Ludens. Anche mostrandovi qui le foto, sappiate che è davvero difficile trovare le parole per spiegarvi quanto questa sia incredibile sotto ogni punto di vista.
Ci si arriva percorrendo un corridoio molto buio con dei led bianchi posti sul pavimento, come ad indicare la via da seguire. Si giunge a una porta che si apre automaticamente, come quelle di una vera e propria astronave, e la statua di Ludens è lì, in mezzo a una stanza talmente luminosa da essere accecante, con degli specchi su entrambi i lati a rendere ancora più mistica l’esperienza.
Questa stanza è enorme e al suo interno non c'è altro se non Ludens; serve praticamente come punto fotografico fisso, ma è molto più incredibile di quanto possa suonare. Kojima disse di aver realizzato questo spazio come una sorta di stanza di "passaggio" da una dimensione all'altra – dal mondo esterno all'"astronave" dello studio, e l'idea va applaudita, perché è riuscita in pieno.
Archivi e la stanza delle riunioni
Proprio come se fosse un antico castello giapponese, anche in Kojima Productions ci sono le entrate nascoste (!).
In questo caso, su entrambi i lati della stanza di Ludens ci sono degli specchi che sono in realtà delle porte. La prima conduce a una sezione da loro chiamata “archivio”, ma che in realtà è allestita come se fosse la stanza di un museo in cui sono conservati moltissimi materiali legati alla realizzazione del primo Death Stranding.
Qui troviamo infatti la sceneggiatura originale, diverse concept art delle creature, dei personaggi e dei veicoli del gioco, foto fatte durante le riprese e persino delle riproduzioni di alcuni oggetti che gli attori utilizzavano in scena. In poche parole, una stanza che ogni fan di Death Stranding vorrebbe vedere almeno una volta.
L’altra porta a specchio conduce invece a una sala riunioni che Kojima di solito usa per ricevere i suoi ospiti o per le videochiamate, dato che sulla parete è posizionato un maxischermo con una webcam.
Questa stanza è chiamata VIP Room ed è arredata con divani completamente bianchi e lucidissimi, un tavolo con la superficie di marmo e una particolare luce posizionata sul soffitto – tutti dettagli che rendono l’atmosfera di questa stanza davvero futuristica, decisamente in tema con la spaziale stanza del Ludens: francamente, mi è sembrato realmente di essere nel futuro, magari sulla plancia di comando di un’astronave!
L’area creativa
Proseguendo oltre la VIP Room, arriviamo in un’area più ampia con diverse porte, ognuna delle quali dà accesso a una stanza con un preciso scopo.
La prima che ci ha colpiti è stata quella delle scansioni in 3D: questa viene infatti utilizzata per creare i modelli che verranno poi inseriti all’interno di Death Stranding, anche se ci hanno specificato che è utilizzata solo per i personaggi minori, mentre per quelli principali, anche relativamente alle riprese in motion capture, si hanno luoghi appositi fuori dalla sede del team.
Fa comunque un certo effetto vedere per la prima volta tutte le strumentazioni necessarie a scannerizzare un corpo umano e a raggiungere i risultati visti nel primo e nel secondo gioco.
Vi è poi una stanza per il doppiaggio e, come ci è stato spiegato, è proprio qui che hanno doppiato Death Stranding 2 completamente in giapponese: attrezzata di tutto punto, come si confà a uno studio di doppiaggio professionale, presentava diverse postazioni per ospitare anche più attori in una volta sola, cosa molto utile per le scene dialogate.
Proseguendo, abbiamo poi raggiunto due stanze per gli artisti ospiti, in pratica dei camerini per i professionisti che vengono nei studi di Kojima Productions a lavorare, come ad esempio i doppiatori.
A fianco poi c'era una stanza per l’editing del suono certificata THX, dove, ad esempio, Kojima stesso ha rifinito l’audio dell’ultimo trailer del gioco, anche se solitamente è qui presente un tecnico del suono specifico.
