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Sony ed E3 2019, i piani next-gen per PS5

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a cura di Paolo Sirio

Informazioni sul prodotto

Immagine di PlayStation 5 (console)
PlayStation 5 (console)
  • Sviluppatore: Sony
  • Produttore: Sony
  • Distributore: Sony
  • Data di uscita: 19 novembre 2020

E così, dopo aver saltato la PlayStation Experience a pie’ pari, Sony rinuncia anche all’E3 2019. C’è del dispiacere, chiaramente, nel vedere un player dell’importanza del produttore giapponese – a guardare i dati di vendita, il leader ad oggi – essere assente per la prima volta in 25 anni da quella manifestazione che per gli appassionati di videogiochi equivale un po’ ai Mondiali di calcio, ma c’è pure dell’altro, tanto altro. Perché siamo nella seconda metà della generazione e ogni mossa, ogni anticipo, ogni rinvio, ogni silenzio e ogni dichiarazione ha una sua valenza in un quadro molto più grande che porterà inevitabilmente a quello che ci sarà dopo.

Alla next-gen e, in questo caso, a PS5.

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C’è il dispiacere, dicevamo, di essersi persi per strada un pezzo importante, probabilmente il più importante, lungo il percorso che porterà alla prossima stagione videoludica. Nonostante un paio di apparizioni sottotono, e lo scorso E3 per certi versi difficile da interpretare, PlayStation rimane l’attrazione principale e non ce ne voglia Microsoft.

Il modo di approcciarsi a questo tipo di evento di Sony non ha praticamente rivali e ha contribuito a fare dell’Electronic Entertainment Expo la fiera dei sogni, dove l’impossibile diventa possibile (dobbiamo ricordarvi Shenmue III, Final Fantasy VII Remake… ?) al di là di ogni ragionevole pragmatismo e al limite della correttezza (la demo di The Last Guardian registrata e fatta girare al doppio della sua velocità reale, l’assenza cronica di date… ).

C’era sempre la voglia di stupire e lasciare un segno sul lungo termine, e quando la casa giapponese ha smesso di farlo, beh, semplicemente l’E3 è diventato una cosa diversa, vicina alla Gamescom: un evento in cui i produttori di videogiochi mostravano quanto avevano in cantiere e di cui potevano prendersi l’impegno di parlare senza rischiare figuracce per uno stato dei lavori ancora embrionali o perché a rischio cancellazione.

Direte: meglio così. Certo, in termini di aspettative e di puro rispetto del videogiocatore come semplice consumatore, è meglio così. Ma se parliamo di show, se parliamo dello spettacolo per il quale il conto alla rovescia inizia esattamente quando finisce l’edizione che abbiamo appena smesso di seguire, viene da pensare che una volta – non troppo lontana – si stava meglio e che un’assenza del genere sarà difficile da digerire. Come quella dell’Italia agli ultimi Mondiali, no?

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Dopo le dovute premesse in considerazione dell’E3 2019, dobbiamo necessariamente passare al messaggio implicito nella manovra a sorpresa di Sony. Tirarsi indietro così inaspettatamente infatti non fa altro che alimentare le ipotesi, adesso serissime, per cui il colosso nipponico si stia preparando a presentare PlayStation 5 tra il prossimo anno e quello successivo.

Gestire in questo modo così conservativo la propria comunicazione, centellinare le informazioni al limite dell’esaurimento nervoso per fan che stanno aspettando con ansia i vari Ghost of Tsushima e The Last of Us Part II, lascia immaginare che per questi titoli ci sia da attendere ancora un altro po’ e che dopotutto, al termine di un prevedibile piccolo “blackout” sotto il profilo delle esibizioni, essi potrebbero non arrivare (soltanto) su PS4.

Al momento, la pista più credibile è quella che porta ad almeno due dei tre big proposti come produzioni cross-gen sia per PlayStation 4 (base e Pro; sebbene siano stati mossi da quest’ultima in pubblico finora, non vediamo un’esclusione dell’utenza entry level) che per PS5: c’è da capire se lo saranno solo i due menzionati poche righe fa, che potremmo dare quasi per scontato visto che difficilmente saranno pronti entro l’anno prossimo, o se a questi dovremo aggiungere anche Death Stranding.

La questione dell’action adventure di Hideo Kojima è un tantino sui generis perché, vista l’amicizia con Geoff Keighley, l’autore asiatico ha tutta la libertà di andare a The Game Awards quasi come sviluppatore indipendente e mostrare un nuovo trailer; che a nostro modo di vedere le cose potrebbe essere una versione estesa di quello del TGS e rivelare una finestra di lancio (in virtù del suo essere potenzialmente in fase di polishing).

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Sony sta seguendo uno schema di tre uscite importanti all’anno, e con Days Gone e Dreams ad occupare due degli “slot” previsti c’è da capire a chi andrà il terzo. Potrebbe esserci un upgrade per Concrete Genie e/o MediEvil Remastered, così come quel trailer di Death Stranding potrebbe finire con un bel “2019” e fugare ogni dubbio circa quali saranno gli araldi del lancio (e pressi) della futura PlayStation 5 tra i giochi già esibiti.

Il publisher era stato al centro di rumor circa un nuovo metodo per la “retrocompatibilità”, di fatto più una tecnologia cross-generazionale che sapesse leggere in base al dispositivo adottato fino a che punto potesse spingersi in termini di resa grafica, come capita tra PS4 base e PS4 Pro.

Sa di dovere qualcosa agli appassionati sotto questo aspetto, in virtù del fatto che Xbox ha fatto tanto sul tema della compatibilità con il software precedente e ha ricevuto elogi a non finire sia tra i membri della community che presso la stampa; ciò vuol dire che, all’incirca com’è stato con il cross-play su Fortnite, ci sarà una reazione e un impegno a rispondere al feedback.

