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Valve e Steambox - Recap Annunci

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a cura di Pregianza

Pubblicato il 29/09/2013 alle 00:00

Da eoni si vocifera di possibili nuovi competitor nel campo delle console. C’è chi ha messo in giro rumor secondo cui Apple, forte del suo immenso potere monetario, avrebbe preso in considerazione un piano strategico per prendere il sopravvento del mondo dei videogiochi con un hardware dedicato al gaming da salotto, chi ha tirato fuori ancora una volta il nome di SEGA (improbabile, con buona pace di chi ha amato il Dreamcast), chi è andato a rovistare nella buca delle opzioni e ha nominato invano aziende quali Google e Philips, e chi, con più lungimiranza di altri, ha puntato tutto su Valve. Questi ultimi hanno fatto una scommessa sicura: si sapeva da tempo, dopotutto, che l’azienda del pasciuto Gaben aveva aperto un laboratorio hardware ed era al lavoro su una fantomatica macchina chiamata dalla stampa “Steambox”. 
Ecco, proprio lo Steambox è stato finalmente annunciato questa settimana, ma l’approccio di Newell e compagnia si è distaccato parecchio dalle aspettative. Valve non fa mai le cose normalmente infatti, e questa volta se n’è uscita con tre annunci separati, che hanno sì confermato la volontà della software house di buttarsi nella produzione di hardware, ma hanno anche delineato una strategia commerciale molto particolare, che se gestita a dovere potrebbe allargare a dismisura la già notevole influenza della casa. 
Noi abbiamo atteso religiosamente ogni annuncio e tentato di analizzare tutto nel dettaglio insieme a voi. Ecco dunque cosa ha svelato la casa di Washington punto per punto, e quali cambiamenti ci aspettiamo avvengano dopo l’arrivo delle novità presentate.
SteamOS, un sistema operativo per tutti
Gabe Newell non è mai stato un grandissimo amante di Windows, è cosa nota, e in particolare dopo l’annuncio di Windows 8 non ci ha messo molto a manifestare il suo disappunto, definendo l’ultimo nato della famiglia di OS di Microsoft “una catastrofe”. Con Linux, invece, il fondatore di Valve ha sempre avuto un rapporto di affetto profondo, che lo ha portato ad avviare un progetto di conversione totale di tutti i titoli della libreria Steam per il sistema operativo del pinguino. 
Ciò che la gente non si aspettava, però, era che Valve avesse in progetto di creare un sistema operativo proprietario basato proprio sull’architettura di Linux, chiamato SteamOS. Il primo annuncio della casa ha pertanto colto di sorpresa moltissima gente, che si è stupita ancor di più quando nella pagina di presentazione si è vista precisare che l’OS sarà open source, gratuito, moddabile e aperto a tutti, che si tratti di semplici utenti con l’hobby della programmazione o di produttori di hardware. 
SteamOS non è però un avversario diretto di Windows, bensì un sistema dedicato quasi solo al gaming, pensato per essere molto più ottimizzato della norma, e per far girare tutta la libreria Steam senza problematiche alcune. Questo comporta che SteamOS sia compatibile con forme di DRM differenti da Steam come Origin o Uplay (ci sono pur sempre titoli EA e Ubisoft su Steam), e lo rende adatto a macchine non esageratamente potenti per il gaming, visto che l’ottimizzazione migliorata porterebbe a un aumento delle prestazioni. 
La forza di SteamOS non si limita tuttavia all’ottimizzazione e alla moddabilità. L’OS è pensato anche per i televisori, e permetterà lo streaming in locale dei giochi presenti sulla libreria del proprio computer, facendo esattamente ciò che fa attualmente Steam Big Picture, ma ancor più facilmente. Il sistema di Valve conterrà inoltre servizi legati a musica, tv e cinema, anche se al momento non si sa bene quali, e sarà adattabile a numerosissime periferiche. Quest’ultima caratteristica in particolare è importantissima, poiché permette alla casa di Gaben di espandere il proprio dominio anche su periferiche mobile, e soprattutto sui Tablet PC, attualmente in crescita e visti con grande interesse da investitori e pubblico.
Da non dimenticare infine che Valve ha deciso anche di accaparrarsi il family sharing inizialmente proposto da Microsoft su XboxONE (in forma peraltro nettamente più libera e allargata), e che l’OS conterrà un filtro famiglia per tutelare il gaming dei più piccoli.
Con un sistema operativo in saccoccia, e piani non perfettamente delineati, ma comunque molto ambiziosi, era naturale pensare all’arrivo di una periferica dedicata proprio al nuovo OS, la fantomatica Steambox. E’ stata poi confermata, ma non nel modo previsto.
Steambox! Almeno credo. Però la voglio
Il secondo annuncio ha svelato l’arrivo delle Steam Machines. Sì, avete letto bene “machines”, plurale. Valve difatti ha affermato di essere al lavoro su un prototipo, ma di aver fatto anche accordi con numerosi produttori hardware che supporteranno il suo nuovo OS. In parole povere? Parliamo di una strategia simile a quella di Android, dove il sistema operativo è uno ma viene utilizzato da numerose macchine diverse, con netti sbilanciamenti a livello di potenza tra una macchina e l’altra. 
