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Immagine di Splatoon 3 | Recensione – Sempre più in gambero
Recensione

Splatoon 3 | Recensione – Sempre più in gambero

Il franchise più fresco di Nintendo torna con il suo terzo episodio: Splatoon 3 è sempre in gambero come i predecessori?

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Avatar di Valentino Cinefra

a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Pubblicato il 07/09/2022 alle 16:01
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  • Pro
    • Modalità single player corposa e divertente…
    • Gameplay ormai perfetto, divertentissimo e solido
    • Ancora più soluzioni di gioco per il multiplayer
    • Un videogioco definitivamente maturo ed iconico
  • Contro
    • …che non regge il confronto con il resto dal punto di vista artistico
    • Lobby e gestione del team ancora macchinosi in alcuni aspetti

Il Verdetto di SpazioGames

8.5
Splatoon 3 evolve ulteriormente una formula già solida dalla sua prima iterazione. Al cuore pulsante d’inchiostro del multiplayer online, ancora più raffinato e profondo del solito, si unisce anche una modalità single player divertente e degna di questo nome. Pur non particolarmente ispirata dal punto di vista artistico, è un buon modo per giocare ulteriormente con l’impianto ludico e prendere confidenza con i tanti equipaggiamenti nuovi. Splatoon 3 si riconferma quindi uno dei migliori franchise nel portfolio di Nintendo, o almeno uno di quelli più… in gambero.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Splatoon 3
Splatoon 3
  • Sviluppatore: Nintendo
  • Produttore: Nintendo
  • Distributore: Nintendo
  • Piattaforme: SWITCH
  • Generi: Sparatutto
  • Data di uscita: 09 settembre 2022

Amazon su amazon

€59 €59.9

Non si può iniziare a parlare di Splatoon 3 in una recensione senza ripensare alla storia di questo franchise così fresco, ma già molto prolifico.

Per chi non è già andato in fondo all’articolo cercando voto e box dei pro e contro, vi ricordate quando uscì il primo Splatoon per la sfortunatissima Wii U? In data 28 maggio 2015, che nel mondo dei videogiochi sembra un’eternità e mezza ma in realtà sono solamente sette anni.

Periodo in cui Nintendo, azienda che spesso capitalizza enormemente sulle IP già esistenti, ne lancia invece una nuova investendo con tre prodotti principali ed un corposo DLC (altra pratica relativamente nuova all’epoca) per il secondo capitolo.

Curiosamente, già il primo Splatoon era un prodotto completo, tolta l’arretratezza tecnica di Wii U nel gestire la chat vocale, proprio perché partiva da un concept così solido per cui non sembrava essere necessaria l’aggiunta di granché di nuovo.

Lo splattatutto di Nintendo che ribaltava le regole degli shooter annullando completamente la necessità di uccidere gli avversari e in cui, per chi non lo sapesse, si vince imbrattando la maggior superficie della mappa con la vernice del colore della propria squadra, era un videogioco che proponeva un po’ di “prime volte”.

Si trattava del primo videogioco fortemente orientato al multiplayer online per Nintendo, un progetto anche rigettato all’inizio da Shigeru Miyamoto che, tra le altre cose, proponeva per la prima volta un supporto completamente gratuito post-lancio. Dinamica, questa, poi appresa anche da molti altri esponenti del genere della concorrenza.

Per chi ha avuto la fortuna di giocare Splatoon sul paddone di Wii U nel 2015, la sensazione era quella di avere tra le mani qualcosa di realmente nuovo, di fresco.

Talmente tanto che Splatoon 2 risultò un ottimo gioco nonostante non aggiungesse poi così tante novità, ma sfortunato nell’esposizione mediatica perché uscito nell’anno di lancio di Nintendo Switch, in mezzo ad una tripletta di colossi: The Legend of Zelda: Breath of the Wild, Super Mario Odyssey e Mario Kart 8 Deluxe.

Splatoon 3 arriva invece al momento propizio.

