Recensione 5 min

Resident Evil 3, il ritorno del Nemesis – Recensione

Resident Evil 3 non riesce a eguagliare la qualità di Resident Evil 2 e presenta dei tagli alla campagna che i fan non gli perdoneranno. Facciamo il punto nella nostra recensione.

Con Capcom ritornata di prepotenza nell’olimpo delle software house, anche Resident Evil sta vivendo una seconda giovinezza. Dopo il sontuoso remake del secondo capitolo, in grado non solo di non far rimpiangere un mostro sacro del genere e della storia del medium, ma anche di condensare le nostalgiche memorie in un nuovo incubo diventato all’istante un classico moderno, è adesso il momento di Resident Evil 3. Questa volta, badate bene, non si tratta di un remake fedele all’originale e rispettoso come lo era stato il nuovo Resident Evil 2; stavolta gli sviluppatori hanno rivisitato in modo piuttosto profondo l’intero gioco, proponendo una nuova visione che è passata sopra alcune delle certezze che sembravano intoccabili, con risultati controversi che non incontreranno il favore dei fan.

Resta, affrontalo, c’è il Nemesis!

Resident Evil 3

Piattaforma:
PC, PS4, XONE
Genere:
survival-horror
Data di uscita:
Sviluppatore:
Capcom
Distributore:
C.T.O.

Eliminati i bivi decisionali e approfonditi alcuni degli elementi narrativi appena abbozzati nell’originale, la storia di Resident Evil 3 ne esce con maggiore coesione. Molti dei personaggi che prima apparivano nelle retrovie sono adesso più approfonditi, caratterizzati con maggiore attenzione e resi più credibili.

Complici alcune scene d’intermezzo che gettano una nuova luce sulle attività delle figure coinvolte nel disastro di Raccoon City, e dei dettagli e riferimenti che offrono un quadro d’insieme più completo, si denota una maggiore organicità negli eventi intercorsi tra i due capitoli in questione che condividono la stessa timeline. Se c’è una cosa che a Resident Evil 3 è riuscita particolarmente bene, è senza dubbio questa, e non c’è mai un momento in cui il giocatore si sentirà tradito dal modo in cui è stata riproposta la storia principale, resa più funzionale anche alla luce delle novità introdotte col Nemesis.

Discorso completamente diverso per degli imperdonabili tagli fatti alle aree di gioco, sostituite da alcune sezioni di raccordo anonime, che non bastano per rendere soddisfacente il computo totale delle ore di gioco. Nel nuovo Resident Evil 3 gli sviluppatori hanno deciso di eliminare di netto l’area all’interno della Torre dell’Orologio, zona fortemente iconica che comprendeva i migliori enigmi del gioco originale. Sparisce anche il Raccoon Park, assieme ad alcune micro sezioni qui soppiantate da altre meno ispirate che comunicano un fortissimo senso di déjà-vu, figlie di un riciclo degli asset che ha snellito il lavoro degli sviluppatori. Si tratta di scelte di forte rottura, determinate probabilmente dalla necessità di dover arrivare sul mercato in tempi molto ristretti, ma è chiaro che siamo di fronte a una soluzione marchiana e destinata a scontentare la community.

L’unico a beneficiare davvero di queste modifiche è il Nemesis, anche stavolta vero protagonista di Resident Evil 3, soprattutto grazie a un lavoro su mutazioni e boss fight davvero di prim’ordine.
Se nelle fasi di anteprima avevamo paventato una presenza sin troppo invasiva da parte dell’arcinemico di Jill, nel codice finale ci siamo resi conto che il dosaggio degli incontri è ben gestito e non toglie assolutamente nulla all’esplorazione libera. Addirittura, ribaltando del tutto l’idea iniziale che si stava cementificando, non si avverte nemmeno la sensazione pressante di essere continuamente braccati.

Il Nemesis è di certo una figura pertinace con cui ci si deve continuamente scontrare, ma appare sempre in momenti circoscritti, senza invadere mai la quiete di chi – in preda al backtracking – sta cercando degli oggetti lasciati indietro nella splendida Raccoon City qui riproposta.

Nonostante le sue sortite rappresentino delle sorprese per via dell’armamentario sempre più potente con cui si presenta, il Nemesis appare meno implacabile di quanto possa sembrare. Il motivo è da ricercare nelle ricompense che il giocatore otterrà buttandolo giù temporaneamente, novità apprezzata che apre però una breccia nel bilanciamento di una difficoltà più abbordabile rispetto a Resident Evil 2. A livello normale, basta infatti una sola granata per mettere in ginocchio il Nemesis, così da sgraffignare il bottino e darsela a gambe fino alla zona in cui semplicemente smetterà di darvi la caccia.

