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The Procession to Calvary, il punta e clicca rinascimentale – Recensione

Che succede quando i quadri rinascimentali prendono vita? Cose strane, succedono cose strane…

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a cura di Francesco Ursino

Informazioni sul prodotto

Immagine di The Procession to Calvary
The Procession to Calvary
  • Sviluppatore: Joe Richardson
  • Produttore: Joe Richardson
  • Piattaforme: PC
  • Generi: Avventura grafica
  • Data di uscita: 9 aprile 2020

The Procession to Calvary è un punta e clicca delizioso. Questa affermazione piuttosto impegnativa trova fondamento, come vedremo tra poco, in molti particolari dell’avventura grafica sviluppata da Joe Richardson. Lo sviluppatore, dopo il buon successo di Four Last Things, ha giocato sul sicuro, proponendo una nuova storia ambientata nello stesso mondo del titolo precedente.

Cerchiamo di capire meglio, allora, quali sono i lati positivi (e quelli negativi) di questo gioco così bizzarro e originale.

The Procession to Calvary è un gioco fatto con amore

Come anticipato in fase di introduzione, il titolo di Joe Richardson è un’avventura punta e clicca bidimensionale di stampo puramente classico. La particolarità del gioco è che la gran parte di fondali e personaggi deriva da quadri rinascimentali. Tra gli altri, sono presenti dipinti di Remnbrandt, Botticelli, Michelangelo e altri. Queste opere d’arte vengano utilizzate in maniera che definire creativa è riduttivo. Scopriremo meglio tra poco di cosa si tratta nello specifico.

Per il momento, è meglio concentrarsi sulla storia. In uno stato non meglio precisato, dopo una guerra non precisata, una cavaliera altrettanto non precisata è piuttosto contrariata. Il tempo delle battaglie è finito, e questo vuol dire che l’attività preferita della protagonista, ovvero accoppare altri cavalieri, è diventata all’improvviso fuori moda. Per fortuna, non tutto è perduto: spunta fuori un ultimo nemico da uccidere, l’infido Heavenly Peter. È così che la protagonista parte per la sua ultima avventura in una vicenda che, a seconda delle scelte del giocatore, può concludersi in tre modi diversi.

Diciamo che la parte narrativa di The Procession to Calvary è forse quella che disorienta un po’ di più. Non ci riferiamo allo stile della narrazione, veramente adorabile, quanto al plot in sé. La vicenda si sviluppa in un arco temporale che va dalle tre alle cinque ore, a seconda della velocità con la quale si riesce a superare gli enigmi più ostici.

Il fatto è che l’intero svolgimento è un po’ frenato, piuttosto statico. La protagonista deve andare in sostanza dal punto A al punto B, e la cosa un po’ strana è che di mezzo non ci sono tante fermate intermedie. È un fatto piuttosto comprensibile, però: non si tratta certo di un gioco dal grande budget, e per forza di cose l’intera storia ne è uscita piuttosto raffazzonata.

Tutto ciò può essere considerato sicuramente un difetto, ma piuttosto marginale. Perché, nonostante una trama che è difficile chiamare trama, il titolo ha molto da dire.

Si ride, si uccide, cose così

The Procession to Calvary è un piccolo titolo che trasuda stile. L’ironia un po’ macabra del gioco è tranquillamente avvertibile nei tanti dialoghi (solo testuali e solo in inglese), ma soprattutto nelle didascalie. Ci spieghiamo meglio: passando sopra col mouse ai tanti personaggi e oggetti presenti su schermo, il più delle volte ci si ritroverà a leggere descrizioni che strappano davvero più di un sorriso.

Per non parlare delle tante gag, dei momenti ironici e completamente senza senso cui si andrà incontro. E tutto questo, bisogna sottolinearlo, viene fatto utilizzando dipinti autentici, con personaggi ripresi proprio dalle opere coinvolte.

Vogliamo spoilerare il meno possibile, ma diciamo solo che quando a un certo punto vi ritroverete a parlare con la Ragazza col turbante (o con l’orecchino di perla), capirete di avere davanti un gioco veramente unico nel suo genere (se non vi viene in mente di quale opera si tratti, eccola qui).

+ Delizioso uso di quadri e composizioni musicali rinascimentali

+ Umorismo macabro e sempre sopra le righe

+ Gameplay da punta e clicca piacevole

- Piuttosto corto

- Un paio di enigmi forse un po’ forzati

7.8

The Procession to Calvary è un gioco breve, ma veramente intenso. Un’avventura grafica che trasuda stile e dà chiaramente l’impressione di essere stata sviluppata con amore. La narrativa non si basa tanto sulla trama, di per sé piuttosto limitata, ma sull’ottima capacità di proporre un umorismo macabro, sopra le righe, spesso senza senso. Ci si ritroverà a parlare con i personaggi estratti da alcune delle opere d’arte più famose di sempre, e a muoversi tra i paesaggi immaginati da Rembrandt e altri sulle note di Vivaldi e Bach. E in tutta questa celebrazione rinascimentale, trova spazio un gameplay da avventura classica piacevole quanto basta, che regge sufficientemente per le poche ore di gioco proposte. Un’avventura grafica veramente gradevole, che gli appassionati dovrebbero seriamente considerare di fare propria.

Voto Recensione di The Procession to Calvary - Recensione


7.8

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Delizioso uso di quadri e composizioni musicali rinascimentali

  • Umorismo macabro e sempre sopra le righe

  • Gameplay da punta e clicca piacevole

Contro

  • Piuttosto corto

  • Un paio di enigmi forse un po’ forzati

Commento

The Procession to Calvary è un gioco breve, ma veramente intenso. Un’avventura grafica che trasuda stile e dà chiaramente l’impressione di essere stata sviluppata con amore. La narrativa non si basa tanto sulla trama, di per sé piuttosto limitata, ma sull’ottima capacità di proporre un umorismo macabro, sopra le righe, spesso senza senso. Ci si ritroverà a parlare con i personaggi estratti da alcune delle opere d’arte più famose di sempre, e a muoversi tra i paesaggi immaginati da Rembrandt e altri sulle note di Vivaldi e Bach. E in tutta questa celebrazione rinascimentale, trova spazio un gameplay da avventura classica piacevole quanto basta, che regge sufficientemente per le poche ore di gioco proposte. Un’avventura grafica veramente gradevole, che gli appassionati dovrebbero seriamente considerare di fare propria.