C’è un grande momento di stanca generale nel mondo dei videogiochi, tra rifornimenti scadenti per le console next-gen e i tanti rinvii dei videogiochi più attesi. Nintendo Switch si avvia verso un momento di svolta e rallenta il fiato (seppur continuando a sganciare bombe come Xenoblade Chronicles 3), in attesa di altri giochi che andranno a riempire il calendario del 2023.

Mentre lo sparatutto pieno di vernice e calamari arriva al suo terzo episodio, si guadagna addirittura un’edizione limitata di Nintendo Switch OLED (questa qui, che potete comprare su Amazon), è tempo di capire se Splatoon 3 ha ancora qualcosa da aggiungere al franchise.

Splatoon 3, una recensione coloratissima

La novità più considerevole è senz’altro la rinnovata modalità single player, un’evoluzione di quanto visto con il precedente capitolo, realizzata con molta più cura. Ma bisogna essere molto chiari: il fulcro di Splatoon 3 è il multiplayer online.

La sezione single player è corposa, dotata di idee interessanti e una struttura degna di questo nome, ma una volta completata non ci sarà più granché che potrete fare all’interno del gioco.

Se stavate sperando di trovare in Splatoon 3 anche una ragion d’essere completa al di fuori delle partite online, questo non è lo splattatutto che state cercando.

Nonostante questo, è interessante come la modalità riesca ad ampliare la lore di Splatoon, per chi ha seguito magari anche il modesto ma ispirato worldbuilding costruito da Nintendo negli anni.

L’incipit vede infatti una misteriosa muffa pelosa invadere il mondo di Alterna, una sorta di mondo alternativo di Splattonia, e tra vecchie conoscenze e piccoli colpi di scena, il vostro inkling dovrà salvare la situazione dalle perfide macchinazioni di un misterioso alieno.

Lo scenario post-apocalittico con cui abbiamo imparato a conoscere il gioco dai primi trailer lascia rapidamente il posto a, va detto, un anonimo mondo invernale.

Il colpo d’occhio del mondo di Alterna non è sicuramente il punto di forza. Vi ritroverete di fronte a cinque isolotti molto simili tra loro, praticamente identici, in un ghiacciaio da esplorare con delle aree chiuse da sbloccare collezionando uova di pesce, da utilizzare per rompere gli ammassi di muffa pelosa che bloccano il percorso.

Se l’impianto estetico della modalità “campagna” di Splatoon 3 non è affatto coinvolgente, pur dotato di cutscene divertenti e personaggi secondari ammalianti, ciò che invece colpisce è la costruzione delle sfide stesse.

In pieno stile platform Nintendo, ogni isolotto ha una serie di livelli da completare, più dei collezionabili da sbloccare nascosti nelle aree bloccate dalla muffa pelosa di cui sopra. Tirare dritto per completare l’avventura vi porterà via una decina di ore, ma sbloccare tutto quanto sarà un’impresa molto più impegnativa.

I livelli sono degli stage chiusi, ognuno con un suo preciso concept. Molto spesso avrete a disposizione tre set di equipaggiamenti tra cui scegliere per affrontare lo scenario, ma non mancano anche soluzioni più particolari.

Alcuni livelli vi obbligheranno ad usare solo granate o il Salmonello (l’animaletto che tiene compagnia all’inkling e che può essere lanciato per interagire con il mondo di gioco), oppure giocherete senza poter ricaricare mai l’inchiostro, non dovrete essere mai colpiti o dovrete sparare solo un numero limitato di colpi.

Un evidente miglioramento rispetto alle timide modalità presenti nei precedenti capitoli. Tra l’altro non è obbligatorio completare tutti i livelli, alcuni sono opzionali e anche molto impegnativi alle volte, pertanto si prestano ad essere fortemente rigiocabili per chi vuole sbloccare tutto.

Oltre ad un set di armi ed equipaggiamento speciali per il multiplayer, completare con successo tutti i livelli e liberare tutta la mappa dalla muffa vi garantisce tanti collezionabili come oggetti per arredare l’armadietto del proprio inkling, tracce della colonna sonora, voci dell’archivio per esplorare la lore e alcune bustine di carte per giocare a Splattanza, il card game integrato (che purtroppo non siamo riusciti a provare).

