Immagine di Elden Ring è il kolossal di From Software | Recensione
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Elden Ring è il kolossal di From Software | Recensione

Elden Ring è un'opera mastodontica, colossale. Vi raccontiamo nella nostra recensione il nuovo soulslike dai maestri del genere.

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Informazioni sul prodotto

Immagine di Elden Ring
Elden Ring
  • Sviluppatore: FromSoftware
  • Produttore: Bandai Namco
  • Distributore: Bandai Namco
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , PS5
  • Generi: Azione , Gioco di Ruolo , Avventura
  • Data di uscita: 25 febbraio 2022 - 21 giugno 2024 (Shadow of the Erdtree)

Durante le fasi di avvicinamento all'uscita di Elden Ring avevamo inteso la nuova opera di From Software come una sorta di Dark Souls 4 a mondo aperto. Se per larga misura è così, questa riduzione ai minimi termini non rende affatto giustizia a un titolo che, ora come non mai, si presenta come un nuovo paradigma per il genere.

Oltretutto, e questo vogliamo sottolinearlo con grande forza, l'operato è da incensare a più riprese per la volontà e per la capacità degli sviluppatori di ideare un mondo aperto in netta contrapposizione rispetto a quelli per nulla significativi; opposto a quelli che vogliono solo riempire le aree con missioni banali e tutte uguali, che sono l'anticamera della noia e della ripetizione continua.

Elden Ring è un gioco immenso, colossale, che straborda letteralmente di luoghi da scoprire, segreti, aree sterminate, dungeon nascosti e strutture dal design sbalorditivo, maestoso e in grado di dimostrare lo stato di grazia di From Software. Eppure ci interessa molto di più dirvi che ad oggi non esiste nulla che sia simile a Elden Ring, sia per struttura, sia per modalità di progressione.

L'Interregno non è solo l'enorme luogo in cui da Senzaluce partirete per un viaggio intenso e irto di pericoli, ma è soprattutto il nome perfetto per indicare l'idea di regno interconnesso, con una densità di contenuti spaventosa e con un gusto per la costruzione del mondo di gioco che è specchio della stessa filosofia che From Software si porta dietro da Demon's Souls, dai tre Dark Souls, da Bloodborne e da Sekiro. Non si tratta solo di una summa di tutto ciò, ma di un titolo che si spinge ben oltre e surclassa per qualità quanto fatto finora dai padri del genere.

Elden Ring, La storia

Il filmato di apertura, come in Dark Souls 3, dà un'infarinatura della premessa narrativa e fa una carrellata di personaggi e avversari che incontrerete nell'avventura. Come da tradizione, la storia non viene narrata in modo subito chiaro o con filmati esplicativi; al contrario, continua a dispiegarsi lentamente grazie ai frammenti di informazioni che otterrete durante l'avanzamento (sempre in inglese e coi sottotitoli in italiano). Siamo senza dubbio davanti a un racconto molto più intelligibile rispetto al passato, ma dovrete scavare ancora a fondo per scoprire l'intera lore e riempire quegli spazi della narrazione lasciati volutamente vuoti.

Inoltre, torna in maniera del tutto nuova e diversa una sorta di hub nel quale si radunano alcuni personaggi chiave con cui discutere e scoprire dettagli d'importanza capitale. Se ad esempio in Demon's Souls c'era il Nexus e in Bloodborne c'era il Sogno del Cacciatore, in Elden Ring c'è La Rocca della Tavola Rotonda, che si configura come una specie di non-luogo posto completamente al di fuori della mappa e nel quale potrete teletrasportarvi in qualunque momento. Potrete farlo anche tra un Luogo di Grazia e l'altro (che sono il corrispettivo dei falò), così da poter gestire in piena autonomia i ritmi di gioco, facendo man mano ciò che è alla vostra portata.

Il contributo di George R. R. Martin sembra essere davvero ridotto all'osso, e il tenore del racconto è assolutamente in linea con la poetica decadente e perversa di Miyazaki. Dello scrittore si notano solo blandi elementi narrativi a lui riconducibili per la presenza di casate decadute, flebilissimi intrecci familiari, un trono con tanto di eredi e poco altro. Per il resto, la forte impressione è che sia tutta farina del sacco di From Software e che dell'autore ci sia poco più del nome in copertina. Poco male, visto che Elden Ring porta avanti con orgoglio la sua tradizione ed eleva il suo concept di base verso nuove vette.

Fa lo stesso con la concezione della mappa e con la sua splendida gestione, che mantiene il noto ermetismo dei giochi From Software. Dimenticatevi di zone opportunamente segnalate, obiettivi da raggiungere a tot metri di distanza sempre in bella vista su schermo, aiutini vari o una lista di missioni primarie e secondarie. In Elden Ring non c'è nulla di tutto ciò e sarete abbandonati a voi stessi in un regno sconfinato, con una carta topografica antica che va ricostruita pezzo per pezzo, raccogliendo i frammenti relativi alle macro aree. Senza di essi, aprire la mappa significherà osservare una nebbia che non vi darà chiari punti di riferimento, costringendovi a brancolare nel buio e muovervi a tentoni.

