Nintendo sta assumendo alcuni dei peggiori difetti della concorrenza, e non ce n’era bisogno

Un percorso di cambiamento che parte dalla scomparsa di Satoru Iwata?

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Quello di qualche ora fa è stato un Nintendo Direct a singhiozzo, con una cosa bella e una cosa meno bella a ripetizione per tutti i 40 minuti dell’evento. Se, vista l'ora tarda a cui è stato trasmesso, vi siete persi gli annunci a questo indirizzo trovate il recap completo con trailer inclusi.

Abbiamo finalmente visto Bayonetta 3 in azione, il meme è finito, e vedere il gameplay di un videogioco oggi sta diventando una cosa sempre più rara. Kirby e la Terra Perduta ha un potenziale enorme per via della sua rottura con il passato, e Splatoon 3 diventa sempre più bello ogni volta che ce lo fanno vedere.

Ma, partendo proprio dallo splattatutto, non c’è una data di uscita aggiornata. Splatoon 3 è il God of War Ragnarok di Nintendo. Ci sarebbe da dire anche che Monster Hunter Rise Sunbreak, primo grande DLC a pagamento di Rise, è solo un teaser, ma va detto che esce nell’estate del prossimo anno e ci saranno sicuramente eventi dedicati.

Uno dei problemi è pensare che Chocobo GP sia anche lontanamente presentabile, nella stessa console in cui c’è Mario Kart 8 Deluxe. Oppure dare spazio al porting di Star Wars Knight of the Old Republic mentre qualche settimana fa, durante il PlayStation Showcase, ne è stato annunciato il remake. Ma anche pensare che Actraiser Reinassance come shadowdrop a fine evento possa realmente interessare a qualcuno.

Dall’altro lato, di nuovo, Shigeru Miyamoto che presenta il film di Mario, con quel cast lì, annunciando solo la data di uscita statunitense dicendo “Europa e Giappone vi faremo sapere”, è una cosa che a livello comunicativo è un anno zero in senso positivo. La compagnia giapponese per eccellenza, una delle poche rimaste nel settore videoludico con una filosofia orientale (con i suoi pregi e difetti) che parla direttamente all’Occidente.

Il nuovo gdr-gioco da tavolo di Yoko Taro è potenzialmente molto interessante, così come Triangle Strategy di cui abbiamo visto altri spezzoni di gameplay. E Nintendo ha finalmente capito che i service game vanno lavorati a parte dal punto di vista comunicativo, con i Direct dedicati ad Animal Crossing e Super Smash Bros. Ultimate che saranno separati. “L’annuncio dell’annuncio” può far storcere il naso, ma è meglio così. Si dedicano appuntamenti specializzati per le community, e si continua a far parlare dei brand Nintendo in più occasioni.

Lo dico quindi a scanso di equivoci, non è stato un pessimo Direct, tutt’altro. Ne abbiamo visti di peggiori, ma anche di migliori.

Ma Nintendo si sta iniziando a comportare in maniera molto più simile a quella concorrenza da cui si é sempre voluta distanziare. Quella che non dice le cose, che fa il gioco di prestigio invece della presentazione.

Partiamo dalla natura stessa di questo Nintendo Direct, ovvero fatta di videogiochi in uscita per l’inverno su Nintendo Switch, come annunciato dall’azienda qualche giorno fa: buona parte dei titoli presentati ieri sono in uscita nel 2022. Però, sulla carta, non si può realmente criticare la lista delle presentazioni perché di fatto sono tanti i titoli che escono entro la fine dell’anno… se non fosse che sono tutti porting, o cose di cui già sapevamo l’esistenza.

Il listino del 2021 è ormai chiuso. Le uscite invernali ci sono, perché tra Metroid Dread, Super Mario Party Superstars e Pokémon Diamante Lucente/Perla Splendente c’è una buona rotazione, a cui si aggiungono le terze parti, i citati porting e gli indie. È mancata la sorpresa finale per chiudere l’anno, quel doppia A con cui nessuno avrebbe avuto più niente da ridire.

Ma il problema più grave in assoluto è la gestione di Nintendo Switch Online.

Dov’è finita la Nintendo di Satoru Iwata?

