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RECENSIONE SWITCH

13 Sentinels Aegis Rim incanta anche su Switch | Recensione

Il tempo è un concetto relativo, in fondo

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Informazioni sul prodotto

Immagine di 13 Sentinels: Aegis Rim
13 Sentinels: Aegis Rim
  • Sviluppatore: Vanillaware
  • Produttore: Atlus
  • Distributore: Koch Media
  • Piattaforme: PS4 , SWITCH
  • Generi: Avventura grafica , Strategico
  • Data di uscita: 22 settembre 2020 - 12 aprile 2022 (Switch)

Di mese in mese la già sconfinata libreria di Nintendo Switch si sta arricchendo di titoli provenienti dalle altre console sul mercato, alcuni dei quali incredibilmente adatti alla fruizione portatile ed ai ritmi più brevi ed incalzanti propri del gioco in mobilità.

13 Sentinels Aegis Rim aveva saputo stupirci prima e stregarci poi non più di un anno e mezzo fa, consentendoci una gradita fuga dalla realtà nel bel mezzo delle ondate iniziali della pandemia che (forse) ci stiamo lasciando alle spalle.

Oggi siamo qui non a dirvi quanto sia meritevole il titolo Vanillaware e quanto dovreste giocarlo, ma piuttosto come gira sulla console ibrida della grande N e se dovreste approfittare di questa seconda pubblicazione come scusa per una nuova run.

Passato, presente e futuro

Meno di due anni or sono, su queste stesse pagine, non avevamo esitato nel definire 13 Sentinels Aegis Rim, e in particolare la sua narrativa asincrona, delle vere e proprie pietre miliari per il genere su console, accostando nella recensione il peculiare stile adottato a quello che Christopher Nolan impiegò nel suo Memento, una delle opere meno conosciute ma più affascinanti del regista britannico.

Oggi, dopo che mille altre storie ci sono state raccontate nel frattempo da libri, film e altri videogiochi, e pur conoscendo parte della lore del titolo, al termine dell'ennesima run ci troviamo ancora a cantare le lodi dell'opera Vanillaware, che guadagna in imprevedibilità ed in coralità quello che perde in originalità.

Da qualunque parte la si guardi, la storia partorita dalla mente di George Kamitani è una delle migliori della pluritrentennale carriera del game designer nipponico, capace non solo di rapire completamente il giocatore ma anche di lasciarlo in sospeso fino a pochi secondi dallo scorrere dei titoli di coda, che portano comunque in dote tante domande quante risposte, "costringendo" (mai costrizione è stata più piacevole, per chi vi scrive) a giocare il titolo almeno una seconda volta per cogliere al meglio molte delle sfumature e districare nodi altrimenti irrisolti.

Lo sforzo di Sega ed Atlus nel localizzare il gioco, relativamente ai sottotitoli, in tutte le principali lingue europee, italiano incluso, non è a nostro avviso casuale: la complessità dell'opera e dell'inconsueto stile narrativo, che spazia ripetutamente tra molteplici ere temporali, e il gran numero di personaggi chiave che compongono il cast principale avrebbero altrimenti reso praticamente incomprensibile la corposa storyline a chiunque non parlasse inglese quasi come la propria lingua madre.

Su Switch, poi, racchiuso in un file di poco superiore ai 4 GB, 13 Sentinels Aegis Rim risplende ancora di più, come d'altronde accaduto anche ad altri titoli che facevano della narrazione la loro principale prerogativa: poter proseguire le linee narrative come si farebbe con un buon libro, alla fermata dell'autobus piuttosto che sul divano in un uggioso sabato pomeriggio, non ha prezzo.

La versatilità di Switch e la possibilità di fruire dei contenuti che la macchina offre liberi da vincoli tanto spaziali quanto temporali si dimostrano ancora una volta carte vincenti, capaci di trasformare un gioco che già di suo era un capolavoro in un'esperienza assolutamente imprescindibile, senza alcuna scusa di sorta.

Tanta carne al fuoco (anche troppa, per lo schermo di Switch)

Per quanto concerne il gameplay, la versione qui esaminata non si discosta minimamente, né per le meccaniche né per i contenuti, da quella recensita a settembre del 2020, e non possiamo quindi che rimandarvi alla nostra analisi dell'epoca per una vivisezione del gameplay del titolo.

Agli utenti Nintendo interesserà piuttosto sapere come si adatta la struttura di gioco alla fruizione portatile e quali accorgimenti sono stati eventualmente presi per facilitare il gameplay in caso si scelga di giocare in modalità portatile.

Partendo da quest'ultimo quesito, la risposta è che, probabilmente, si poteva fare qualcosa di più: già all'epoca della pubblicazione su PS4 lamentammo una certa mancanza di chiarezza a schermo, soprattutto in occasione delle battaglie più movimentate, quando non era infrequente prendere colpi senza capire bene da dove arrivassero.

Da questo punto di vista, purtroppo, la situazione non solo non è migliorata, ma anzi, può risultare anche peggiorata, a seconda di quale modello di Switch si possegga e di quanto si decida di giocare in portabilità: il caos prodotto dalle decine di esplosioni e dal continuo avvicinamento delle truppe nemiche ai nostri mech rende l'azione spesso difficilmente leggibile.

