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La beta di Overwatch 2 mi ha lasciato molto confuso, ma curioso

Overwatch 2 si mette in mostra con le novità della componente PvP. Una beta che ci lascia con alcuni dubbi.

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Avatar di Valentino Cinefra

a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Pubblicato il 02/05/2022 alle 11:04

Quello che desideravo da Overwatch 2 era che tornasse a rendermi elettrizzato di giocare nel mondo dei supereroi di Blizzard, l’arena shooter secondo la software house californiana. Guidato dalla nostalgia di un videogioco con cui ho un legame che va al di là del semplice intrattenimento, ero pronto alla chiamata della squadra di eroi.

Dopo questo primo incontro con la beta tecnica posso dire che ci è riuscito. Ed è un problema.

Perché dal primo Overwatch sono passati sei anni (almeno un altro ne passerà prima della release definitiva), e da un progetto del genere non ci si può aspettare oggettivamente che sia solo un grande aggiornamento. Cosa che non è realmente, anche se lo può sembrare.

Siete confusi? È normale. Anche Blizzard è evidentemente poco convinta di cosa i giocatori si debbano aspettare da Overwatch 2.

State già pensando alla sua frase, vero?

Nel 2019 il gioco è stato mostrato per la prima volta alla BlizzCon, e l’idea era che Overwatch 2 fosse effettivamente una sorta di super-aggiornamento del capitolo precedente.

Solo la parte PvE sarà a pagamento. Le missioni di una ipotetica campagna e tutti i contenuti simili agli eventi e tempo che abbiamo visto nel gioco originale, saranno venduti in una qualche forma. Elementi di gioco di cui, sfortunatamente, non sappiamo ancora nulla.

La parte PvP sarà gratuita. I nuovi eroi, i rework, le mappe e gli aggiornamenti saranno disponibili per chi già possiede il titolo del 2016. Tant’è che, in questa beta, ho potuto fare il log in con il mio account. Con tutte le skin faticosamente negli anni.

Il che è stata una prima epifania: questo è un sequel (perché c’è comunque un “2” nel titolo) ma con tutto ciò che ho sbloccato negli anni. Cosa sto giocando realmente?

Ad aggiungersi a questo senso di smarrimento ci si mette il fatto che tutti i suoni di sistema, i rumori di gadget ed armi, la voce dell’annunciatrice, le linee di dialogo dei personaggi sono identici a quelli originali. Inserite qui il meme di Robin Williams in Jumanji.

La fanfara dell’highlight della partita mi ha riportato indietro. Un sentimento di sicurezza perché mi sono sentito a casa, misto al fatto che non dovrei sentirmi a casa, però.

Una stanza che è subito un flashback.

Overwatch 2, squadra che vince si cambia, stavolta

La più grande novità di Overwatch 2, quella che ha fatto discutere la community, è la nuova formula delle squadre.

Dal 6v6 si passa al 5v5. Un cambiamento fondamentale che porta la squadra ad avere un solo tank, due personaggi che fanno danni (il concetto di eroe “difensore” è scomparso) e due support. Questo porta, a cascata, una serie di novità che sono emerse da questo primo approccio.

Il time to kill si è abbassato moltissimo rispetto al passato. In primis perché tra gli eroi ci sono molti meno scudi. Un problema di Overwatch (che potete recuperare su Amazon) era che il meta si era fossilizzato su una composizione per cui il team si barricava dietro ad una serie di abilità che fornivano scudo, in una combinazione quasi perenne.

Giocare al titolo Blizzard negli ultimi tempi significava dover sparare proiettili ed ogni tipo di combo possibile contro dei muri, letteralmente. Orisa non ha più uno scudo (ed è un tank molto più aggressivo), Doomfist diventa un tank con una possibilità molto breve di assorbire gli scudi. Ora gli unici personaggi ad avere uno scudo sono Reinhardt, Winston e Sigma e, come detto sopra, ce ne può essere solo uno alla volta.

overwatch-2-45172.jpg overwatch-2-45173.jpg

In Overwatch 2, però, viene premiato ancora di più chi ha una buona mira. Proprio perché non è più necessario sfogarsi sugli scudi, diventa fondamentale superare i tank e andare a colpire gli altri eroi della squadra avversaria. Che sia con un flank, usando strategie di depistaggio o tuffandosi in velocità dietro le linee nemiche, i giocatori davvero bravi vengono premiati.

Ancora di più quelli che, tornando alle origini del franchise, collaborano per mandare in combo le abilità degli eroi. Una serie di skill ed ultimate ben infilate possono ribaltare la partita, anche più volte. Una cosa che ho notato subito in queste prime partite.

