Tekken 8, ragequitter e cheater ora hanno i giorni contati

Dopo una lunga attesa, Bandai Namco ha annunciato l'inserimento di ban temporanei e definitivi per i malandrini di Tekken 8.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Tekken 8 è piaciuto moltissimo al pubblico e alla critica ma, come capita in questi casi, dopo un po' di tempo dall'uscita cominciano ad emergere i primi problemi e il picchiaduro di Bandai Namco li ha trovati nei ragequitter e nei cheater.

Vera piaga del videogioco moderno e anche di Tekken 8 (lo trovate su Amazon), questo tipo di giocatori aveva già fatto infuriare i fan del picchiaduro.

Harada aveva già promesso che il team di sviluppo avrebbe fatto qualcosa per arginare il fenomeno, ma senza trovare ancora una soluzione definitiva. I primi ban per i ragequitter erano già arrivati negli scorsi giorni, ma ci sono tanti altri tipi di comportamenti scorretti in alcuni giocatori di Tekken 8 che, ora, verranno adeguatamente puniti.

Sui social media, infatti, Bandai Namco ha annunciato che sono arrivate le prime sospensioni temporeanee e permanenti dei profili che si prodigano in comportamenti illeciti, e altre ne arriveranno.

Agli account coinvolti in attività non autorizzate in Tekken 8 sono stati applicati ban che vanno da temporanei a indefiniti per una serie di comportamenti, come disconnessioni intenzionali, cheating, glitch, boost del rango, comportamenti, personalizzazioni e nomi utente inappropriati nel gioco e nella chat.

«Questa azione prende di mira gli utenti che hanno violato il Contratto di licenza con l'utente finale», conferma Bandai Namco, ed è stata applicata dopo aver inviato più segnalazioni ai giocatori.

Inoltre, non è finita qui, perché Bandai Namco prevede di continuare la sospensione di altri account dopo aprile, con altri aggiornamenti in arrivo.

Continua quindi l'attenzione verso Tekken 8, per cui era già stata avviata una guerra alle mod negli ultimi giorni da parte di Bandai Namco.

Il picchiaduro cerca quindi di mantenere il suo importante momento positivo, sebbene neanche le grandi vendite potrebbero servire realmente a pianificare i costi di produzione, come ha spiegato Harada di recente.