Oggi i film tratti dai videogiochi sono quasi la normalità, una forza inarrestabile nell'industria dell'intrattenimento, ma non è sempre stato così. Almeno non per Crash Bandicoot.
Se oggi assistiamo a un fiorire di adattamenti cinematografici e televisivi di videogiochi, con successi come la saga di Sonic che ha superato il miliardo di dollari al botteghino mondiale, in passato la situazione era ben diversa.
A rivelare un interessante retroscena è Shuji Utsumi, il boss di SEGA, che ha raccontato la sua esperienza iniziale con Hollywood e proprio Crash Bandicoot.
Il racconto di Utsumi, emerso tramite The Game Business, ci riporta a un'epoca in cui il rapporto tra videogiochi e cinema era ben più freddo. All'inizio della sua carriera nel settore dei videogiochi, Utsumi-san ebbe un'idea: proporre un film basato su Crash Bandicoot.
Il personaggio era già un'icona PlayStation negli anni '90, e sembrava il candiato ideale per una storia da portare sul grande schermo, ma Hollywood non era d'accordo come svela Utsumi:
«Quando ho iniziato a essere coinvolto nel business dei videogiochi, ho preso Crash Bandicoot e ho iniziato a chiedere ad alcuni studi cinematografici se fossero interessati a trasformare quella proprietà in un film. [...] Ma sono stato trattato tipo... "Ehi, i videogiochi sono come un business di giocattoli". Non lo prendevano davvero sul serio.»
Questa dichiarazione dipinge un quadro di come i videogiochi fossero percepiti allora: un passatempo per bambini, lontano dalla serietà e dal prestigio dell'industria cinematografica.
Oggi il citato successo di Sonic, insieme a quello di altre produzioni come Super Mario Bros. Il Film o la serie di The Last of Us, dimostra che il pubblico è pronto e desideroso di vedere i propri personaggi preferiti prendere vita anche fuori dagli schermi delle console.
Come quelli di Street Fighter, che ha trovato anche nuovi attori come l'interprete di M. Bison.