Questo può causare problemi tanto a chi avesse a disposizione solo una Switch Lite, il cui schermo è tutt'altro che generoso, quanto chi ama alzare il livello di difficoltà nei giochi, perché prendere qualche colpo extra può segnare la differenza tra una vittoria ed una sconfitta al livello di sfida più alto.

In compenso, ci siamo goduti 13 Sentinels Aegis Rim anche più di quanto avessimo fatto in occasione della nostra prima recensione, e questo è un complimento da non sottovalutare vista l'altissima valutazione che il gioco Vanillaware seppe meritarsi in quel frangente: la modularità dell'esperienza di gioco e del racconto stesso, divisi tra i molteplici protagonisti e le loro storyline interconnesse ma autoconclusive, rende il gioco perfetto per una fruizione a spizzichi e bocconi.

Non c'è tempo per una battaglia che si preannuncia particolarmente combattuta? Si può approfittare per leggere il glossario interno o portare avanti una delle fasi da visual novel. Abbiamo un'ora libera e del tempo da ammazzare? Meglio scendere in battaglia, allora, e dedicarsi magari anche agli obiettivi secondari della missione in corso.

La consistente mole di contenuti, la rigiocabilità del prodotto e la strabordante presentazione audiovisiva, tra i principali punti di forza della produzione, tornano tutte in questa edizione per Nintendo Switch, con qualche piccolo distinguo da fare riguardo al lato tecnico, come andremo a vedere nel paragrafo successivo.

Well done

Iniziamo l'analisi del port e della versione Switch con una delle cose che più ci ha sorpreso in positivo, ovvero la durata dei caricamenti, pressoché identica a quella di console ben più potenti come PS4 e PS4 Pro, sulle quali avemmo modo di provare il gioco in occasione della sua prima pubblicazione.

Ad aiutare il team di sviluppo nel lavoro di conversione c'è anche uno stile grafico che non abbisognava di chissà quale conta poligonale e che si adatta benissimo anche a macchine meno potenti come l'ibrida della casa di Kyoto, dimostrandosi piacevole da vedere sia su un televisore dalla diagonale generosa, sebbene perdendo il confronto diretto con le console più potenti, sia sullo schermo di Switch, che rende più vibranti i colori ed accentua le linee di demarcazione e l'incantevole direzione artistica.

Possiamo dirci soddisfatti, seppur con qualche piccolo distinguo, anche delle performance del titolo, che non è sembrato mai mettere alla frusta la console ospite, con l'eccezione delle già citate sequenze di lotta più incandescenti, in cui lo schermo si riempie di indicatori, nemici ed esplosioni ed è possibile (più in modalità docked, a dire il vero) incappare in qualche calo di frame rate, che comunque, vista la natura a turni della produzione, non ha mai compromesso la nostra esperienza di gioco.

Per moltissimi elementi, allora, il gioco Vanillaware in questa sua nuova incarnazione è quasi identico a quelle che lo hanno preceduto, con l'aggiunta della sempre gradita possibilità di giocarci dovunque, resa come detto ancora più naturale dai ritmi di gioco e dall'autosalvataggio continuo impostato di default.

Lasciato in stand-by sullo schermo di Switch, a maggior ragione per i fortunati possessori del recente modello OLED, 13 Sentinels Aegis Rim potrebbe essere facilmente scambiato per un dipinto in movimento, un'opera d'arte che trascende il medium d'appartenenza e seduce gli occhi come poche hanno saputo fare nell'ultimo lustro.

Menzione finale per la colonna sonora, che avevamo avuto modo di incensare già un anno e mezzo fa: con un paio di auricolari di qualità, le sue melodie si fanno ancora più suadenti e personali, immergendo completamente il giocatore nel mondo creato da George Kamitani e dalla sua talentuosa squadra.

Se volete avvicinarvi al mondo di Nintendo Switch, potete trovare la console di casa Nintendo a prezzo speciale su Amazon.

Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • Presentazione audiovisiva di primissimo ordine

  • Narrativa magnetica

  • Si giova, come altre visual novel, del passaggio a Switch

Contro

  • I problemi di leggibilità della versione PS4 vengono acuiti sullo schermo di Switch

Commento

La sensazione, giocando alla versione Switch di 13 Sentinels Aegis Rim, è che nulla (o quasi) di tutto ciò che aveva reso eccezionale il titolo ai tempi del debutto sia andato perso nella transizione dalle macchine Sony a quella Nintendo. L'ottimizzazione del gioco è buona e, sebbene permangano i problemi di leggibilità dell'azione che già avevamo segnalato ai tempi della prima recensione, godersi le fasi narrative in portabilità rappresenta un plus non indifferente per un prodotto che ha tanto della visual novel come quello creato da Vanillaware. I ritmi di gioco e la frammentazione narrativa del prodotto sembrano pensati appositamente per la console ibrida di mamma Nintendo, e l'esperienza di gioco se ne giova indiscutibilmente. E allora, alla luce del fatto che il passaggio a Switch si è dimostrato indolore, l'utenza Nintendo (sì, anche quella che non parla inglese, vista la localizzazione nella nostra lingua) non ha scuse per non godersi uno dei prodotti migliori degli ultimi anni tanto dal punto di vista narrativo quanto da quello artistico.
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