Abbiamo poi attraversato una stanza definita "multiuso", sfruttata diversamente a seconda delle situazioni. Spesso questa viene usata dallo staff e anche da Kojima per fare esercizio fisico: vengono addirittura chiamati insegnanti di pilates o altre discipline perché tengano delle lezioni per mantenere in forma i dipendenti!
Infine, abbiamo visto anche una lobby, che è un’altra stanza delle riunioni dedicata soprattutto allo staff. È proprio qui che abbiamo avuto modo di intervistare quattro sviluppatori di Kojima Productions, e abbiamo notato come sia molto ampia, con un grosso tavolo rotondo al centro e molti posti a sedere.
Ci ha incuriosito il fatto che sulla parete ci fossero all’apparenza due quadri, che in realtà si sono rivelati degli schermi: in uno era riprodotta la scena della Spiaggia di Amelie del primo Death Stranding, mentre nell'altro si vedeva una statua di Ludens con Kojima che ogni tanto passava da lì – ma ci hanno confermato che era un filmato e non una sorta di webcam di un altro lato dell’edificio.
Trofei e ospiti
Tra le aree più suggestive che abbiamo visitato, c'è stato un lunghissimo corridoio interamente fiancheggiato da una grande vetrina contenente tutti i trofei e i riconoscimenti ricevuti da Kojima e dallo studio nel corso degli anni.
Abbiamo visto infatti i diversi premi vinti ai The Game Awards, al BAFTA e ad altri eventi simili, ma anche riconoscimenti che Kojima stesso ha ricevuto dal Governo giapponese – e molto altro ancora.
Tornando poi nell’enorme stanza della caffetteria, lì campeggia anche una parete ricoperta di firme e omaggi da parte dei vari ospiti che passano dai Kojima Productions. Oltre ai tanti attori presenti in Death Stranding, si trovano firme di molti personaggi illustri come Nicholas Cage, Timothée Chalamet, i CHVRCHES e davvero una infinità di altri.
Nel corso del tempo gli ospiti sono stati talmente tanti che la parete non è più bastata, così ogni ospite viene fotografato e la sua firma e omaggio vengono trasformati in una sorta di quadretto appeso nel corridoio adiacente – e vi assicuriamo che di foto ce ne sono davvero in numero spropositato, quasi da occupare gran parte del corridoio.
Una sede proiettata nel futuro
Qui si è concluso il nostro tour dei Kojima Productions, ma non abbiamo visto tutto – anzi, probabilmente soltanto la metà dell’intero studio, che occupa tutto il piano su cui è situato.
L’altra metà ci era preclusa perché è l’area dove lavorano gli sviluppatori e ovviamente, per motivi di segretezza, non ci è stato possibile accedere a quell’ala dello studio.
Quanto abbiamo visto ci è però bastato per lasciarci a bocca aperta: a cominciare dalla stanza di Ludens, gli uffici di Kojima Productions sembrano davvero provenire dal futuro, sia per come sono arredati che per le tecnologie presenti al loro interno.
È incredibile pensare a come gran parte di Death Stranding 2 sia stato creato proprio qui, compresi aspetti che solitamente vengono eseguiti in luoghi deputati all'esterno, come le scannerizzazioni 3D delle persone e buona parte del doppiaggio.
Per quattro giorni io e alcuni colleghi della stampa estera abbiamo praticamente vissuto quasi tutte le nostre giornate all’interno di questi studi e non posso dire di non essermi un po’ affezionato, essendo un luogo davvero incredibile da “vivere”, specialmente anche grazie all'incredibile accoglienza che l'intero staff di Kojima Productions ci ha riservato.
Se l'intento di Kojima, come ci ha raccontato, era quello di farci sentire tutti connessi, l'unicità dello studio e la sua capacità di sembrare sia una nave spaziale che un luogo pensato per mettere al centro le persone – mentre lavorano al prossimo videogioco del team – è riuscita perfettamente nel suo scopo.