Che da un lato rende il titolo più tecnico, e potenzialmente più galvanizzante dal punto di vista eSport (a maggio partirà proprio la Overwatch League con questa nuova versione), ma dall’altro non può che rendere più ostico chi si approccia o chi, semplicemente, dovrà riabituarsi a questo nuovo stile di gioco.

Lucio è, al momento, il miglior support del gioco.

Era bello giocare support in Overwatch

Con un solo tank, dicevo, il resto del team è molto più scoperto, e quindi vulnerabile. Overwatch 2 è un gioco dove conta molto di più il posizionamento, adesso. Non si può andare in giro liberamente, e a maggior ragione gli eroi con una grande mobilità possono essere devastanti se usati da mani esperte, ma inutili se giocati con poca intelligenza.

A pagare questo prezzo sono maggiormente i support, che sono diventati ancora più difficili da giocare. Di fatto è il ruolo più difficile ora, e la dimostrazione è che selezionando la coda in solitaria come support troverete una partita in una manciata di secondi, al contrario di tank e attacco.

Una cosa che mi lascia molto perplesso, perché Overwatch era riuscito a rendere divertente il ruolo tendenzialmente più noioso e poco stimolante di ogni gioco a squadre. Grazie al fatto che i support erano molto diversi, premiando e stimolando le diverse attitudini di ogni giocatore, giocare un eroe di supporto era fantastico.

Il Colosseo ospita la modalità Push.

Lo dico da main Zenyatta della prima ora, prima ancora dei primi buff che l’hanno reso minimamente giocabile. In Overwatch 2, invece, mi sono sentito come quando provai Zenyatta nella prima beta del capitolo originale. Tendenzialmente inutile, in costante bisogno di dovermi nascondere dietro ad altri personaggi ma, contemporaneamente, costretto ad espormi per curare e applicare i debuff sugli avversari.

Questo è, al momento, il più grande pericolo del progetto. Rendere un ruolo così fondamentale tanto difficile può diventare davvero pericoloso. Già in questa beta, lo accennavo prima, le attese (in solitaria) per giocare tank e attacco sono lunghissime, anche nell’ordine della decina di minuti, mentre selezionando support o “tutti”, si finisce per giocare un eroe di supporto in pochissimi secondi.

Una situazione non ottimale ma, come successo già all’epoca del primo capitolo, c’è tutto il tempo per poter ribaltare le caratteristiche degli eroi e del gioco.

Nel dubbio, consiglio a tutti i miei compagni giocatori di Zenyatta di allenare molto il fuoco con il pulsante destro, che di fatto è l’unica soluzione offensiva utile rimasta al personaggio.

Sombra è diventata molto più forte, in Overwatch 2.

Modalità, mappe, eroi e struttura di gioco

Una cosa che fa Overwatch 2 è ritoccare alcuni degli eroi. Ho menzionato poco sopra Orisa e Doomfist, ma non sono affatto gli unici ad essere diversi da come li ricordavate. Non elencherò tutte le modifiche ma solo le più interessanti, anche perché trattandosi di una beta tecnica è probabile che molte di queste non finiranno nella versione finale.

Cassidy (ex-McCree) non ha più la granata stordente, ma un ordigno magnetico che si può appiccicare agli avversari. Bastion non ha più l’auto-cura, ma ora può sparare muovendosi per qualche secondo anche in forma di torretta. Gli healer si curano di qualche punto ferita al secondo, e in questo contesto Brigitte ha perso l’odiatissimo stun.

Queste sono alcune delle modifiche più sostanziali agli eroi, la dimostrazione che Blizzard non è rimasta completamente indifferente ai feedback della community.

Overwatch 2 propone anche una nuova modalità di gioco, chiamata Push.

Spingi! Spingi! Spingi!

Immaginate una sorta di tiro alla fune, dove però si controlla lo spostamento di un gigantesco robot che spinge un carico (un per squadra) fino ad un punto prestabilito. Il robot fa avanti e indietro a seconda di quanti eroi di una squadra sono in controllo e, dettaglio interessante dal punto di vista tecnico, nel passaggio intermedio da un carico e l’altro si muove molto velocemente.

Tra le nuove mappe spiccano senza dubbio quella italiana e quella di Montecarlo. La prima mette in bella mostra il Colosseo, è come sempre ricca di dettagli ed evocativa dal punto di vista estetico, ma soprattutto costringe i giocatori a finire in un loggiato nel quale le sparatorie diventano a cortissimo raggio in uno spazio ristretto.

