Microsoft sta attraversando una delle più pesanti ondate di cancellazioni della sua storia recente, con effetti che vanno ben oltre i progetti già noti al pubblico. Secondo nuove indiscrezioni, l’azienda di Redmond ha preso decisioni drastiche che hanno colpito non solo i team interni, ma anche la divisione publishing, responsabile delle collaborazioni con studi esterni. Un cambiamento che sta ridisegnando la strategia di Xbox sul fronte editoriale.
Le cancellazioni eccellenti di Contraband (Avalanche Studios), Everwild (Rare) e Perfect Dark (The Initiative) erano solo la punta dell’iceberg. Come riportato da Game File, la divisione publishing di Xbox - la stessa che aveva portato al successo titoli come As Dusk Falls e Tell Me Why - è stata colpita duramente.
Peter Wyse, figura di riferimento alla guida della divisione, ha lasciato l’azienda, mentre numerosi produttori sono stati licenziati in una ristrutturazione definita “significativa”. Una scossa organizzativa che ha travolto anche progetti non ancora annunciati e partnership in corso.
Le conseguenze sono emerse rapidamente. A luglio, Romero Games ha annunciato la cancellazione del proprio progetto da parte di un editore anonimo. Brenda Romero, CEO dello studio, ha definito la decisione “paradossale”: il gioco aveva rispettato tutte le scadenze, superato i controlli interni e ricevuto elogi costanti, ma è stato comunque interrotto per “decisioni strategiche ad alto livello”.
Lo studio, pur non volendo chiudere, ha avviato una revisione dell’organico, ammettendo che la perdita del finanziamento principale ha reso necessarie valutazioni difficili.
Non tutti i progetti Xbox sono però a rischio. Secondo le fonti, OD di Kojima Productions, Ninja Gaiden 4 (frutto della collaborazione tra Koei Tecmo e PlatinumGames) e Flight Simulator restano in sviluppo. Questi titoli incarnerebbero la nuova linea di Microsoft: privilegiare collaborazioni con nomi affermati e brand consolidati, riducendo l’investimento in proprietà intellettuali inedite.
Il quadro che emerge è quello di una divisione publishing ridimensionata e meno incline al rischio, segnale di un’industria sempre più pragmatica, dove anche i colossi devono fare i conti con budget contenuti e aspettative di ritorno sugli investimenti più rigorose.