L'utilizzo dell'IA generativa per lo sviluppo dei videogiochi è argomento di forte discussione, ma probabilmente c'è qualcosa su cui possiamo essere tutti d'accordo: che si decida di utilizzarla o meno, sarebbe opportuno fare massima chiarezza nei confronti di chi sta acquistando il tuo prodotto.
Purtroppo non è stato affatto così per The Alters, il bizzarro e affascinante gestionale sviluppato da 11 bit studios che ci vedrà alle prese con tanti cloni del protagonista, con incarichi diversi in base alle carriere intraprese dopo aver preso scelte diverse nelle rispettive storie del multiverso – vi lascio alla recensione del nostro Marcello Paolillo, se volete saperne di più.
Nelle scorse giornate sono infatti emerse segnalazioni di diversi utenti che avevano notato chiare tracce di IA generativa non solo per alcune immagini di gioco, ma perfino per traduzioni e testo in background, con tanto di messaggio introduttivo di ChatGPT che, evidentemente, il team di sviluppo aveva dimenticato di rimuovere.
Ciò ha inevitabilmente fatto infuriare diversi utenti, sia per chi è a prescindere contro l'utilizzo dell'IA generativa che per il fatto che tale utilizzo non era stato indicato in alcun modo nella descrizione del prodotto.
11 bit studios si è assunta le proprie responsabilità, emanando un comunicato stampa arrivato anche alla nostra redazione, spiegando il motivo dietro l'utilizzo dell'IA:
«Durante la produzione, un testo generato dall'IA per una risorsa grafica, che doveva essere una texture di sfondo, è stato utilizzato da uno dei nostri grafici come placeholder. Questo non era previsto nella versione finale.
Purtroppo, a causa di una svista interna, questo singolo testo placeholder è stato erroneamente lasciato nel gioco. Da allora abbiamo condotto un'analisi approfondita e abbiamo confermato che si trattava di un caso isolato e che la risorsa in questione è in fase di aggiornamento».
Per quanto riguarda invece la traduzione gestita da una IA generativa invece che da localizzatori esperti, 11 bit studios spiega che la decisione è stata presa solo per alcune lingue e solo per motivi logistici, sottolineando che l'intenzione era sempre stata quella di affidarsi a team reali di localizzazione solo dopo il lancio e che comunque il tutto riguardava circa 10mila parole sulle oltre 3.4 milioni disponibili nel gioco.
«Col senno di poi, riconosciamo che è stata la decisione sbagliata.
Ma cosa ancora più importante, a prescindere dalla nostra decisione, avremmo dovuto semplicemente farvela sapere».
La spiegazione non sembra però aver convinto tantissimi utenti, che in risposta al comunicato pubblicato anche su piattaforme come BlueSky ritengono che sia stato scritto soltanto perché il team è stato scoperto con le proverbiali "mani nella marmellata".
C'è anche chi sottolinea di essere riuscito a ottenere un rimborso su Steam anche dopo le oltre 2 ore di gioco: un'eccezione consentita perché il negozio di casa Valve richiede che gli sviluppatori siano molto chiari nel caso di utilizzo di IA generativa, cosa che in questo caso non è accaduta prima dell'acquisto.
The Alters è stata una delle produzioni più interessanti aggiunte a Xbox Game Pass (lo trovate su Amazon) nelle ultime settimane: di sicuro è difficile immaginare che il team sperasse di trovarsi al centro delle attenzioni per questo tipo di polemiche.
La questione comunque non farà altro che riaccendere nuovamente il dibattito sull'utilizzo dell'IA generativa nei videogiochi, con il responso della community che appare chiaro ancora una volta: questo tipo di utilizzo non deve aver mai luogo.
E personalmente mi schiero nettamente dalla parte di chi non vuole averci nulla a che fare.
Recentemente abbiamo assistito anche a un altro gioco che ha deciso di fare dietrofront sull'IA proprio dopo le critiche degli utenti: vedremo se anche quest'ultimo esempio riuscirà a scoraggiare altri team di sviluppo dal fare altrettanto.