Bungie affrontò accuse di molestie sul lavoro, come risponde PlayStation?

L'acquisizione di Bungie da parte di PlayStation riporta a galla le accuse di molestie sul luogo di lavoro, che Sony dovrà affrontare.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

La notizia della settimana, o almeno quella con cui l'abbiamo inaugurata, è quella dell'acquisizione di Bungie da parte di PlayStation.

Lo studio è responsabile di Destiny, l’ultima (doppia) fatica che ha rivoluzionato il mondo dei videogiochi cooperativi online, pur con alti e bassi.

L’annuncio dell’acquisizione è arrivato poco fa, con gli ovvi commenti delle parti in causa, che hanno fatto luce sull’affare da 3.6 miliardi di dollari.

Bungie è anche uno di quei team che, come tanti negli ultimi, hanno dovuto affrontare delle accuse di molestie sul luogo di lavoro, con le quali ora si ritroverà ad avere a che fare anche PlayStation.

A corredo della notizia centrale, ovvero l'acquisizione, sono ovviamente arrivate una serie di dichiarazioni, comunicati ed interviste che vanno ad approfondire la vicenda.

Tra questi c'è anche una intervista esclusiva di Jim Ryan ai microfoni di Games Industry, dalla quale emergono tanti dettagli interessanti sull'affare da 3.6 miliardi di dollari.

In un passaggio dell'articolo viene menzionata la vicenda relative alle accuse di cui sopra, che sia Ryan che Pete Parsons di Bungie commentano relativamente al futuro.

Ben 26 dipendenti di Bungie furono coinvolti nelle accuse, questo ha in qualche modo influenzato la trattativa? Ecco la dichiarazione di Jim Ryan:

«Questa è un'area che Sony prende in maniera incredibilmente seria. Ci atteniamo noi stessi a standard estremamente alti nell'organizzazione, e con le aziende con cui collaboriamo. Questo è qualcosa per cui sono stato incredibilmente sensibile, dall'inizio delle conversazioni. E non posso che ritenermi impressionato, e non ho altro che le più sperticate lodi per il modo in cui Bungie si organizza e conduce sé stessa.»

Sembra che Sony abbia avuto quindi delle rassicurazioni dagli sviluppatori di Destiny 2, mentre Parsons aggiunge sulla vicenda:

«Siamo stati incredibilmente trasparenti l'un l'altro con quello che stiamo facendo e le sfide che affrontiamo. Siamo un'azienda di 30 anni, e stiamo continuando ad imparare, costruire e crescere. Sono estremamente fiero del lavoro che stiamo facendo per creare un ambiente prospero ed inclusivo per le persone.»

Non è certo facile avere a che fare con queste tematiche, come ha sperimentato sulla sua pelle un'azienda come Riot Games, che solo ora ne sta uscendo.

Parlando di acquisizioni "parallele", anche Microsoft si è ritrovata ad affrontare una situazione simile, con le ormai famigerate accuse verso Activision e Blizzard.

Nel frattempo, Jim Ryan ha promesso che arriveranno nuove acquisizioni, e che i prossimi mesi saranno molto interessanti.

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