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Recensione

Pixeljunk Sidescroller

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Avatar di musehead

a cura di musehead

Pubblicato il 02/11/2011 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7.8

Una sorpresa riservata da Q-Games ai migliori giocatori di Pixeljunk Shooter 2, era lo sbloccare un livello caratterizzato da uno scorrimento orizzontale vecchia scuola, perfettamente in linea con la moda che impazzava in epoca 8/16-bit una volta collezionati tutti i tesori. 

Est ed Ovest uniti 
Nonostante sia collocata a Kyoto, la Q-Games è un meraviglioso incontro tra Oriente ed Occidente, dove il britannico Dylan Cuthbert tira le fila di un gruppo eterogeneo. Una fusione di culture che sembra funzionare alla grande, considerando che, mentre il resto del Giappone arranca a svecchiare i propri prodotti, questa compagnia è stata in grado di trovare un equilibrio peculiare fatto di due dimensioni ed idee di ultima generazione. La fortunata serie Pixeljunk ha offerto gameplay molto diversificati che, tuttavia, sembrano aver trovato terreno più fertile tra gli appassionati di shoot’em up, stando a guardare l’ottimo ricevimento ottenuto dai due Shooter, nei quali, però, il giocatore poteva spostarsi con libertà e multidirezionalità all’interno dei livelli, venendo a patti con una nave con una rilevante inerzia e puzzle da risolvere sfruttando elementi naturali quali acqua e fuoco.Per la programmazione di Sidescroller, distribuito come gli altri sul Playstation Network, alla Q-Games hanno optato per un’ulteriore semplificazione delle meccaniche che, per fortuna, rimangono non scontate, coadiuvate da un impianto tecnico carismatico. 
Verso gli anni Novanta ed oltre 
La golden age dello sparatutto è stata estremamente longeva. In parte, è coincisa con la stessa evoluzione del gioco da sala, dato che fra i primi esempi di titoli di successo figurano gli immortali Space Invaders e Galaxian, che però appartenevano ai cosiddetti fixed shooters, nei quali la nostra navicella non poteva divincolarsi dal movimento sul fondo dello schermo. Il primo sidescroller, quindi a scorrimento orizzontale, di universale notorietà è stato Defender, famoso anche per la sua difficoltà disumana derivante da uno schema di controlli folle: c’era una plancia con un joystick per variare la sola altezza dell’astronave e poi cinque pulsanti per il fuoco ed il resto del movimento. Così complicato che i suoi successori divennero molto più user-friendly, snellendosi sempre di più nella manovrabilità ma restando estremamente duri da affrontare, perfetti per partite “da gettone” che dovevano divertire e durare poco. Come vedremo, Pixeljunk Sidescroller attinge a piene mani dal passato del genere d’appartenenza, rimescolando il tutto per trovare una formula personale.Distintive sono le scelte stilistiche per la grafica. Ai più anzianotti verrà subito in mente la grafica vettoriale: Asteroids, Battlezone e compagnia non utilizzavano bitmap e sprites, ma un’estetica fatta di linee, spesso adoperata per dare un’impressione di tridimensionalità. Una console che si chiamava Vectrex provò ad importare questa tecnologia in salotto con validi risultati tecnici che però fallirono con tutto il videogioco americano nella celebre crisi del 1983, ma Pixeljunk Sidescroller riparte esattamente da lì: tutta la grafica è fatta di linee luminescenti (su un fondale che tuttavia può cambiare colore), senza riempimenti, con un bagliore diffuso che simula quello tipico dei vecchi televisori a tubo catodico, alla pari della curvatura che il video adotta negli angoli estremi della schermata. L’effetto è molto gradevole, anche se lo sarà soprattutto per i più nostalgici, e stride piacevolmente con trovate ludiche che non erano ancora state adottate dal videogaming di inizio anni Ottanta. 
Al decennio successivo fanno invece riferimento le musiche, la cui composizione è stata ancora affidata all’eccellente duo britannico degli High Frequency Bandwith, che, nella loro discrezione derivante da un volume che non litiga con l’azione, propongono un godibilissimo accompagnamento che guarda con ispirazione ai numerosi moduli che imperversavano nella comunità degli utenti Amiga. L’elemento in assoluto più simpatico, però, è la voce che ci comunicherà i potenziamenti delle armi dell’astronave: lo speaker è una donna, si presume, che non fa nulla per nascondere il riconoscibilissimo accento nipponico che non potrà non strappare qualche sorriso a chi ha familiarità con esso. 
Divertimento senza tempo 
Il gameplay di Pixeljunk Sidescroller è intuitivo e immediatamente accessibile: la nostra nave avanza perennemente da sinistra verso destra, con lo scorrimento dello schermo che detta il ritmo dell’azione, dato che la sua velocità è variabile. Possiamo affidarci a tre distinte modalità di fuoco disponibili fin da subito: un mitragliatore, un laser, un attacco laterale chiamato “bomba” più un assalto speciale che vedrà la nostra nave scagliarsi contro i nemici. Ogni arma può essere potenziata raccogliendo delle “P” che spunteranno in seguito all’abbattimento di determinati avversari, fino ad un massimo di quattro upgrade che scaleranno di uno ogni volta che perderemo una vita. Il gioco può essere controllato tanto tramite la croce direzionale quanto con lo stick analogico sinistro, con una netta preferibilità per la prima, mentre il fuoco sarà effettuato tramite il tasto R1, soluzione non comune per i sidescroller.

