L'E3 proverà a tornare nel 2024? La risposta dell'ESA è molto fumosa

Cancellato l'E3 2023, l'E3 2024 si farà? La risposta data dall'ESA per ora è piuttosto fumosa e probabilmente ha senso che sia così.

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Sappiamo bene, ormai, che l'E3 2023 è naufragato, diventando incarnazione definitiva del fatto che quella che un tempo era la fiera più importante dei videogiochi faccia invece molta fatica, oggi, a districarsi in un modello comunicativo completamente diverso, più rapido, che va in direzione contraria alle sovrapposizioni di annunci su annunci.

La cancellazione è avvenuta nonostante l'ESA, per l'edizione di quest'anno, avesse deciso di coinvolgere anche ReedPop, nota per i suoi progetti editoriali e anche per le fiere che organizza. Nemmeno questo è bastato, però, perché a quanto pare la kermesse non è riuscita a ottenere l'interesse sperato da parte di publisher e addetti ai lavori. Ma questo per il futuro cosa significa?

A parlarne è stato Stanley Pierre-Louis, CEO della Entertainment Software Association, che intervistato dai microfoni di GamesIndustry (testata a sua volta sotto ReedPop, ndr) ha risposto ai dubbi relativi al futuro della fiera. In realtà, non fugandoli affatto.

Alle compagnie non interessa più l'E3?

Sembra un po' un segreto di Pulcinella di cui parlammo qualche tempo fa: molte compagnie non vedono più valore in un appuntamento accentratore che sovrapponga i miei annunci a quelli degli altri e in cui sono sotto la lente di ingrandimento della stampa – che con un provato potrebbe dire che il mio gioco è molto brutto – senza nemmeno avere il benefit della viralità, perché nessuno parlerà di me se il giorno dopo mi annunciano addosso magari un The Witcher 4.

Interrogato in merito al possibile disinteresse delle compagnie per una fiera come l'E3, il CEO ha spiegato:

«Abbiamo fatto del nostro meglio per ridargli forma ma, alla fine, le compagnie prendono delle decisioni di business e di marketing individuali ed è così che funziona.

È uno scenario in evoluzione e vogliamo assicurarci di venire incontro a quelle necessità».

E l'E3 2024, invece?

Già nella nota di qualche giorno fa, l'ESA aveva fatto sapere di voler continuare a collaborare con ReedPop per capire come, in futuro, portare nuova linfa vitale nelle vene dell'E3. Una decisione che, quindi, alluderebbe a un possibile ritorno e non a una pietra tombale definitiva.

In realtà, le dichiarazioni di Pierre-Louis sono un po' a metà strada e lasciano intendere quasi che l'E3 tornerà se si troverà un'idea per farlo tornare. E su questo ora come ora non c'è certezza, ovviamente – anche perché parliamo di una fiera che era business-oriented e non può reinventarsi come consumer-oriented come una Gamescom (anche perché avrebbe ancor meno senso, ndr).

Nelle parole del CEO, interpellato a un possibile ritorno nel 2024:

«Siamo determinati a fornire all'industria una piattaforma per il marketing e per potersi riunire, ma vogliamo assicurarci di trovare un giusto equilibrio che venga incontro alle necessità dell'industria.

Sicuramente ascolteremo e ci assicureremo che qualsiasi cosa vogliamo offrire venga incontro a quelle necessità in quel preciso momento. Avremo più da condividere in futuro».

Una risposta a metà, insomma, che evidenzia come le necessità dell'industria – e l'industria lo ha fatto capire bene, con le tantissime defezioni già registrate – siano diverse di quelle di anni addietro e di come ci sia bisogno di un E3 che venga loro incontro in modo diverso.

Se questo riuscirà ad arrivare a compimento, però, è troppo presto per dirlo, anche perché la Summer Game Fest sembra ormai aver preso serenamente il sopravvento sulle estati del videogioco.

I toni sono senz'altro diversi da quelli dell'annuncio dell'E3 2023, quando l'ESA parlò di un ritorno in grande stile prima di scontrarsi con la realtà. Imparata quella lezione, insomma, vediamo dove porterà la strada per il futuro dell'E3.

Ammesso che quel futuro ci sia.