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Pro
- Contenutisticamente soddisfacente tra campagne ed espansioni, anche in co-op
- Divertente e frenetico sopratutto alle difficoltà maggiori...
- Apprezzatissimo restyling grafico
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Contro
- La modalità online versus di per sé non convince
- ... ma il peso degli anni per il suo gameplay si sente tutto
Il Verdetto di SpazioGames
Quando si pensa al mondo degli FPS è difficile non tornare con la mente alle storie dei primi anni Novanta, un’epoca d’oro tra Wolfenstein 3D e il primo incredibile Doom capaci di fare scuola per un mondo via via sempre più ramificato di progetti e apprezzato dalle community. Progetti che riguardavano, nella maggior parte dei casi, anche cloni più e meno riusciti del lavoro di ID Software e John Romero, in un’esplosione di creatività che ha lasciato nelle mani degli appassionati un variegato ventaglio di opzioni sempre più variegato.
Un po’ più di nicchia, ma non per questo di meno valore, gli originali Heretic (1994) ed Hexen (1995) hanno contribuito a modo loro nel definire il genere degli sparatutto, prendendo direttamente lo stile e il motore grafico di DOOM per creare dei mondi dark fantasy medievali di assoluto carattere, in grado di sprizzare un certo fascino da ogni pixel.
Proprio per questo motivo, l’arrivo di Heretic + Hexen in versione remastered, sotto la mano attenta di Nightdive Studios, è molto più di un semplice compitino. Un pacchetto che ho recensito con piacere; rispettoso del materiale originale e in grado di attirare i giocatori più di vecchia data con maestria.
Universi da salvare
Contenutisticamente parlando, Heretic + Hexen è un cofanetto che ripropone in scala 1:1 i due capitoli originali sviluppati da Raven Software, oltre alle rispettive espansioni Shadow of the Serpent Riders e Deathkings of the Dark Citadel uscite negli anni successivi.
Oltre a ciò, la collection prevede due campagne inedite realizzate per l’occasione, ovvero Heretic: Faith Renewed ed Hexen: Vestigues of Grandeur, con l’obiettivo di ampliare l’esperienza per giocatore singolo con nuovi livelli e nuovi pericoli che ovviamente riprendono lo stile dei capostipiti. Il tutto, con un level design ancora più elaborato per mettere in difficoltà il giocatore tra trappole, segreti, nemici e strade nascoste da scoprire.
Entrambi i brand menzionati, comunque, attingono a piene mani dallo stile del primo Doom, dove dopo un breve preambolo narrativo (più evidente e valorizzato per Hexen) il giocatore viene catapultato in scenari densi di pericoli e segreti, ovvero subito al centro dell’azione.
I vari livelli di difficoltà permettono di gettarsi nella mischia contro nemici semplici da tritare oppure in grado di mettere in difficoltà anche i veterani, offrendo un’esperienza sulla carta adatta davvero a tutti. Nonostante ciò, per essenza e stile di Heretic + Hexen, il pacchetto offre il meglio di sé proprio alle difficioltà più elevate, dove gli scontri si fanno più pericolosi, ogni colpo incassato può essere fatale e non bisogna mai abbassare mai la guarda mentre si esplorano i livelli.
Non manca nemmeno una modalità multigiocatore online deathmatch per un massimo di 16 giocatori, così come un' opzione co-op in spleet screen dove fino a quattro utenti possono collaborare su qualsiasi piattaforma. Soprattutto per la prima più competitiva, però, il risultato è quello di un versus parecchio basico e confusionario, nonostante sia evidente il tentativo di offrire momenti di pausa online che sono un poco godibili solo se sfruttati a piccole dosi.
Nello specifico, ci sono brevi lobby create sul momento dal layout estremamente minimal- con funzionalità cross play attiva - dove attendere di entrare in partita, per poi gettarsi subito nella mischia in round da decina scarsa di minuti.
Decisamente più piacevole e sensata, invece, la sezione Raven Vault, dove approfondire le origini dei due universi tra bozzetti, mostri, armi e menu di ogni sorta, oltre a foto degli sviluppatori dell’epoca che mostrano tutto l'entusiasmo di chi sta cercando di creare qualcosa di nuovo.
Rifarsi il look e oltre
Per quanta riguarda il gameplay effettivo di Heretic + Hexen ribadisco il concetto di essere in tutto e per tutto davanti a una riproposizione più pulita e chiara degli stessi boomer shooter usciti in successione nel 1994 e 1995 (ti consiglio un controller come questo Microsoft disponibile su Amazon).
Heretic offre i livelli più cupi ed essenziali, con diavoli alati e abomini che sbucano da ogni angolo per avere la meglio, mentre si entra in un loop di scontri ed esplorazione per la ricerca di determinate chiavi utili a proseguire nel livello. Un po’ di ripetitività nello schema rimane tutt’oggi, ma la miglior pulizia e lettura delle schermate e delle mappe - oltre all’ammodernamento di texture e colori - rende il tutto più digeribile.
Hexen vanta, invece, un lavoro di restyling molto più rifinito e sorprendente, in grado di valorizzare un titolo di per sé ancora più ricco e sfaccettato del suo predecessore; mi riferisco alla possibilità di saltare, il maggior ventaglio di opzioni per oggetti e armi, senza dimenticare la mira libera e non più automatica sull’asse verticale. In questa edizione, inoltre, alcune porzioni di mappa sono stati ridisegnate per ridurre il senso di dispersività e confusione, così da valorizzare ancora di più gli scontri e le sessioni con gli enigmi.
Da non dimenticare nemmeno che Hexen, fin dalla sua formula originale, offre la scelta tra tre personaggi distinti per le missioni, ciascuno con parametri differenti per magia, armatura, forza ed armi esclusive. Guerriero, Chierico e Mago
tornano come scelte anche in Heretic + Hexen con alcuni bilanciamenti e miglioramenti dell’input lag, come ad esempio lo scudo del Guerriero finalmente efficace nelle parate con la pressione del grilletto apposito.
In entrambe le esperienze presenti nel cofanetto realizzato da Nightindave Studios, ribadisco l’ottimo lavoro ottenuto per il comparto visivo, tra pulizia delle texture per ambienti e nemici, giochi di luce ed effetti più convincenti e una palette cromatica più varia ed accesa (evidente soprattutto nelle vetrate e negli ambienti chiusi in generale), senza dimenticare il supporto widescreen, 4K e 120fps.
Ultimo, ma non per importanza, l’impegno profuso dagli sviluppatori è evidenziato anche nella possibilità di poter scegliere tra comparto audio originale o remixato, con una colonna sonora arrangiata per l’occasione da Andrew Hulshult, compositore famoso per i brani incalzanti su titoli come Quake Champions e Doom Eternal.