Montecarlo è una mappa che sfrutta la verticalità, tra palazzi molto alti e strade strette, che mettono in risalto tutti quegli eroi in grado di volare come Pharah, o chi può sfruttare le angolazioni per tirare colpi letali come Widowmaker.

Un grande problema della struttura di gioco è però quello delle code. Aggravato dal fatto che, come spiegato sopra, in pochissimi giocano gli eroi di supporto, le attese per iniziare una partita in un ruolo che non sia il support sono lunghissime.

Bisogna sempre tenere a mente il fatto che siamo di fronte ad una beta, con un pool di giocatori a pieno regime, e sicuramente l’infrastruttura tecnica non definitiva. Ma questo sistema di scelta delle partite libere era già stato adottato nell’arco finale di Overwatch, e nonostante l’uso dei ticket priorità (dei token da accumulare che velocizzano la coda) i tempi di attesa sono ancora veramente lunghi.

Sojourn, eccola qua.

Sojourn, la nuova eroina d'attacco

Non possiamo non spendere delle giuste parole per Sojourn, la nuova eroina che esordisce proprio in Overwatch 2 di cui ancora non conosciamo la storia pregressa.

Un eroe d’attacco dotato di un fucile che non ha rinculo, quindi votato a chi ha una mira più che buona. Il cui fuoco secondario è una scarica fulminea che si carica con alcuni colpi normali, che diventano ininterrotti durante l’attivazione dell’abilità Ultra.

La prima abilità di Sojourn una scivolata che può essere cancellata in un salto molto alto, quasi paragonabile all’elevazione di Pharah o il rampino di Widowmaker. Uno strumento di fuga e di ingaggio molto interessante, che permette di entrare ed uscire dalla mischia, oppure riposizionarsi per una traiettoria di fuoco migliore.

Sojourn è interessante, ma non esplosiva per ora.

La seconda abilità è una bomba che esplode al contatto, generando un’area di rallentamento per i nemici che infligge alcuni danni col tempo. Per ora mi è sembrata la skill meno interessante, perché entrambi gli effetti di crowd control e danni non sono così efficaci.

Sojourn somiglia molto a Soldato-76, dove la differenza principale risiede nel suo fucile che è totalmente privo di casualità e, come detto prima, ha bisogno di una mira precisa per potere essere funzionale. Un’eroina non entusiasmante, ma senz’altro una buona alternativa.

Le nuove mappe sono belle e ben costruite.

Ma quindi, questo Overwatch 2?

Overwatch 2 non è chiaramente una rivoluzione perché, di fatto, non ha mai voluto esserlo nelle intenzioni di Blizzard. Però, nonostante ci siano delle evidenti novità, rimango perplesso dall’offerta di questo sequel.

Sicuramente ci si dovrà abituare alle nuove dinamiche di gioco. Gli utenti abituali dovranno ripensare il loro modo di giocare, e solo la scena competitiva ci dirà se le squadre da cinque giocatori rappresenteranno una novità funzionale o distruttiva.

Come dicevo, mi aspettavo che Overwatch 2 fosse un ritorno a casa in un certo senso, e la missione per me è completamente riuscita. Il gameplay era granitico al lancio e lo è ancora, e le novità non possono che rappresentare comunque un punto positivo in termini di intenzioni da parte del team di sviluppo.

Il matchmaking in solitaria ha bisogno assolutamente di una ristrutturazione immediata. Nello scenario attuale è impensabile attendere anche fino a 10 minuti, alle volte, per giocare una partita. Questo è un difetto che non esiste per chi gioca abitualmente con un gruppo, ma Overwatch è sempre stato anche un gioco accogliente per i giocatori occasionali, e deve continuare ad esserlo.

Swish.

Contestualmente, la situazione degli eroi di supporto è preoccupante. Non irrimediabile, ma potenzialmente pericolosa.

Si potrebbe risolvere autonomamente con una maggior consapevolezza da parte dei giocatori, che impareranno banalmente a giocare meglio e difendere i curatori. Ma una buona cosa di Overwatch è che gli healer, una volta tanto, non erano una palla al piede, e per ora non è così.

Probabilmente ci vorrà tempo per abituarsi ad Overwatch 2. Sono confuso da questa nuova veste del gioco, che allo stesso non è totalmente nuova. Ci sono chiaramente delle idee in questo “sequel”, e sono curioso di vederle plasmate nella versione definitiva del gioco.

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