Il lato positivo di tale mossa è una diffusione omnidirezionale di SteamOS, che  potrà venir portato senza limitazioni su ogni genere di hardware vista la sua gratuità. Il lato negativo è il caos che verrà inevitabilmente a crearsi nel mercato, con macchine di fascia alta e fascia bassa tra cui scegliere. 
Molto del successo di Apple si deve proprio alla stabilità della sua offerta hardware, e all’ottimizzazione assoluta di iOS in base agli smartphone e ai tablet dell’azienda. Troppe variabili in tal campo equivalgono inevitabilmente a un moltiplicarsi delle problematiche, che potrebbero portare a un successo dell’OS inferiore alle aspettative. Qui ad ogni modo torna in campo il prototipo di cui abbiamo parlato all’inizio, la fantomatica Steambox (al momento non ha un nome, precisiamo, ma ci piace continuare a chiamarla così). Calcoliamo le cose da un punto di vista puramente economico: creare un pc di fascia media made-in-Valve con un OS diverso sarebbe un suicidio. Gabe e compagni non hanno bisogno di vendere altri PC all’utenza, dominano già la distribuzione digitale su computer, e hanno la fedeltà della stragrande maggioranza dei pcisti. No, l’unica mossa a cui Valve può voler puntare è la produzione di un computer da salotto, una macchina semplificata che sia in grado di fare tutto ciò che può fare al momento un computer fisso, ma senza la necessità di mantenersi aggiornati sui componenti e senza le innumerevoli complessità legate alla loro gestione.
Tradotto, parliamo di una sorta di console, ma dotata di moddabilità totale, connettività costante non obbligata (se simile a quella di Steam dovrebbe richiedere solo un accesso forzato), market completamente digitale, family sharing, e dell’intera solidissima infrastruttura Steam già usata e adorata da milioni di giocatori. Questi fattori basterebbero a rendere tale macchina più next gen di quanto non affermino di essere le console di Sony e Microsoft in uscita, ma con incognite enormi quali il prezzo e l’effettiva potenza dell’hardware ancora per aria è davvero troppo presto per trarre conclusioni definitive. 
Dubbi o no, la cosa ci stuzzica non poco, e ancor di più ci stuzzica la beta, nella quale 300 fortunati scelti a caso tra gli utenti di Steam verranno selezionati per testare il nuovo hardware, che arriverà impacchettato bellamente in compagnia dell’ultimo annuncio fatto ieri… lo Steam Controller.
Un pad strano forte, e intelligente forte
Altro annuncio atteso, più per logica che per i rumor, era un pad dedicato al nuovo hardware. Si vociferava anche di un’apparizione dell’Oculus Rift, ma la sua assenza dalle news non impedisce a Valve di fare accordi con i suoi produttori in futuro. Per ora ci accontentiamo dello Steam Controller, ed è un bel accontentarsi, trattandosi del pad più originale dell’ultimo decennio.
Ben lontano dalle periferiche di gioco a cui siamo abituati, il controller di Valve non ha pulsanti direzionali o frontali nella posizione tipica, ha due trackpad sensibilissimi, che calcolano con precisione millimetrica gli spostamenti delle dita, possono venir premuti e hanno, stando alle parole dei loro creatori, una precisione paragonabile a quella di un mouse. In pratica il controller è pensato per offrire un sistema di controllo realmente alternativo a mouse e tastiera, che possa riproporne l’inarrivabile precisione e al contempo funzionare degnamente anche come pad da salotto. 
Indubbiamente la forma inusuale e gli enormi trackpad costringeranno il videogiocatore medio a riabituarsi, ma, nel caso la precisione tanto decantata si riveli realmente eccezionale, potremmo trovarci davanti a un pad indicato per ogni genere, rts inclusi, e perfettamente calcolato per ogni tipo di shooter. 
Non finisce qui! Come tipico di Valve, anche il pad sarà moddabile, e non solo a livello di programmi capaci di supportarlo, ma anche nei pezzi. Gli utenti potranno discutere con Valve del design della periferica, che verrà modificato in base al feedback ricevuto, e chissà che in futuro non arrivino pezzi intercambiabili in base alle preferenze del giocatore.
Nel frattempo si sa che il controller vanta ben 16 tasti e un touchpad centrale, che verrà riconosciuto anche dai giochi che non supportano i gamepad, e che, come detto, arriverà ai fortunati primi 300 che potranno mettere le mani sul prototipo hardware di Valve. Avete completato gli step per far parte dei possibili tester?

Eccoci qui, dopo una lunga settimana di annunci e un’ondata di novità più o meno inaspettate da parte del buon Gabe e di Valve. Paiono esserci numerose idee brillanti tra i progetti presentati, ed è evidente la volontà della casa di allargare la propria influenza a macchia d’olio su più tipi di periferiche, forse buttandosi a capofitto anche nel durissimo mercato console. Ce la faranno i nostri eroi a dominare il mondo? Difficile a dirsi, dopotutto nei piani di Valve ci sono tanti punti oscuri quanti fari luminosi, e troppi elementi importanti sono ancora a dir poco fumosi. Fatto sta che la competizione fa bene all’industria, e che abbiamo visto più buone idee e innovazione in questi tre annunci che nella next gen tutta. Quindi forza e coraggio ragazzi, c’è da aspettare un po’, ma sicuramente ne vedremo delle belle.

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