Infine la modalità campagna è sicuramente il modo migliore per prendere confidenza con tutte le armi ed equipaggiamenti di Splatoon 3, che poi saranno i ferri del mestiere per il cuore del gioco: il multiplayer online.

Splattare senza ritegno tutto e tutti

Come detto nell’introduzione, Splatoon aveva già trovato la quadratura del cerchio in termini di gameplay dalla sua prima apparizione. Pertanto, Splatoon 3 non stravolge niente perché non ne ha bisogno, come vi avevamo già anticipato nella nostra anteprima.

Prima di tutto ci si ritrova a Splatville, l’hub di gioco in cui è possibile navigare prima di gettarsi nella mischia.

Ancora una volta sarà possibile sbloccare armi e comprare il vestiario che, oltre a rendere il vostro inkling più fashion che mai, garantisce la possibilità di sbloccare perk fondamentali per il personaggio. Ogni vestito (testa, corpo, scarpe) può avere da uno a quattro perk, che si sbloccano semplicemente accumulando punti esperienza giocando.

In più sarà possibile personalizzare alcuni di questi perk, rimuovendoli o cambiandoli, acquistando e sbloccando dei frammenti di abilità, così da creare la vostra build perfetta.

Ogni set di equipaggiamento consta infatti di un’arma principale, una secondaria, e un’arma speciale che si sblocca imbrattando le mappe o effettuando delle splattate.

Splatoon 3 offre dei set predefiniti, sempre più potenti e importanti con l’avanzare dei livelli. In generale i giocatori che investono più tempo vengono premiati con la possibilità di sbloccare set migliori, ma la discriminante per la vittoria e la sconfitta rimane sempre l’abilità dei giocatori e la capacità di reagire in maniera strategica all’andamento della partita.

In questo senso, il titolo amplia ancora di più l’offerta con tante nuove armi ed abilità. Troverete tergicristalli giganti che fungono da spadone inchiostrante, ombrelli che vi permettono di parare e lanciare degli scudi semoventi, ed armi speciali di ogni tipo da tank-carriarmato giganti a squali-motocicletta che esplodono a comando.

Il ritmo di gioco è ancora più veloce e dinamico. Una partita tira l’altra e dopo le nostre limitate sessioni di prova siamo rimasti con la voglia di giocare ancora per ore ed ore, come la prima volta che abbiamo scoperto Splatoon nel 2015, ed oltre.

Grazie alle tante soluzioni offensive ogni tipo di giocatore ha pane per i suoi denti, che abbia voglia di muoversi velocemente per la mappa e splattare tutto, oppure giocare più in difesa o di posizionamento: Splatoon 3 è divertente sia per i campioni che per i neofiti.

Merito anche di un map design davvero ottimo, che propone soluzioni sempre differenti e quindi porta a giocare sempre in modo diverso da una partita all’altra. Va segnalato che, in alcuni casi limite e in alcune mappe, ci siamo ritrovati in situazioni molto soverchianti con la squadra avversaria nel pieno controllo dello spawn, il che bloccava praticamente ogni ritorno in gioco dopo un’uccisione.

È successo poche volte, ma in alcune mappe il rischio spawnkill è reale. C’è da dire che Splatoon 3 offre la possibilità di muoversi anche sui muri inchiostrati, e di tornare in gioco a fianco di un compagno in mezzo alla mappa e non dallo spawn.

Con la consapevolezza piena di questi strumenti è auspicabile che il rischio spawnkill possa essere azzerato, o diminuito fortemente.

In più viene riproposta la Salmon Run, la modalità “orda” cooperativa, in un a chiave ancora più approfondita.

Si possono selezionare alcuni modificatori, che vanno dalla generazione casuale delle armi turno per turno al tipo di salmonoidi che compaiono, il tutto affrontabile con il matchmaking online o alcuni amici in una partita privata.

Un modo divertente per completare un’offerta molto generosa, la migliore del franchise, che evolve ulteriormente la sua formula e ci consegna uno Splatoon 3 che, per gameplay e direzione artistica, è probabilmente una delle migliori espressioni di quella Nintendo Difference che spesso si dà per scontata.

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