E che una risposta potrebbe essere anziché spostare baracca e burattini da PlayStation 4 (che pure ormai non ha “bisogno” di altri giganti per arrivare all’agognata soglia dei 100 milioni, ora che è ad oltre 86 e con qualche price cut o bundle potrebbe giungervi agilmente), sfruttarne quelli che avrebbero dovuto essere gli ultimi vagiti per renderli i primi della next-gen sicuri della cassa di risonanza che le garantirebbero.

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Se la tematica cross-generazionale sembra assodata e avrebbe un passo molto più moderno di quello che al tempo fu il Remastered del primo The Last of Us, rimangono da stabilire le tempistiche per il reveal della prossima console. L’arrivederci dato all’E3 sembrerebbe accelerarle, anche se a conti fatti siamo pressoché dalle parti di quanto si era preventivato nei mesi scorsi.

La traccia più affdabile è quella che porta allo stesso modus operandi messo in gioco con PS4, perché Sony ha imparato di questi tempi che stravolgere le proprie strategie una volta che si sono rivelate, magari oltre ogni aspettativa, vincenti – in pieno stile PlayStation 3 – non paga mai. Sarà una console regolare, senza grossi colpi di testa, e lo stesso varrà per la maniera in cui verrà introdotta.

Per chi non lo ricordasse, la piattaforma dell’attuale generazione è stata presentata in un PlayStation Meeting a New York il 5 marzo 2013, per poi venire lanciata in Nord America il 15 novembre dello stesso anno (una settimana dopo dalle nostre parti). In mezzo, guarda caso, proprio un E3 che servì ad esibirne il design e puntellarne la lineup.

C’è da immaginare che il percorso sarà simile se non identico: PlayStation Meeting (il terzo, dopo quello di PS4 Slim e Pro nel 2016) a marzo 2020, con un “teaser” col DualShock 5 o qualcosa di significativo come furono ai tempi il tasto Share e il touchpad, e un discorso sulla filosofia dietro lo sviluppo dell’hardware – già ci sembra di sentirlo discutere di visioni e Knack 3, non necessariamente in quest’ordine, il chief architect Mark Cerny.

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La palla passerebbe poi ad un E3 2020 cui il colosso di Tokyo tornerebbe a prendere parte per dare un corpo a quelle visioni, e svelare le proprie carte riguardo a nuovi titoli (un Killzone, un Horizon 2, un God of War 2, e così via) e illustrare il piano cross-gen con uno tra The Last of Us Part II e Ghost of Tsushima (da verificare Death Stranding, come detto in alto) al lancio e l’altro pochi mesi dopo. Lancio che avverrebbe a novembre 2020.

Ovviamente, più andiamo lontani negli anni e nei programmi, e più questa previsione assume dei contorni sfumati; non vogliamo fare i Michael Pachter di turno né darvi per certi dei passaggi che forse nemmeno in Sony hanno ben chiari o hanno appena improntati e potrebbero essere così freschi da mutare nel giro di qualche settimana.

Questo iter ci sembra quello più papabile perché, al netto della sua accelerazione con il salto dell’E3 2019, è quello che permetterebbe a PS5 di uscire con tutta la tranquillità di chi arriva dopo una gen dominata, nella piena maturità di una lineup assistita da prodotti già attesissimi, e soprattutto nei pressi della finestra natalizia che è sempre l’ideale per una console per videogiochi. Se qualcuno dovrà anticipare, evidentemente a suo rischio e pericolo, non è certo PlayStation quella che ne avrà bisogno.

L’altra suggestione con un PlayStation Meeting a settembre 2019 e un day one fissato al marzo 2020 (sempre otto/nove mesi di distanza tra il reveal e il lancio) non sembra affatto folle ma avrebbe delle controindicazioni che immaginiamo Sony si sobbarcherebbe solo nel tentativo di anticipare la concorrenza; qualcosa su cui non abbiamo informazioni al riguardo per ora e del quale francamente non vediamo l’esigenza. Lo stesso dicasi per un annuncio addirittura a marzo 2019 per un’uscita fissata alla fine del prossimo anno, abbastanza fantascientifica in questo frangente.

In definitiva, quindi, la macchina per la presentazione di PlayStation 5 si è messa in moto, e verrebbe da dire “finalmente” dopo aver subito mesi e mesi di indiscrezioni abbastanza fumose e forse un tantino frettolose. L’assenza all’E3 2019 ci dà un paio di certezze, come il fatto che per alcuni titoli bisognerà portare parecchia pazienza perché saranno traghettati su lidi ai quali torneranno più utili come trampolino di lancio, e qualche indizio circa le tempistiche, che tuttavia non dovrebbero risultare alterate rispetto a quanto preventivato finora. L’attesa, lunga o relativamente più breve che sia, abbia inizio.

Voto Recensione di PlayStation 5 (console) - Recensione


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In definitiva, quindi, la macchina per la presentazione di PlayStation 5 si è messa in moto, e verrebbe da dire “finalmente” dopo aver subito mesi e mesi di indiscrezioni abbastanza fumose e forse un tantino frettolose. L’assenza all’E3 2019 ci dà un paio di certezze, come il fatto che per alcuni titoli bisognerà portare parecchia pazienza perché saranno traghettati su lidi ai quali torneranno più utili come trampolino di lancio, e qualche indizio circa le tempistiche, che tuttavia non dovrebbero risultare alterate rispetto a quanto preventivato finora. L’attesa, lunga o relativamente più breve che sia, abbia inizio.