Le IA renderanno lo sviluppo di giochi più efficiente, per PlayStation

Shuhei Yoshida di PlayStation ha espresso il suo punto di vista sull'uso delle intelligenze artificiali nello sviluppo dei videogiochi.

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Esponente storico del mondo PlayStation, lo scorso mese di marzo Shuhei Yoshida ha ricevuto anche una BAFTA per la sua carriera – che lo vide entrare sotto l'egida di Sony fin dal 1993 e che lo ha portato anche a diventare presidente dei Worldwide Studios della compagnia dal 2008 al 2019.

Proprio in occasione del suo BAFTA, Yoshida è stato intervistato dal The Guardian, con il quale ha discusso anche dell'apporto che le intelligenze artificiali (o IA, se preferite) possono dare al mondo dello sviluppo dei videogiochi.

Come vi abbiamo fatto raccontare direttamente da un professionista, ci sono alcune IA che vengono già sfruttate all'interno degli ambienti di sviluppo, ma in futuro potremmo vedere queste tecnologie fare dei palesi passi in avanti – al punto da rendere più efficiente il processo di sviluppo di un gioco, secondo Yoshida.

«Stavo prendendo in analisi quindici proposte per una competizione tra giochi indie in Giappone, questa mattina» ha raccontato Yoshida, che oggi si occupa di trovare nuovi talenti per il mondo PlayStation. «Uno dei loro giochi aveva un comparto grafico meraviglioso, realizzato da un piccolo team di studenti».

«Mi hanno detto di aver utilizzato Midjourney, l'intelligenza artificiale generativa di immagini, per creare il comparto artistico. È qualcosa di potente, che un numero piccolo di persone giovani possa creare un gioco dall'aspetto grandioso» ha ragionato Yoshida. «In futuro, l'intelligenza artificiale potrebbe sviluppare animazioni interessanti, comportamenti, potrebbe perfino occuparsi del debug del programma».

Ma allora le IA sostituiranno gli sviluppatori umani?

C'è sempre uno spauracchio, quando si parla dell'apporto che le IA potrebbero dare, ed è la possibilità che sostituiscano lavoratori umani, automatizzando dei processi che oggi richiedono il nostro ingegno. Secondo Yoshida, però, non è un rischio che stiamo realmente correndo.

Nelle sue parole:

«[L'intelligenza artificiale] è uno strumento. E serve che ci sia qualcuno a usare quello strumento. L'IA può produrre delle cose molto strambe, come sicuramente avete visto: devi essere in grado di saperla usare bene.

L'IA può cambiare la natura del come gli sviluppatori di videogiochi apprendono, ma alla fine lo sviluppo diventerebbe più efficiente, le persone potrebbero creare delle cose più belle. E forse le persone non avrebbero più nemmeno bisogno di imparare a programmare, se imparassero a usare questi strumenti, per il futuro. La creatività è più importante, la regia, il modo in cui vedi quello che vuoi realizzare».

Ciò che conta, per Yoshida, è tenere a mente che l'industria dei videogiochi deve continuare a concentrare i suoi sforzi creativi sul creare delle esperienze che siano divertenti e memorabili per i giocatori.

«L'industria dei videogiochi non smetterà mai di essere un posto divertente» ha dichiarato ai microfoni di The Guardian. «L'industria continua a crescere e crescere, spero che possa continuare a supportare e inseguire le idee creative e le persone che provano a realizzare delle cose nuove».

Il motivo è presto detto e, probabilmente, è già di per sé uno spauracchio non indifferente:

«Non vorresti mai vedere la top 10 di videogiochi che è sempre uguale a se stessa ogni anno. O che i giochi diventino tutti dei live service.

Sarebbe piuttosto noioso, per me».

In precedenza, ricorderete che l'uso dichiarato apertamente di Midjourney all'interno di High on Life aveva generato diversi dibattiti, tra chi sottolineava come in realtà le IA diano da tempo una mano agli sviluppatori e chi paventa la riduzione ai minimi termini dell'apporto creativo e umano in tutto quello che si può velocizzare – ma che per alcuni finirebbe per avere "meno anima".

Si tratta sicuramente di un dibattito che prenderà sempre più forma nei prossimi anni: dei publisher si sono detti interessati a servirsi dell'IA per la scrittura di dialoghi di spalla con degli NPC, ad esempio, anche se per ora i giocatori continuano a mostrarsi tiepidi davanti a quanto viene apertamente realizzato con l'intelligenza artificiale.

Scopriremo come si muoverà Sony in futuro, anche considerando il costo sempre più esorbitante dei giochi AAA su cui mette la firma.

Se volete approfondire il tema dell'intelligenza artificiale, intanto, vi ricordiamo che potete dare un'occhiata al nostro sito gemello Tom's Hardware.