S.T.A.R.S!

Oltre alle apparizioni del Tyrant nella prima fase di gioco, sono state inserite nuove sezioni scriptate e su binari in cui bisogna darsi alla fuga, che culminano solitamente in dei combattimenti intensi e viscerali in grado di colpire per la loro resa scenica. Da questo punto di vista Resident Evil 3 è di certo un titolo che sa come spettacolarizzare e mettere al centro dell’attenzione ciò che sa fare meglio, restituendo al giocatore grande soddisfazione durante la prima partita.

La breve campagna può da subito essere affrontata a difficoltà normale, estrema o assistita, con dei punti bonus che possono essere spesi alla fine della partita per acquistare nuovi armamenti e tentare così la scalata al record dei tempi totalizzati per completare il gioco.

A fronte di un’impronta action più marcata rispetto al secondo capitolo, si nota un generale abbassamento della difficoltà globale, al punto che iniziare subito dal gradino più alto non è affatto un’idea così peregrina. In Resident Evil 3 non c’è più la limitazione dei nastri di salvataggio e gli enigmi sono quasi del tutto spariti, con quei due rimasti davvero sin troppo banali e semplificati per rappresentare dei validi sbarramenti.

Oltretutto, l’introduzione della schivata è un aiuto non da poco, e una volta aver assimilato le tempistiche per poterla eseguire sempre alla perfezione, è possibile farla franca in parecchie occasioni. Inoltre, a normale le munizioni e i medikit sono davvero sovrabbondanti, mentre a estremo si ricevono meno proiettili dalle combinazioni, aumenta il danno degli attacchi nemici e in giro si trovano meno rifornimenti. Chi viene da Resident Evil 2 e ha completato agevolmente la campagna in una manciata di ore, dovrebbe partire direttamente dall’ultimo livello di difficoltà.

L’enfasi maggiore è stata posta nella rappresentazione di Raccoon City, prima area di gioco ingrandita, artisticamente molto ispirata e con diverse porte chiuse che possono essere aperte solo col prezioso grimaldello. È soprattutto in questa fase che si nota quanta cura sia stata riposta nella sua versione moderna, con l’alternanza delle luci delle insegne a rischiararvi il cammino e le pozze d’ombra pronte ad accogliervi nell’ignoto, assieme agli attenti dettagli che comunicano un senso costante di pericolo e abbandono. La tensione risulta però essere molto smorzata,  anche per via del fatto che capirete piuttosto in fretta che il Nemesis non ha mai apparizioni randomiche, mentre con Carlos (più pesante nelle movenze) si presentano generalmente delle fasi più action.

RE Engine è stato ulteriormente perfezionato e si notano lievi migliorie rispetto al capitolo precedente. L’unico vero neo è rappresentato dalla gestione degli zombi sulla lunga distanza, che perdono parecchi frame e risultano visivamente distaccati dagli altri. Succede raramente solo a Raccoon City, perché le altre zone sono in ambienti molto più ristretti e tecnicamente più facili da gestire.

A chiudere il pacchetto, e ad aumentare la valutazione finale complessiva di Resident Evil 3, c’è Resident Evil: Resistance (la modalità online già inclusa con l’acquisto del gioco, di cui abbiamo parlato più approfonditamente in un altro video articolo). Benché sia una componente totalmente slegata da tutto il resto, la sua presenza dà più corpo e valore al prodotto, ma non può sostituirsi ai tagli effettuati nella campagna.

+ La rivisitazione totale del Nemesis e le situazioni di gioco a lui connesse valgono da sole il prezzo del biglietto
+ Storia più coesa e organica, con riferimenti al secondo capitolo e al destino di alcuni personaggi meno rilevanti
+ Ottimo lavoro sulla caratterizzazione dei personaggi, più approfonditi e resi ancora più credibili
– Tagliati via il Raccoon Park e l’iconica sezione all’interno della Torre dell’Orologio
– Più breve e più facile del precedente, con alcune scelte a monte non proprio esaltanti

8.5

Nonostante alcune splendide trovate legate alla natura mutevole del Nemesis e alla centralità della sua opprimente figura, Resident Evil 3 non riesce a raggiungere le ragguardevoli vette del capitolo precedente.  La campagna ha delle castrazioni che nessuno si sarebbe mai aspettato e la difficoltà è stata un po’ allentata; ciò nonostante, la rivisitazione in chiave moderna del terzo capitolo rimane davvero di alta qualità, solida e in grado di riservare alcune gradite sorprese.