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Banishers: Ghosts of New Eden | Recensione - Due di due

Banishers: Ghosts of New Eden è l'opera della maturità di DON'T NOD, che si fa forte della sua solidità narrativa e della struttura dei nuovi God of War.

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

In sintesi

  • Opera di grande maturità narrativa e con tante sfumature grigie.
  • Pesca a piene mani dalla struttura degli ultimi God of War.
  • Il sistema di combattimento non è tra i top del genere.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Banishers: Ghosts of New Eden
Banishers: Ghosts of New Eden
  • Sviluppatore: Dontnod Entertainment
  • Produttore: Focus Entertainment
  • Distributore: Focus Entertainment
  • Testato su: PS5
  • Piattaforme: PC , XSX , PS5
  • Generi: Gioco di Ruolo , Action Adventure
  • Data di uscita: 14 febbraio 2024

Banishers: Ghosts of New Eden è senza dubbio l'opera della maturità di DON'T NOD.

All'intensità narrativa dei titoli precedenti, raramente si appaiava un sistema di gioco al passo coi tempi o quantomeno vicino agli elevati standard del genere. Il discorso diventa ancora più vero se si pensa agli action adventure, che hanno degli esponenti considerati all'unanimità dei veri mostri sacri.

DON'T NOD ha dunque deciso di compiere una scelta piuttosto netta: copiare di sana pianta una struttura ben rodata e che funziona alla grande, ossia quella degli ultimi due God of War, e adornarla con una storia sfaccettata, multiforme, convincente, matura e ricca di grigi e zone d'ombra, realizzando in definitiva un progetto di spessore.

Banishers: Ghosts of New Eden ha compiuto dei passi in avanti importanti rispetto alla demo che abbiamo provato lo scorso agosto (ecco l'articolo), e dopo ben più di trenta ore trascorse nelle terre maledette del New England, possiamo affermare che DON'T NOD ha colto nel segno. Tuttavia non tutto è perfetto, e certe criticità tarpano un po' le ali al titolo, che non riesce a svettare verso l'olimpo degli action adventure.

Banishers: Ghosts of New Eden, la storia

Banishers: Ghosts of New Eden è soprattutto un'opera narrativa, e questo va sempre tenuto bene a mente quando si prendono in considerazione alcune debolezze del sistema di gioco. L'enfasi sulla storia è talmente marcata da essere preponderante in due terzi del loop di gameplay, che alterna investigazioni, dialoghi piuttosto corposi e fasi di traversata in cui bisogna combattere contro gli spiriti malvagi che hanno infestato quelle terre ormai maledette.

I due protagonisti, la coppia composta da Red Mc Raith e Antea Duarte, sono dei cosiddetti epuratori; cacciatori di spiriti a cui è stato affidato il compito di revocare una terribile maledizione attraverso potenti rituali in grado di proteggere i vivi e scacciare per sempre le anime ostinate che minacciano l'antico equilibrio tra vita e morte. 

In questo grande spaccato del Nord America sul finire del 1600, tra insediamenti di coloni dalle alterne fortune, caccia alle streghe, nequizia umana senza controllo e storie che ancora oggi appaiono tremendamente attuali, si incastona la vicenda personale di Red e Antea.

Proprio all'inizio del gioco, nel momento in cui viene di fatto introdotto l'insolito dualismo al quale i giocatori dovranno sottostare per l'intero arco dell'avventura, la ragazza perde la vita per mano di uno spettro iracondo. Ed è proprio così che nasce all'istante il primo e più grande dilemma di fondo che anima le esistenze tribolate dei due, che avevano promesso di epurare la minaccia e ristabilire la pace nel mondo dei vivi.

"L'enfasi sulla storia è talmente marcata da essere preponderante in due terzi del loop di gameplay".

Red dovrà pertanto decidere se portare a termine il proprio compito nel migliore dei modi o se tenere fede alla promessa che farà ad Antea. Al giocatore spetta il compito di decidere se far ascendere dolcemente la sua amata, donandole la pace e accettando con dolore che non ormai fa più parte del suo mondo, o se tentare di resuscitarla sacrificando di volta in volta vite umane.

