Hideo Kojima, uno dei creatori più influenti del medium videoludico, ha compiuto 62 anni e ha condiviso con i fan una riflessione toccante sul proprio futuro creativo. Le sue parole arrivano in un momento cruciale per l’industria, sempre più segnata dal problema del burnout e dai ritmi di lavoro estenuanti (anche se per Silksong non si direbbe).
La carriera di Kojima, iniziata negli anni ’80 e segnata da successi come Metal Gear Solid (abbiamo appena recensito Delta) e Death Stranding (anche in questo caso, qui la nostra recensione del secondo capitolo), ha attraversato svolte decisive, dalla rottura con Konami fino alla fondazione di Kojima Productions. Già al tempo di Metal Gear Solid 4 era emersa la sua figura divisiva, ma centrale nel dibattito sul valore artistico del videogioco.
Il 24 agosto, giorno del suo compleanno, il designer ha pubblicato un messaggio su Twitter in cui ha ringraziato i fan per i numerosi auguri e illustrazioni ricevuti da tutto il mondo, segno di un affetto internazionale che non accenna a diminuire. In quell’occasione ha parlato della sua nuova filosofia creativa: “non sovraccaricarsi di lavoro” e “prendersela comoda”, pur mantenendo la dedizione totale ai progetti.
Today, I turned 62 years old. I received many birthday messages, illustrations, etc. from all over the world. Thank you so much. I intend to continue creating things for as long as I live. My stance on "creation" is to “not overwork” and to "take it easy,” and I will continue to… pic.twitter.com/cyQ5pjQbR6
— HIDEO_KOJIMA (@HIDEO_KOJIMA_EN) August 24, 2025
Un cambio di approccio maturato anche a seguito di una grave malattia durante la pandemia, esperienza che lo ha spinto a riflettere sul rapporto tra pubblico e opere. Da quella consapevolezza è nato Physint, progetto che segna un ritorno spirituale al mondo di Metal Gear (se volete quelle vibrazioni potete dare un occhiata al "figlio" annunciato di recente), dopo l’esperimento autoriale di Death Stranding.
Kojima non ha abbandonato neppure le ambizioni cinematografiche: il regista ha confermato di voler realizzare un film, probabilmente dopo il completamento di Physint, previsto tra cinque o sei anni. Una timeline che riflette la sua nuova filosofia, meno ossessionata dalla rapidità produttiva e più attenta ai tempi naturali della creatività.
Il suo messaggio risuona in un’industria che sta cambiando, con veterani e nuove generazioni di sviluppatori alla ricerca di un equilibrio tra arte e benessere. La promessa di Kojima di creare “finché vivrò” testimonia una passione senza confini temporali, ma oggi più consapevole della necessità di rispettare i ritmi umani. Una lezione che potrebbe diventare modello per l’intero settore.