Dando conferma ad alcuni insider, ieri il catalogo del servizio in abbonamento si è arricchito dell'annuncio dei giochi della libreria di Nintendo 64 e, a sorpresa, SEGA Mega Drive.

La modalità è sempre la stessa, perché abbonandosi a Nintendo Switch Online sarà possibile giocarci (anche con un inedito multiplayer online) ma, sempre per confermare le dichiarazioni dei ben informati di cui sopra, il rumor sul servizio “premium” è stato confermato.

Nel 2021, per giocare alla libreria emulata di Nintendo 64 e SEGA Mega Drive a cui oggi si può accedere in un milione di modi diversi, bisogna pagare un surplus ad un abbonamento sì molto economico per gli standard, ma che già di suo offre poco.

E mentre il prezzo delle repliche dei controller è stato annunciato, un sonoro e francamente poco accettabile €50 cadauno, ieri non è stata fatta menzione del surplus economico che sarà necessario sborsare per accedere alle librerie di queste due console classiche. Il Direct ci lascia con “vi faremo sapere”, e per non dirlo in quell’occasione c’è da pensare che sarebbe stata una notizia così distruttiva dal punto di vista dell’umore da oscurare quello che, di fatto, è un annuncio piacevole.

Al di là che a ognuno di voi possa servire o non servire accedere alle librerie dei videogiochi d’annata, c’è un gravissimo problema nella conservazione dei videogiochi che qualcuno deve risolvere, e quel qualcuno sono solamente aziende e publisher. Bene inserirli in pacchetti digitali, non devono essere per forza gratis perché i servizi vanno pagati, ma usare un pacchetto aggiuntivo ogni volta che si inseriscono una manciata di giochi – questo no. Di questo passo, con questa escalation, finirà che quando arriveranno i giochi GameCube ci vorrà un leasing.

Iperbole a parte, non va bene. Annunciare le cose, ma non completamente, ed omettere dettagli importanti è qualcosa che Nintendo non ha mai fatto, ma che ci aspettiamo e abbiamo visto anche recentemente da aziende come Sony.

La Grande N deve fare soldi, deve usare il suo grande potere mediatico per diventare un colosso, ci deve far aspettare un film di Mario dal potenziale devastante, ma ci sono un sacco di modi per farlo. Satoru Iwata glieli aveva insegnati, ma forse qualcuno si è dimenticato.

Questa è l’impressione avuta dopo il Direct di ieri sera che, lo ripeto, non mi ha deluso in generale, quanto mi ha dato spunti per riflettere sulla situazione dell’azienda. Iwata era l’uomo del videogioco disponibile per tutti, venduto, pubblicizzato – da rendere desiderabile, ma alla portata di tutti. Il controller N64 da €50 è memorabilia per quella platea di nintendari sfegatati che la Grande N sa di avere, e su cui sa di poter fare leva, ma il pacchetto aggiuntivo per Nintendo Switch Online va oltre.

Satoru Iwata era l’uomo delle scuse dopo gli E3 più disastrosi, mentre in questo caso tra gli annunci più frizzanti si vogliono far passare cose come Castlevania Advance Collection.

Nintendo è passata dall’essere spregiudicata, nell’accezione positiva facendoci sognare il futuro dei videogiochi in cui nessuno voleva credere, all’essere maliziosa.

La stessa azienda che continua a non voler prendere una posizione sulla questione del drifting dei Joy-Con, che vende Super Mario 3D All-Stars a tempo limitato e che tira la corda con il prezzo di The Legend of Zelda: Skyward Sword HD. E che, visto l’andazzo, a questo punto mi aspetto che venda il primo capitolo della trilogia di Metroid Prime separatamente, a prezzo pieno.

Immagino sarà questione di farci l’abitudine. Valutiamo i giochi per quello che sono, e ce ne sono di potenziale grandissima qualità in arrivo, e soppesiamo con attenzione le proposte collaterali di Nintendo. Un’azienda che, dalla scomparsa di Iwata, ha evidentemente intrapreso un processo di cambiamento che la sta portando verso una nuova direzione.

Più consapevole del suo potere mediatico, culturale ed economico, e sul quale sta facendo leva forse in modo forse troppo sconsiderato.

A proposito di valutare i giochi, è in uscita Metroid Dread a brevissimo. L'avete già prenotato?