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Recensione

The Italian Job

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Avatar di Yoshi

a cura di Yoshi

Pubblicato il 13/10/2003 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

5

Ora, felici possessori di uno sfavillante Nintendo Gamecube, immaginate di trovarvi di fronte alla confezione di un nuovo titolo per la vostra amata console. Osservando il box e leggendo le note sul retro di copertina, comincia a insinuarsi in voi la speranza che il gioco in questione possa, per struttura e ambientazioni, rappresentare il degno sostituto di quel Driver 3 che non vedrete mai pubblicato per la piattaforma di gioco della grande N.Impazienti di verificare tale ipotesi, attendete il primo paio d’ore libere che vi capitano e vi piazzate davanti al televisore dopo aver inserito il Mini-Dvd nel lettore ottico del Cubo. La presentazione a video non è nulla di speciale, si tratta essenzialmente di un filmato che mixa scene di gioco e spezzoni (invero rari) del film da cui il gioco è tratto; incuranti di questi dettagli secondari vi gettate a capofitto nella modalità storia, la principale, e dopo qualche minuto vi rendete conto che, nonostante palesi difetti dal punto di vista dell’ambientazione e anche da quello tecnico, il titolo si rivela divertente, permettendovi di sfrecciare con delle luccicanti Mini Cooper nel bel mezzo del traffico di Los Angeles, sfuggendo alla polizia e alle auto del cattivane di turno, o tentando di raggiungere entro il tempo prestabilito determinati obbiettivi.Quando poi, poco dopo un’ora di gioco, siete finalmente riusciti a padroneggiare anche le tecniche acrobatiche più evolute (come portare la Mini su due ruote, effettuare spettacolari derapate, o utilizzare le rampe sparse per la città come trampolini di lancio per spettacolari voli), siete definitivamente convinti che il gioco non sia niente male nell’insieme……E a questo punto scorrono i titoli di coda, che annunciano con candore che avete terminato tutte le missioni previste dal titolo. Con un occhio all’orologio realizzate che sono passate meno di due ore dall’inizio della vostra prima (e forse ultima) partita a The Italian Job. Non male per oltre 50 euro, vero?

So you have a car… that don’t impress me much!Prendendo a prestito le parole della graziosa Shana Twain (che sarebbe anche più attraente se non avesse per cognome lo pseudonimo di un driver per scanner), introduciamo dunque questo titolo tutto sommato divertente e coinvolgente, ma minato alle fondamenta da una grave mancanza di longevità e al contempo da un modesto valore di replay.Il gioco è tratto da un film (blockbuster, ovvero campione di incassi, al dire dei produttori) che narra le vicende di una banda di rapinatori affiatati e iper-professionali. Dopo aver effettuato uno spettacolare furto a Venezia (il “lavoro italiano” del titolo), tra i simpatici amiconi si rivela nascosto un traditore che tenta di assassinare tutti i suoi (ex) compagni e fugge a Los Angeles con il bottino. Ma il farabutto non ha tenuto conto di un vecchio adagio che recita: mai rubare a un ladro! E difatti i complici traditi non si rassegnano e organizzano un piano per riprendersi il maltolto a scapito del malvagio Steve.Cosa c’entrano le Mini con tutto ciò? Semplice magia di Hollywood, l’unico luogo al mondo dove il modo migliore di scassinare una villa sulle colline di Beverly Hills è…indovinate un po’? Procurarsi tre Mini Cooper, rapinare la magione, infilarsi con le agili vetture nei tunnel della metropolitana e, dopo aver fatto impazzire il traffico della città manomettendo l’intero sistema di semafori, darsela a gambe con un normale treno in partenza dalla stazione Union Square! (e poi la mia ragazza si lamenta che Schwarzy in Terminator 3 non è realistico!).Basandosi su questa trama i ragazzi dei Climax Studios hanno deciso di realizzare un racing game con una struttura a missioni sulla falsariga dello storico Driver.Selezionando difatti la modalità principale si potranno affrontare 15 stage consecutivi, alla ricerca del bottino della banda con scorribande lungo le strade di Los Angeles a bordo delle mitiche Mini Cooper recentemente rinnovate. Per poter accedere ai capitoli successivi della storia, sarà necessario completare le missioni precedenti con un voto sufficiente. Il sistema di punteggi, che analizzeremo con più dettaglio tra qualche riga, permette inoltre ai piloti più abili di sbloccare materiale bonus come piste, vetture e altri extra inizialmente inaccessibili.In ogni caso le missioni si svolgeranno unicamente a bordo delle vetture, con uno schema abbastanza tradizionale e basato su punti obbiettivo da raggiungere entro il tempo prestabilito; in questo senso TIJ ricorda da vicino il già citato Driver rispetto a un titolo differente come GTA. Semmai un primo difetto può essere individuato nella mancanza di scene di intermezzo degne di questo nome, che magari introducano i vari livelli di gioco in modo da renderli coerenti e integranti la trama: in realtà il tutto è limitato ad alcune inquadrature della città e a un testo che descrive il dipanarsi della vicenda, prima che si debba salire in macchina. Nessuna traccia di attori (reali o digitali) o di dialoghi che avrebbero reso sicuramente l’esperienza più avvincente.L’idea, comunque interessante per gli utenti cubici che non dispongono di titoli analoghi, è sprecata dal limite principale di TIJ, la longevità: 15 missioni posso anche essere un buon numero, se ognuna di esse presentasse una complessità e una durata adeguate; al contrario, gli stage si TIJ sono troppo brevi per garantire un’esperienza di gioco completamente soddisfacente. Certo, guidare le Mini attraverso la città, ben ricostruita, è tutto sommato divertente, ma titoli come questo richiedono una complessità maggiore per poter reggere la prova del tempo. Per intenderci, dal punto di vista dell’adrenalina pura i due episodi di Burnout rimangono ancora i punti di riferimento per gli appassionati di racing game su Gamecube.Stessi pregi e difetti possono essere rintracciati nelle altre modalità di gioco: la gara singola permette di correre lungo un tracciato predisposto nella città sfidando altre 3 vetture, ed è usufruibile anche in coppia per le sfide con un amico. Nella corsa a ostacoli l’obbiettivo è invece quello di terminare dei percorsi acrobatici realizzando un numero di punti suffienti a garantire il passaggio di livello. In entrambe le situazioni i tracciati offerti non rappresentano una sfida eccessiva, sebbene costituiscano un buon diversivo dalla modalità di gioco principale.

