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Recensione

FUSER | Recensione - Se non metti l'ultima, noi non ce ne andiamo

Dai creatori di Rock Band e Guitar Hero, arriva Fuser, un rhythm game pensato per gli aspiranti dj

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a cura di Daniele Spelta

Redattore

Informazioni sul prodotto

Immagine di Fuser
Fuser
  • Sviluppatore: Harmonix
  • Produttore: NCSOFT
  • Distributore: Koch Media
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
  • Data di uscita: 10 novembre 2020

Fuser ha un tempismo perfetto e no, non stiamo parlando dei ritmi in levare e degli improbabili esperimenti sonori che permette il titolo musicale creato da Harmonix, autori già affermati su questi palchi grazie ai vari Rock Band, Guitar Hero e, non da ultimo, DropMix.

Stiamo invece facendo riferimento a questo preciso contesto storico, alle prese nostro malgrado con una pandemia che ci ha confinati in casa e che ha rinchiuso nei cassetti dei ricordi quei momenti di gioia e di euforia al centro della folla ad un concerto o a qualche altro evento dal vivo.

Drop the bass

Ecco, Fuser è innanzitutto una forma di escapismo virtuale che proietta i giocatori proprio in mezzo al tripudio di suoni, colori e luci, mettendoli direttamente davanti ad una consolle per DJ virtuali. Proprio per questo motivo l’opera trova il suo vero compimento durante le sessioni di freestyle, in cui mixare senza vergogna Satisfaction di Benny Benassi assieme a Killing in the Name of the Rage Against the Machine. Speriamo solo che questo abominio di bassi pestati e chitarre distorte non giunga mai alle orecchie di Zack De la Rocha.

Senza limiti alla fantasia, tutti gli strumenti messi a disposizione da Fuser lavorano all’unisono per creare sonorità uniche e, non lo neghiamo, ci siamo sentiti più volte trascinati dai ritmi ed è stato difficile rimanere fermi sulla sedia. Dopo un po’ di allenamento, con dei campionamenti in tasca e con qualche pezzo da ‘90 da far girare sui piatti, ci siamo poi lanciati nell’universo social di Fuser, un vero e proprio set no stop in cui tutti i dj 2.0 possono collaborare allo stesso tempo per improvvisare coi mix, con i pianoforti digitali e assoli, ed infine far esplodere le casse mentre lo schermo si riempie di fuochi d’artificio e fumogeni arcobaleno.

Fuser non ha però solo questo lato festaiolo e spensierato, ma ha dalla sua una modalità di gioco pensata per chi vuole sfidare la community online a suon di remix, vere e proprie battle in vecchio stile per decidere chi catturerà i cuori e le orecchie del pubblico, assecondando anche le richieste più assurde.

Sì, stiamo parlando proprio di te che ci hai obbligati a buttar su Symphony of Destruction durante una serata dance. Fidatevi che la voce di Dave Mustaine fa letteralmente a cazzotti con i Fatboy Slim, ma questo vi dà l’idea del grado di libertà.

Giocare più che imparare

Fuser predilige senza ombra di dubbio l’aspetto giocoso su quello musicale o addirittura “istruttivo”: non sperate quindi di diventare dei dj solo perché la folla virtuale vi acclama. Per fare un paragone, siamo più nell’ottica di un Guitar Hero che di un Rocksmith ma questo non significa che bastino pochi minuti di pratica per ottenere il massimo dei punteggi, anzi.

Per quanto sia un titolo colorato e scanzonato, Fuser ha una profondità sorprendente e la campagna, suddivisa su sei stage, funziona da lungo tutorial ed è l’indispensabile punto di partenza per apprendere le numerose tecniche, per gestire i tempi e per creare dei loop fatti a mano con synth e bassi elettronici. Prima di andare in scena si selezionano i brani da suonare e da mixare e, una volta davanti alla console, si devono inserire e togliere a tempo le quattro tracce delle varie canzoni: voce, basso, gli strumenti principali come le chitarre o i fiati e la batteria.

Questo è solo la superficie, perché su queste basi si innestano numerose altre tecniche, inserite passo dopo passo dai vari manager incontrati lungo la campagna. Un ragazzino di dieci anni appassionato di corgi ci spiegherà quindi come utilizzare un pianoforte per creare una base inedita, mentre una hippie del terzo millennio ci darà istruzioni su come abbassare, sfumare e pompare al massimo i volumi per mandare a fuoco la pista. Una volta arrivati all'ultimo palco si maneggeranno così tutti i segreti del DJ, ma questo viaggio, purtroppo, avviene con singhiozzi e con un passo incerto.

