Ora non avete più scuse per non giocare Hades

Dei mille perchè per i quali non potete più rimandare il vostro viaggio nell'Ade

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Quant'è passato dalla pubblicazione di Hades nella sua forma finale, su Switch e PC? Non ce lo ricordiamo.

Cioè, basta chiederlo a Google per sapere che stiamo parlando di meno di un anno fa, ma non è quello il punto: il tempo percepito è in realtà molto di più, perché gli infiniti tentativi, prima uno di seguito all'altro e poi intervallati da sessioni ad altri giochi, ci continuano a far credere di non stare giocando ad altro da anni.

Il capolavoro firmato Supergiant Games debutta in questi giorni anche sulle piattaforme anche ancora mancavano all'appello, ovvero tanto quelle Sony (PS4 e PS5) quanto quelle Microsoft (Xbox One, Serie S e Serie X). Avete finito le scuse quindi: i panni di Zagreus vi aspettano.

Meriti innegabili

Qualcuno tra i nostri lettori più scettici potrebbe chiedersi cosa abbia reso Hades, apparentemente un roguelite indie con visuale isometrica come tanti altri, materiale da GOTY, consentendogli di vincere numerosi premi battendo in volata titoli assai più blasonati, uno su tutti lo splendido The Last of Us II.

In effetti, ad una prima e svogliata occhiata, il titolo Supergiant Games non sembra ridefinire alcun canone, e sembrerebbe porsi, piuttosto, come un riuscitissimo esercizio di stile. Niente di più sbagliato.

Sin dall'incipit, Hades getta la maschera e si pone nei confronti della narrazione come mai nessun congenere aveva fatto: mettendola al centro del prodotto, rendendola interessante e coerente con una struttura ludica che, fin qui, si pensava inadatta a raccontare storie avvincenti.

Significative tracce di questa tendenza dello sviluppatore californiano si erano intraviste anche nei suoi lavori precedenti, tutti molto ben accolti tanto dalla critica quanto dal pubblico, e con merito: da Bastion a Pyre, passando per Transistor (che, Hades a parte, rimane il preferito del sottoscritto), delle storie mai banali si erano accompagnate all'azione a schermo, aggiungendo un ulteriore gancio per far tornare il giocatore nei mondi di gioco creati.

In Hades questo meccanismo viene elevato all'ennesima potenza, con un intreccio che si dispiega a poco a poco proprio come il gameplay, che prende forma di morte in morte e che viene sublimato da un lavoro eccelso svolto non solo sulla scrittura ma anche sul doppiaggio, con voci azzeccatissime e performance attoriali degne di nota.

Ed è proprio su questa traccia che il genere sta proseguendo: il recente ed apprezzato Returnal propone una narrativa affatto banale, che impreziosisce l'esperienza di gioco e pone al giocatore delle domande significative, sdoganando definitivamente il ruolo della storia all'interno del genere di riferimento, storicamente (e, a questo punto, erroneamente) secondario, quando non del tutto assente.

E ancora, Hades ha perfezionato, pur non arrivando per primo, il concetto di "roguelite", ovvero di titolo meno intransigente nel suo meccanismo di azzeramento dei progressi ad ogni dipartita, infondendo nel giocatore un senso di progressione continua, come solo Dead Cells era riuscito a fare prima di lui.

Così facendo, non solo viene meno quasi del tutto una delle principali critiche al genere di appartenenza, ma anche i giocatori meno pazienti sono incitati a proseguire, perché anche le run meno fortunate risultano utili nel grande disegno dell'opera, sì completabile in una ventina abbondante di ore ma giocabile per ben oltre le cento.

Differentemente da altri esponenti del medesimo sottogenere videoludico, non ho mai sentito di stare sprecando il mio tempo mentre giocavo nei panni di Zagreus: ogni morte è arrivata in seguito ad un mio errore, ed ognuna di esse mi ha lasciato qualcosa in eredità, così da darmi una piccola spinta per la run successiva.

Straordinaria amministrazione

E poi, quando non è impegnato ad innovare e portare il genere di appartenenza ad un livello più alto, Hades è dannatamente divertente, e crea dipendenza (ma nel senso buono dell'espressione) come pochi altri titoli.

Il loop infinito di morti, battaglie con i boss, stanze più difficili di altre e ricompense quanto mai sudate riesce ad avviluppare anche i giocatori più restii a lasciarsi andare, dando il meglio di sé in sessioni rapide ed adrenaliniche ma dimostrandosi godibile anche sul divano, quando magari si hanno tre o quattro ore consecutive da dedicare alla nostra passione.

Certo, la ripetitività è endemica, ma questo discorso potrebbe valere per tantissime categorie di videogiochi, da Diablo in giù: quando i sistemi in gioco e la giocabilità sono così raffinati ed entusiasmanti, certe piccolezze passano in secondo piano.

Anche in queste sue incarnazioni da salotto, allora, la creatura di Kasavin e soci non mostra troppo il fianco all'inevitabile stanchezza che può provenire da sessioni di gioco particolarmente lunghe, assorbendo bene il colpo e rivelandosi, tra la generazione casuale delle mappe e i dialoghi sempre differenti con i numerosi NPC, più fresco di quanto si potesse pensare.

Se il senso di scoperta viene meno già a metà della trama principale, il tasso di coinvolgimento e di divertimento continuano a salire fino al climax conclusivo, a testimonianza di meccaniche di gioco rodate e perfettamente bilanciate.