Il gioco è molto ma molto divertente!L’ottima manovrabilità è uno dei maggiori pregi, mentre il resto lo fa lo straordinario mix di due decenni di cultura videoludica. L’alternanza delle armi porta alla memoria Thunderforce, l’attacco speciale da caricare ricorda R-Type, mentre i boss (favolosi), alla pari di alcune sezioni dei livelli, sono legati a doppio filo con il relativamente recente filone dei manic shooter e la loro valanga di proiettili. A fare da corollario al tutto, infine, ci sono le consuete ambientazioni dei “vecchi” Pixeljunk Shooter, con corsi di acqua e lava che seguono la loro fisica, con i primi per ripristinare l’energia della nave e i secondi per distruggerla al minimo contatto. 
Il lato debole di Pixeljunk Sidescroller è quello della longevità, veramente risicata a causa di soli dodici stage, tre dei quali dedicati ai divertentissimi scontri con i boss. La curva della difficoltà è molto ben calibrata, con passaggi ostici ma domabili dopo ripetuti tentativi. Il punto che, a differenza dei titoli del passato, e giustamente, Pixeljunk Sidescroller fa uso dei salvataggi, che ci permettono di ricominciare direttamente dall’ultimo livello raggiunto. Peccato che la presenza dei “continue” ci consenta persino di ripartire, con tutte le vite nuovamente a disposizione, proprio da dove eravamo stati abbattuti. La giocabilità sicuramente se ne avvantaggia, con il senso di frustrazione che viene considerevolmente ridimensionato di pari passo con la durata dell’esperienza complessiva che si comprime nello spazio di una giornata di gioco intenso. Unico neo in un titolo davvero riuscito che, forse, doveva costare meno.

– Molto gradevole lo stile grafico

– Musiche non invadenti ma ottime

– Azione di elevata qualità

– E’ davvero troppo corto

– Per quanto offre, non è economico

7.8

Pixeljunk Sidescroller è un must per i nostalgici e per tutti gli appassionati dell’azione pura. Traendo ispirazione da numerosi capisaldi della tradizione degli sparatutto, ha il merito di rimescolarne le componenti così saggiamente da ricavarne una dimensione propria. La durata complessiva, del gioco, purtroppo è fin troppo limitata, ma l’appagante comparto audiovisivo e l’abbondanza di piccoli tocchi di classe definiscono un’esperienza sicuramente breve, ma soprattutto intensa e piacevole.

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