Sony riconosce i problemi di sessismo, ma ritiene le accuse esagerate

Sony commenta la class action arrivata la settimana scorsa, ritenendola non adeguata pur riconoscendo i problemi lavorativi interni.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Anche Sony sta affrontando la sua dose di accuse di sessismo e comportamenti inappropriati sul luogo di lavoro, e oggi commenta la class action della scorsa settimana.

Nel mondo dei videogiochi sono emersi sempre più casi negli ultimi anni, che raccontano di gravi problemi all’interno degli studi, e anche nell’azienda giapponese se ne sono verificati.

Tra i più clamorosi degli ultimi anni c’è sicuramente il maxi-caso di molestie all’interno di Activision Blizzard, per cui Bobby Kotick voleva anche corrompere la stampa perché non ne parlasse.

Quello che riguarda Sony e PlayStation, invece, la scorsa si è arricchito con testimonianze di altre donne che hanno subito dei comportamenti scorretti.

La causa iniziale portata avanti da Emma Majo, ex-analista della sicurezza informatica, è stata supportata da altre otto donne, inclusa una veterana di Sony, Marie Harrington, che ha lavorato con l’azienda per 16 anni.

Come riporta Games Industry, poche ore fa è arrivata anche la risposta di Sony riguardo la vicenda, in un modo però abbastanza singolare.

L'azienda giapponese riconosce i contenuti della causa, e ammette che sicuramente ci sono comportamenti da evitare e migliorare all'interno dell'azienda, ma rimane dell'idea che la causa sia da archiviare al più presto.

Mentre si dà molto valore alle dichiarazioni delle ex-dipendenti di Sony Interactive Entertainment, l'azienda commenta le nuove dichiarazioni della settimana scorsa:

«Queste nuove dichiarazioni non dicono nulla riguardo il fatto che questo caso possa avere sufficienti fatti, per supportare le richieste della parte in causa»

Contestualmente, Sony sta continuando a spingere perché la causa venga subito lasciata da parte.

Una vicenda decisamente spinosa che speriamo si possa risolvere con soddisfazione per tutti, anche perché il recente impegno nei confronti della giornata internazionale dei diritti della donna suonerebbe molto stonato.

Storie che sono legate a PlayStation anche quando non lo sono, come dimostrano le accuse che Bungie subì alcuni anni fa.

E solo di recente Riot Games è uscita da una lunga causa simile, parlando di come affronterà il futuro.

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