Arrivati in fondo, inevitabilmente, si avverte forse un pizzico di stanchezza, ma nel mio caso sono stati sufficienti una decina di giorni di stacco totale e la promessa di migliori ricompense (impreziosita dall'ottimo supporto post-lancio che il team di sviluppo ha dedicato al gioco) per tornare di nuovo affamato e determinato a scalare vette apparentemente insormontabili di run in run.

Ma si badi bene che già le quasi trenta ore che avevo fin lì vissuto nei panni di Zagreus non solo mi avevano ampiamente ripagato dei soldi spesi, ma erano state tra le migliori in assoluto che il medium videoludico aveva saputo regalarmi nell'arco degli ultimi cinque anni. E scusate se è poco.

L'unico, momentaneo neo, al quale comunque Supergiant Games potrebbe ovviare abbastanza facilmente tramite una patch apposita, è rappresentato dall'attuale mancanza della medesima funzionalità cross save che aveva reso così fluida e piacevole la transizione da PC e Switch lo scorso anno: chi dovesse aver già speso (come chi scrive) decine e decine di ore su Hades non potrà importare il suo Zagreus su nessuna delle nuove piattaforme raggiunte da questo port.

Per invogliare i maniaci dell'alta fedeltà

Fin qui pensiamo di aver enumerato una serie sufficiente di motivi per farvi capire il perché del clamore intorno ad Hades, ma, qualora non fossero bastati, ce n'è anche qualcuno che potrebbe far vacillare i maniaci dell'alta fedeltà, quelli che contano con il bilancino i frame al secondo e pretendono (anche giustamente, per carità) che l'investimento fatto per una console next gen ed una tv 4k venga fatto fruttare.

Nonostante un hardware tutt'altro che performante come quello di Switch avesse già dimostrato di saper gestire alla grande Hades, peraltro a 60 fps quasi sempre stabili, le versioni per PS5 ed entrambe le console di casa Microsoft girano ad una risoluzione 4K nativa, togliendo il "quasi" di cui sopra al mantenimento dei 60 fps stabili.

Questo aumento di risoluzione rispetto ai 1080p della versione Switch (e di quelle PS4 e Xbox One base) in modalità televisiva mette ancora più in risalto la straordinaria direzione artistica della produzione, la bontà del comparto animazioni, la quantità incredibile di dettagli di cui ogni quadro è disseminato: vi assicuriamo che su un televisore 4K la versione Xbox Serie S (in teoria la meno performante del lotto) risulta davvero uno spettacolo per gli occhi.

Notevolmente migliorati anche i tempi di caricamento, praticamente azzerati nel passaggio ai performanti SSD in dotazione alle nuove macchine di Microsoft e Sony: considerando il numero di volte in cui fallirete sapere che l'attesa post-mortem si limita ad un paio di secondi scarsi è rinfrancante.

Dal nostro punto di vista, con tutto quello che il titolo Supergiant ha da offrire in termini di giocabilità, narrativa e direzione artistica, il lato tecnico risulta comunque una delle ragioni meno importanti per procedere al download, ma con una platea di lettori così ampia come quella di SpazioGames ognuno troverà il proprio motivo per cimentarsi con le avventure di Zagreus.

E, a proposito di motivi, come già sottolineato nella nostra recensione, la colonna sonora, che può adesso essere goduta con gli impianti che potreste avere collegati alle vostre console nuove di pacca, rimane, a undici mesi dalla pubblicazione, una delle migliori degli ultimi anni, sicuramente il miglior lavoro del talentuoso Darren Korb ad oggi.

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Dulcis in fundo, l'uscita della versione fisica per tutte le piattaforme interessate, con tanto di manuale a colori che illustra da vicino i numerosi personaggi che fanno da contraltare al nostro Zagreus, rappresenta la ciliegina sulla torta, in un'epoca in cui la grande illusione smaterializzata del digitale sembra voler ingoiare il medium che più amiamo. Insomma, potrei stare qui per altri tremila caratteri a tessere lodi sperticate per Hades, ma direi che ci siamo capiti. O no?

In conclusione

Poteva essere un buon motivo per comprare Switch, magari nella sua versione Lite, o procedere all'upgrade del vostro vecchio PC, ma avete fatto orecchie da mercante e avete traccheggiato. Fortunatamente, gli accordi di esclusività non sono per sempre (ormai nemmeno più i diamanti, mi dicono...), e i ragazzi di Supergiant Games non potevano ignorare l'enorme base installata rappresentata dalla somma delle console Sony e Microsoft.

Da oggi, quindi, non avete più alcun tipo di scusa (no, nemmeno "i roguelike non fanno per me"): Hades non è per me solo il titolo migliore del 2020, ma anche uno dei migliori degli ultimi dieci anni dell'industria, se non di più, nonché un manifesto per tutti i giovani sviluppatori su come realizzare un titolo capace di rovesciare il mercato con un budget tutt'altro che stellare.

Last but not least, i soldi che spendereste per acquistarlo (parliamo di trenta euro scarsi, ma in realtà è anche su Xbox Game Pass) non solo vi daranno accesso ad un gioco di tale portata, ma serviranno a supportare uno dei team più talentuosi sul mercato, di cui, personalmente, non vedo l'ora di giocare il prossimo titolo. Non dite che non ve lo avevamo detto.

Se volete godervi Hades su una delle nuove console senza spendere troppo, date un'occhiata a Xbox Series S su Amazon.