L'autonomia operativa promessa tre anni fa a Bungie durante l'acquisizione da parte di Sony per 3,6 miliardi di dollari si sta rapidamente sgretolando, secondo quanto emerso dalle recenti dichiarazioni del gruppo giapponese.
Come riportato infatti da PC Gamer, il direttore finanziario Lin Tao ha chiarito durante l'ultima conference call sui risultati trimestrali che l'indipendenza dello studio americano è destinata a ridursi drasticamente.
Una svolta che segna la fine di un esperimento costoso e complesso, trasformando quello che doveva essere un partner strategico in una divisione interna dei PlayStation Studios.
Quando Sony annunciò l'acquisizione nel gennaio 2022, le premesse erano completamente diverse: Bungie doveva rimanere una sussidiaria indipendente sotto la gestione del team dirigenziale esistente, mantenendo la capacità di sviluppare giochi multipiattaforma e di pubblicare autonomamente i propri titoli.
La strategia rifletteva la convinzione che Destiny 2 (di cui trovate diversi gadget su Amazon) fosse una macchina per generare profitti perpetui, un asset prezioso da non stravolgere con interventi invasivi: lo studio avrebbe dovuto inoltre fornire le proprie conoscenze per permettere alla divisione live-service di PlayStation di crescere esponenzialmente.
Tuttavia, tre anni di difficoltà operative hanno spinto Sony a rivedere radicalmente questo approccio:
«Al momento dell'acquisizione, stavamo offrendo un ambiente molto indipendente. Ma successivamente, abbiamo attraversato una riforma strutturale come annunciato l'anno scorso.
[...] Quindi Bungie si trasformerà in un ruolo che la vedrà maggiormente parte di PlayStation Studios. E sta procedendo anche la sua integrazione. A lungo termine, se potete vedere tutto questo come un processo, la direzione è farlo diventare parte di PlayStation Studios.»
La trasformazione di Bungie da partner indipendente a divisione interna rappresenta un cambiamento strategico significativo per Sony: il processo di integrazione è già iniziato, con alcune parti dello studio che sono state trasferite sotto l'ombrello PlayStation.
Le difficoltà di Bungie negli ultimi anni erano ben documentate e avevano già provocato l'insoddisfazione pubblica di Sony: lo scorso anno il presidente di PlayStation Hiroki Totoki aveva richiesto maggiore responsabilità dalla dirigenza di Bungie riguardo ai budget di sviluppo e al rispetto delle scadenze.
L'immagine pubblica dello studio ha subito danni considerevoli a causa dei licenziamenti che hanno portato il morale dei dipendenti in caduta libera, ma le controversie legate ad asset rubati, bug infiniti in Destiny 2 e l'apparente incapacità di fare progressi significativi con Marathon hanno dipinto il quadro di uno studio incapace di gestire autonomamente i propri affari.
Come se tutto ciò non bastasse, l'espansione Destiny 2: I confini del destino, dalla quale Bungie si aspettava disperatamente un successo, si è rivelata invece un disastro commerciale e critico. Una evoluzione che evidentemente è stata la classica goccia che fa traboccare il vaso: il credito nei confronti di Bungie sembra essersi definitivamente esaurito.