Qualunque sia la vostra scelta, il cammino non sarà mai già tracciato a monte, poiché durante la risoluzione dei diversi casi potrete comunque agire in maniera diversa rispetto a quanto promesso alla vostra compagna; allo stesso modo, in un momento cruciale dell'avventura, sarete chiamati nuovamente a determinare il suo destino una volta per tutte e senza possibilità di ripensamenti, pur continuando ad avere la stessa libertà nell'indirizzare senza vincoli le vostre decisioni.

Banishers: Ghosts of New Eden estende a macchia d'olio questa filosofia e insinua costantemente nel giocatore il tarlo del dubbio. Lo fa presentando le diverse regioni dove vengono messe in scena le storie dei pochi cittadini rimasti in piccoli villaggi e insediamenti, costruendo una narrazione dove nulla è come sembra e dove persino al termine delle indagini rimarrete combattuti su chi condannare o moralmente divisi per via del concorso di colpe di più personaggi, che possono essere nel giusto pur compiendo nefandezze.

Banishers: Ghosts of New Eden (lo trovate su Amazon in versione PS5), da questo punto di vista, è semplicemente strepitoso. Raramente ci è capitato di vedere così tante sfumature, così tanti grigi e così tanta efficacia nel tratteggiare personaggi autentici, mai monodimensionali e certamente sempre divisivi.

Se un determinato caso può di primo acchito offrire un quadro apparentemente chiaro, basterà indagare e reperire vecchie lettere, oggetti o interrogare persino fantasmi rancorosi per assistere a ribaltamenti di prospettive o scoprire verità nascoste o dettagli per nulla trascurabili.

Se Red può indagare nella maniera più classica, Antea può invece scoprire cosa si cela al di là della vista e dei sensi, riesumando segreti sepolti e insinuandosi oltre il velo della percezione. Agendo in tandem, e potendo passare dall'uno all'altro in qualunque momento, potrete ricostruire le diverse vicende e chiudere i casi nella maniera che riterrete più opportuna, pur tenendo conto che le vostre azioni influenzeranno il destino finale della vostra amata.

Se volete essere ragionevoli e optare per la scelta che sembra la più giusta, potrete farlo decidendo di far ascendere pacificamente il fantasma rancoroso o ferito nell'animo; se invece deciderete di agire come una sorta di prevaricatorio e tumultuoso Torquemada della situazione, potrete epurare un fantasma condannandolo alla dannazione o far fuori un essere umano.

In alcuni casi complessi, anche dopo aver preso una decisione definitiva, rimarrete con una pressante e impertinente domanda che vi ronzerà di continuo in testa: "Ho davvero fatto la cosa giusta o avrei dovuto condannare qualcun altro?"

Gameplay - God of Ghosts

Alla luce di quanto detto, è evidente come i punti di forza di Banishers: Ghosts of New Eden siano l'intensità della storia, la narrazione di alto livello e le modalità attraverso cui il giocatore si sentirà coinvolto in un mondo autentico e con personaggi credibili. 

Ci sono temi sociali, politici e umani importanti, nel gioco di DON'T NOD. Tutti concorrono a rafforzare la già marcata impronta della software house, che sin dai suoi esordi ha dimostrato di trattare con maestria certi argomenti. 

Tra abusi, violenze, ingiustizie sociali, prepotenze, e persino certi temi molto attuali e adattati al contesto storico e sociale dell'epoca, Banishers: Ghosts of New Eden non si fa mancare nulla e sceglie con sorprendente intelligenza di non fare mai quelle classiche forzature moderne sempre fuori luogo, che fanno danni enormi, mistificano e ridicolizzano questioni che sono invece cruciali e che andrebbero affrontate con grande serietà.

Per quanto riguarda invece lo scheletro di gioco, la struttura del mondo da esplorare, le modalità di avanzamento e persino le dinamiche dei combattimenti, si fa davvero grande fatica a scorgere qualcosa che sia totalmente originale o unico. 

In questo, come già detto a inizio recensione, Banishers: Ghosts of New Eden è chiaramente un epigono di God of War, da cui pesca a piene mani e incorpora al suo interno tutto ciò che ha decretato il successo dei due magnifici capitoli sviluppati da Santa Monica Studios. Il punto, però, è che l'opera di DON'T NOD non è God of War, e questo purtroppo si nota a più riprese.

