Un nuovo report firmato da Bloomberg ha acceso i riflettori sulle strategie di Microsoft e sul reale impatto che Call of Duty ha avuto sul servizio Xbox Game Pass. Secondo quanto emerso, la compagnia avrebbe rinunciato a circa 300 milioni di dollari in potenziali vendite del celebre franchise, una conseguenza diretta della decisione di includere il gioco all’interno dell’abbonamento.
L’inchiesta, curata da Cecilia D’Anastasio, mette in evidenza come, nonostante otto anni di presenza sul mercato, Game Pass non abbia ancora raggiunto i livelli di redditività attesi da Microsoft.
Offrire in catalogo titoli di primissimo piano come Call of Duty ha senza dubbio rafforzato l’appeal del servizio, ma ha anche ridotto sensibilmente le entrate legate alle vendite tradizionali, soprattutto considerando che i giochi della serie generano storicamente margini altissimi.
Un ex dipendente ha rivelato che, nel 2024, Xbox avrebbe perso oltre 300 milioni di dollari in mancati guadagni da copie vendute su console e PC. Una cifra enorme, che tuttavia va bilanciata con altri numeri. Lo stesso Satya Nadella, CEO di Microsoft, ha dichiarato che Call of Duty: Black Ops 6 ha registrato il lancio più grande nella storia del franchise, proprio grazie al traino del Game Pass.
Il problema, però, resta la sostenibilità a lungo termine. L’abbonamento ha sì portato a una crescita record di iscrizioni e ha incrementato le entrate derivanti da microtransazioni, bundle cosmetici e battle pass, ma a quanto pare non abbastanza da soddisfare gli standard fissati dal management.
Non a caso, negli ultimi mesi Microsoft ha deciso di aumentare sensibilmente il prezzo di Game Pass Ultimate, un rincaro che entrerà in vigore a ridosso del lancio di Black Ops 7. Secondo alcuni analisti, la strategia potrebbe persino spingere gli utenti a tornare all’acquisto diretto dei giochi, anziché affidarsi a un servizio in abbonamento sempre più costoso.
Eppure, la contraddizione rimane: se Call of Duty continua a macinare record di incassi e Game Pass vede crescere i propri abbonati, cosa vuole davvero Microsoft?
Evidentemente, non basta più la semplice crescita: ciò che viene richiesto oggi è un margine di profitto sempre più alto, anche a costo di sacrificare l’accessibilità che aveva reso il servizio così popolare.