Tattatata, tattatatatata, tata!(per la serie: provate voi a titolare un paragrafo con il clacson del Generale Lee di Hazard).Più volte nelle righe precedenti si è fatto riferimento alla possibilità di totalizzare punti durante le modalità storia e corsa a ostacoli; il punteggio finale con cui si superano i livelli ricopre un ruolo fondamentale, dal momento che alla fine di ogni stage vi verrà assegnato un voto in lettere (da C ad A) in base alla vostra prestazione: solo ottenendo il massimo dei voti potrete non solo superare il livello, ma ottenere del materiale bonus come veicoli e tracciati.Il sistema di punteggio tende a premiare la guida spettacolare ma pulita: in particolar modo i bonus di punti vengono assegnati come ricompensa per il tempo in aria (ovvero per quanti secondi si riesce a eludere la forza di gravità con spettacolari salti), per le acrobazie con la vettura (sia portando le mini su due ruote, alla maniera dei cugini Dukes in Hazzard, sia effettuando lunghe derapate) e per il numero di oggetti di contorno che si colpiscono, nonché per il tempo rimasto al completamento della missione.Al contrario sarete penalizzati per gli incidenti con il traffico civile e più in generale per i danni che la vostra vettura riporterà a fine percorso.Il meccanismo di punteggio funziona bene, è innegabile, e uno dei pochi motivi che spinge il giocatore a ripercorrere i livelli già completati è proprio quello di migliorare le proprie performance per ottenere il massimo dei voti in ciascuno stage.

Realizzazione TecnicaL’impatto audio-visivo di TIJ è più che buono: le mini sono riprodotte con un discreto dettaglio in tutte le versioni disponibili (si va dalla serie classica a quella rinnovata, dalle “trendy” cooper alle pompatissime “S”), così come le altre vetture presenti nel gioco. Anche il background cittadino è realizzato in modo convincente e il numero di poligoni utilizzato è di tutto rispetto. Ad impreziosire l’insieme vi sono poi dei buoni effetti di luce (mal realizzato invece il riflesso dello sfondo sul lunotto delle macchine) e una fluidità sempre su ottimi livelli. Una nota di rammarico tocca invece al motore di collisione tra oggetti, che non evita situazioni con pesanti effetti di compenetrazione tra le vetture e le pareti degli edifici, sebbene gli episodi siano limitati a casi isolati.Sul fronte audio c’è da segnalare una discreta localizzazione in italiano della traccia audio (essenzialmente la voce narrante che ci guida nella modalità storia), mentre effetti e tracce di background sono nella media, peraltro buona, delle ultime produzioni del genere. Nel complesso la realizzazione tecnica è comunque soddisfacente.

-Divertente, è innegabile

-Tecnicamente buono

-Longevità sotto le scarpe

-Confezionato senza cura nei dettagli

-Licenza cinematografica mal sfruttata

5

The Italian Job è un titolo da cui si poteva e doveva attendere di più: l’impianto di gioco creato dagli sviluppatori era (bisogna dargliene atto) un formidabile trampolino di lancio per quello che sarebbe potuto diventare un degno rivale dei vari GTA e The Getaway. In effetti il gioco durante le fasi di corsa si rivela divertente e veloce (anche se per nulla originale); quello che manca è un solido impianto di trama che coinvolga di più il giocatore (e qui è imperdonabile non aver sfruttato a dovere la licenza del film) e soprattutto una struttura più articolata e longeva: la durata del titolo in modalità principale è di poche ore (un paio se non si cercano i punteggi massimi nei singoli stage), troppo poco per un gioco che si deve confrontare sul campo con i grossi calibri già citati.

Il rimpianto è accresciuto poi per piattaforma Gamecube, su cui TIJ con avrebbe avuto concorrenza in questo genere.

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