Il sistema di combattimento è rigido, poco fluido e talvolta il lock sui nemici non è sempre puntuale come dovrebbe. Inoltre, si ha sempre la sensazione che la reattività avrebbe potuto essere maggiore, e che gli input avrebbero potuto essere molto più scattanti di così. Il confronto coi grandi del genere è dunque impari e si nota una non trascurabile distanza con le ultime evoluzioni degli action adventure più di spicco.

Banishers: Ghosts of New Eden sceglie con sorprendente intelligenza di non fare mai quelle classiche forzature moderne sempre fuori luogo, che fanno danni enormi, mistificano e ridicolizzano questioni che sono invece cruciali e che andrebbero affrontate con grande serietà.

La vera novità è rappresentata dalla possibilità di poter alternare in qualunque momento Red e Antea, ciascuno con le proprie abilità e peculiarità. Se Red può colpire con attacchi di spada leggeri, pesanti e sparare col proprio fucile, Antea può colpire coi pugni e avvantaggiarsi dei proprio poteri spiritici, capaci spessi di infliggere più danni a chi è come lei.

Il sistema di combattimento prevede anche degli scambi rapidi al fine di concatenare attacchi multipli, ma è evidente quanto la lentezza dell'esecuzione delle azioni disinneschi un po' l'efficacia delle azioni più complesse. Proprio per questo motivo, spesso il giocatore si limiterà a schivare, rotolare via e gestire ogni situazione con relativa calma. 

Se l'avventura di base resta molto abbordabile, optando sin da subito per la difficoltà più elevata bisogna far attenzione alle abilità da impostare, ai potenziamenti e soprattutto a come usare i due personaggi. La mole di contenuti è di rilievo, e si si vuole completare tutto al cento per cento si sforano serenamente le circa trenta ore previste, soprattutto se deciderete di cimentarvi nelle sfide più complicate o se vorrete far vostri tutti i collezionabili. 

Abbiamo giocato Banishers: Ghosts of New Eden su PS5, provando entrambe le modalità grafiche. Come sempre più spesso accade, facciamo sempre molta fatica a consigliare la modalità fedeltà, che richiede un sacrificio troppo importante in termini di frame rate.

Optando per le prestazioni, non sempre il gioco riesce a tenere in maniera solida i fatidici 60 FPS, e accade di notare dei cali qua e là, soprattutto quando si entra in ampie zone o quando la mole poligonale aumenta di densità. La qualità media del comparto tecnico è piuttosto buona e l'Unreal Engine 5 restituisce grande dignità al mondo di gioco. 

Restano tuttavia alcune imperfezioni nelle rifiniture e la qualità di molti volti non riesce ad appaiarsi a quella delle opere di più alto livello. Al di là di ciò, Banishers: Ghosts of New Eden è un titolo da tenere in alta considerazione, capace di offrire al giocatore una solida avventura story driven (sottotitolata in italiano) che regge con forza fino alla fine e che sa come nobilitare la narrazione nella sua forma più matura e sfaccettata.

Voto Recensione di Banishers: Ghosts of New Eden | Recensione


8.4

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Storia matura, convincente e con una scala di grigi davvero importante.

  • Narrazione di spessore, mai banale, che include importanti temi sociali.

  • Lo scheletro del combat system e delle modalità di esplorazione e avanzamento è quello di God of War...

Contro

  • ... Ma siamo distanti da quelle eccellenze, se si prende in esame il sistema di combattimento poco reattivo e a volte impreciso.

  • Il frame rate non è sempre stabile, quando si raggiungono le aree più ampie e con una notevole conta poligonale.

Commento

Banishers: Ghosts of New Eden è l'opera della maturità di DON'T NOD: con una grande narrativa sempre credibile e con temi importanti, una scala di grigi dove nulla è netto e ogni scelta è complicata da prendere, e un impianto di gioco preso di peso da God of War, riesce ad appassionare e convincere. Nonostante alcune incertezze e imprecisioni del combat system, e qualche piccolo singhiozzo tecnico, è davvero difficile parlar male di un'opera così solida e mai fuori fuoco.
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