Negli anni 2010, Microsoft si trovava a inseguire il successo di franchise esclusivi PlayStation come Uncharted, cercando disperatamente di creare una propria risposta commerciale.
Quella che doveva essere la soluzione venne battezzata internamente 'Project Ranger', un ambizioso titolo action-adventure che prometteva di combinare l'adrenalina delle missioni spionistiche con la spettacolarità cinematografica tipica delle produzioni AAA. Un progetto che, tuttavia, non avrebbe mai visto la luce, sacrificato sull'altare di decisioni strategiche aziendali che oggi appaiono quantomeno discutibili.
Chi seguiva le conferenze Microsoft dell'epoca ricorderà probabilmente quei 30 secondi enigmatici mostrati durante l'E3 2013. Un breve teaser che lasciava intravedere sequenze d'azione in stile cinematografico, senza però rivelare dettagli concreti sul gameplay o sulla trama. Quello che pochi sapevano è che dietro quelle immagini si nascondeva un progetto molto più strutturato di quanto si potesse immaginare, sviluppato internamente dai Black Tusk Studios.
Secondo nuove rivelazioni emerse da un'indagine approfondita di DidYouKnowGaming, il materiale mostrato in fiera rappresentava una missione ambientata a Shanghai. I giocatori avrebbero dovuto infiltrarsi in un grattacielo occupato da terroristi, utilizzando un mix di combattimenti in terza persona e elementi stealth tipici del genere spionistico.
La fase di pre-produzione di Ranger era iniziata nei primi mesi del 2012, con un concept che puntava tutto sull'azione internazionale. Il ricercatore Liam Robertson descrive il progetto come "Uncharted con le spie", una definizione che racchiude perfettamente l'ambizione del titolo. I giocatori avrebbero vestito i panni di un agente segreto impegnato in missioni ad alto rischio attraverso metropoli di tutto il mondo.
L'influenza cinematografica era evidente già dalle prime fasi di sviluppo. La saga di Mission Impossible rappresentava il punto di riferimento principale per quanto riguardava ritmo narrativo e sequenze d'azione. Il protagonista maschile avrebbe avuto accesso a gadget tecnologici in stile Bond, utilizzabili tanto per distrarre i nemici quanto per hackerare elementi dell'ambiente circostante.
Come molti progetti Xbox dell'epoca, anche Project Ranger doveva integrarsi con le funzionalità Kinect, il sensore di movimento che Microsoft tentava di imporre come standard della generazione. Gli sviluppatori avevano progettato comandi vocali per cambiare modalità di fuoco delle armi principali o per richiedere suggerimenti al proprio handler durante le missioni. Una scelta che oggi, con il senno di poi, appare forzata e poco funzionale al tipo di esperienza proposta.
La svolta decisiva arrivò sul finire del 2013, quando Microsoft riuscì ad acquisire i diritti di Gears of War da Epic Games. Una mossa che sembrava garantire un futuro roseo per gli studi interni, ma che in realtà segnò la condanna a morte per Ranger. I dirigenti aziendali considerarono i Black Tusk Studios il team ideale per rilanciare la celebre saga, una valutazione che si sarebbe rivelata corretta ma costosa in termini di opportunità perdute.
All'inizio del 2014, durante una riunione allargata con tutto il team di sviluppo, venne ufficializzata la cancellazione di Project Ranger. Gli sforzi creativi e le risorse economiche sarebbero stati dirottati interamente sul nuovo capitolo di Gears of War. Poco dopo, per suggellare il cambio di direzione, lo studio venne rinominato The Coalition, nome sotto cui opera tuttora con successo nel panorama Xbox.
Quella decisione, pur comprensibile dal punto di vista commerciale, privò Microsoft di quella diversificazione nel portfolio di esclusive che avrebbe potuto fare la differenza nella competizione con PlayStation. Project Ranger rimane oggi un'interessante sliding door della storia videoludica, un promemoria di come le scelte strategiche aziendali possano influenzare il destino di progetti creativi ambiziosi.