Sincope

Quando Fuser rivela infatti la sua struttura ludica, la gioia e la voglia di suonare vengono un po’ meno, vittime di un sistema di progressione arcaico, con meccaniche vicine al grinding come uniche lasciapassare per sbloccare nuove canzoni e oggetti aggiuntivi da indossare o effetti da sparare sul palco. Completando i vari livelli si ottengono i classici punti esperienza che vanno a confluire in un livellamento decisamente tradizionalista e, una volta raggiunto lo step successivo, si ottengono dei crediti per inserire nuovi brani nella propria collezione e una seconda valuta dedicata alla cosmetica del proprio avatar. Il procedimento è piuttosto lento e macchinoso, le canzoni hanno un costo abbastanza alto e dunque ci si ritrova a replicare mix già ascoltati o a porre un freno alla propria fantasia.

Quello che però funziona meno nella modalità campagna – e in parte anche nelle battaglie – è proprio la necessità di dover inserire una sfida che giustifichi la progressione. Ci spieghiamo meglio: ogni livello dura una manciata di minuti, lasso di tempo in cui si viene tempestati con richieste di ogni genere: suona solo con due dischi, metti un pezzo country e uno dance, alza il volume a tempo delle voci ed espelli i bassi in levare. A questi stimoli esogeni dettati unicamente dall’accumulo di punti si uniscono poi le pretese del pubblico, che ogni tanto farà sentire la sua voce per richiedere il pezzo del cuore o un brano che lo riporti al 1967 proprio durante un festival che è la quintessenza dei tempi moderni.

Qui si crea una profonda spaccatura tra ciò che dovrebbe essere e ciò che Fuser è, almeno nel suo lato competitivo. Da una parte si vorrebbero infatti creare delle perfette sinestesie tra suoni e colori, dei ritmi da lasciare andare senza pensieri per far ballare anche i vicini di casa, desideri che purtroppo si infrangono quando bisogna calibrare al centimetro le mani sulla tastiera e sul mouse per districarsi velocemente in un’interfaccia carica di icone e voci, solo per stare al passo con le costanti pretese esterne.

In questo momento viene meno la magia di Fuser e ci si sente più dei robot in fabbrica alla prese con ordini frenetici e che spezzano di frequente i ritmi, un togli e metti senza anima per guadagnare in modo facile e rapido qualche punto in più.

Abbondanze sonore

Fuser funziona molto meglio quando non vuole essere un gioco in senso tradizionale, con missioni e obiettivi e, al contrario, prende il sopravvento la sua parte più creativa ed esalta ancora una volta la maestria musicale di Harmonix, capace di adattare ritmi e suoni mescolando fra generi totalmente differenti.

Parlando poi di pezzi, la lista è davvero ampia e, contando anche i vari DLC e i pacchetti aggiuntivi, il catalogo si aggira attorno alle centinaia di brani che spaziano dal rock all’hip hop, passando per il country e la dance, in un arco temporale che va dagli anni ‘70 ad oggi. Il lungo elenco resta comunque nei canoni del pop, non inteso strettamente come genere musicale. La selezione è rivolta in modo evidente ad un pubblico di massa soprattutto giovanile.

Questo lo si nota anche da un’estetica che sembra uscita da una mappa ancora più colorata e cartoon di un Fortnite qualsiasi, per non parlare poi dei pochi dialoghi che rasentano la comicità involontaria per un gergo eccessivamente infantile ed esagerato. Insomma, se negli anni ‘90 eravate dei frequentatori assidui del Energy o di qualche altro rave party, potreste trovare meno affascinati i palchi in stile Tomorrowland di Fuser e le sue canzoni molto commerciali.

Musica per tutti

Infine, chiudiamo l’analisi di Fuser con una parentesi purtroppo spesso sorvolata: l’accessibilità. Il titolo di Harmonix mette infatti a disposizione numerose opzioni e calibrazioni di colori per venire incontro a chi ha difficoltà nel riconoscimento delle diverse tonalità e i suoi sottotitoli hanno un font perfettamente leggibile, con caratteri bianchi su sfondo nero.

Sono dei piccoli dettagli che possono passare inosservati, ma che in realtà fanno la differenza per una fetta di giocatori.

Se volete giocare Fuser e darvi ai vostri mix anche in edizione fisica, vi raccomandiamo di approfittare del prezzo di Amazon.

Voto Recensione di Fuser - Recensione


7.5

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Tanti strumenti con cui sbizzarrirsi sul palco

  • Ampia scelta musicale...

  • In totale libertà si possono creare mashup niente male

  • Numerose opzioni per il daltonismo

Contro

  • ... Anche se qualitativamente discutibile, alle volte

  • Progressioni che sa di vecchio

  • Punteggi ed obiettivi mal si sposano con la voglia di suonare

Commento

Fuser ha due anime ben distinte. La prima, quella più libera e artistica, sfrutta a pieno i numerosi strumenti della consolle virtuale e lascia che sia il giocatore ad improvvisare con i quattro piatti e a creare dei mix esagerati tra effetti e le numerose tracce messe a disposizione. Quando su queste basi si inseriscono punteggi, missioni, obiettivi e oggetti da sbloccare, Fuser perde il suo ritmo e si snatura, tra richieste forzate, cambi schizofrenici e mashup che si spezzano solo per ottenere qualche stella in più.