Anche dopo aver avuto una visione più chiara di una zona, dovrete ugualmente interpretare avvallamenti, depressioni del terreno, stradine sconnesse, ponti e strutture, fermo restando che potrete sempre apporre dei segnali diversificati per dare identità alle tipologie di scoperte in cui nel frattempo sarete incappati. Se per ritenervi davvero sazi volete visitare a fondo ogni centimetro di Elden Ring, imbarcandovi così in una missione improba, potreste superare agevolmente le cento ore di gioco, e anche dopo non sarete così sicuri di aver scoperto davvero tutto.

Mondo di gioco e progressione

Elden Ring è composto da aree talmente vaste da farvi impiegare diverse ore anche solo per individuare tutti i punti di interesse. Naturalmente potrete dare meno priorità ad attività secondarie, ma dato che non capirete subito cosa è principale e cosa no, la linea di demarcazione risulterà spesso sfumata. Nel lungo e periglioso percorso di ricerca vi imbatterete in scenari che sono diventati ormai dei modelli ricorrenti: ecco dunque che troverete castelli medievali con tanto di piccoli borghi a fare da contorno, accademie della magia con biblioteche sconfinate, zone infuocate e ghiacciate, paludi velenose e ribollenti di marcescenza scarlatta da attraversare in sella al vostro cavallo chiamato Torrente, e tutta una serie di punti fermi che gli amanti dei soulslike di From Software conoscono bene.

A tutto ciò si aggiungono idee nuove che abbiamo enormemente apprezzato come rovine, villaggi, torrioni, parti di raccordo arricchite e una sequela di dungeon che, anch'essi, rispondono a certi archetipi piuttosto noti. Tutta questa abbondanza ha però un piccolo prezzo da pagare, ossia il riciclo di alcuni boss facoltativi e degli stessi dungeon discrezionali, che si basano tutti su quattro o cinque modelli e offrono piccole variazioni sul tema. Le miniere, le grotte, le catacombe sono le basi su cui vengono costruite certe missioni, che ci hanno ricordato per larghi tratti i Calici di Bloodborne. Allo stesso modo, riteniamo che non sarebbe guastato uno sforzo supplementare nell'evitare di presentare per tre volte dei boss, o al limite avremmo anche accettato la scelta di far a meno di certe varianti.

Al di là di quanto detto, che non influisce in modo grave sulla magnificenza o sulle ambizioni di gloria di Elden Ring, resta meritevole di elogio il modo in cui il giocatore viene costantemente stimolato all'esplorazione, avendo sempre, e ripetiamo sempre, una ricompensa per le proprie fatiche. Arrivare in fondo a un'area e uccidere un boss può significare trovare nuovi abbigliamenti, armi, medaglioni, oggetti rari e persino ciò che qualche NPC stava cercando da tempo, così da portare a termine delle quest di cui avevate perso la bussola. Anche scandagliare a fondo quegli angolini di mappa apparentemente inutili può essere fruttuoso, ma è al contempo possibile che dobbiate vedervela con un avversario pronto a spazzarvi via in pochi attimi.

Elden Ring offre un mondo dinamico dove potrete essere attaccati d'improvviso da un boss senza dover necessariamente entrare nelle tipiche arene delimitate dalla nebbia. Stavolta, le lunghe e attente sessioni di scoperta possono essere interrotte da chi presidia la zona, ma essendo in questi casi lo scontro facoltativo, potrete darvela a gambe e tornare, se vi va, nel momento in cui vi sentirete più forti. La libertà di scelta e gestione personale dell'avventura è in tal senso clamorosa, e mai come stavolta vi sentirete pienamente padroni del vostro destino, senza che ci sia per forza quell'avversario di sbarramento che deve essere abbattuto a tutti i costi.

Ci saranno solo nei momenti chiave legati alla storyline principale, ma anche lì, anziché sbattere continuamente contro un muro di gomma, avrete il piacere di spostarvi col viaggio rapido dove vi pare e decidere in che modo livellare, magari esplorando una porzione di mappa non setacciata o portando a termine delle questioni che avevate lasciato irrisolte, ma sempre con grandissima naturalezza. Il grinding non è dunque un atto noioso in cui dovrete ripetere le stesse aree, ma è tutto armoniosamente integrato nel tessuto di gioco, che grazie alla sua ragguardevole mole di contenuti non vi lascia mai davvero a bocca asciutta.

Il posizionamento dei nemici e le diverse tipologie vi lasciano anche intendere se effettivamente è il momento di lanciarsi in nuove sfide o se forse è il caso di evitare morti scontate e premature, a dimostrazione del fatto che anche l'organizzazione degli spazi è perfettamente studiata con enorme attenzione. Aggiungiamo che è anche il brillante design dei livelli a dar manforte alla solidità globale di Elden Ring. Non solo risulta difficile spiegarvi a parole la scala di certi scenari, così enormi, complessi e pieni di costruzioni intricate ed elementi che vi sembrano irraggiungibili e che invece poi attraverserete; ma è soprattutto il modo in cui si presentano a lasciarvi spesso in totale ammirazione per diversi secondi di sbalordimento. L'evoluzione rispetto al passato è dunque netta, e le dimensioni dei legacy dungeon e di parecchi scenari sono semplicemente impressionanti.

Classi e sistema di combattimento

Sempre in termini di libertà del giocatore, Elden Ring vi dà la possibilità di scegliere tra ben dieci classi tutte ben assortite. Ciascuna di esse ha dei parametri di partenza fissi e si ha anche la possibilità di portarsi dietro un primo oggetto, come ad esempio una sorsata aggiuntiva dalla fiaschetta, un oggetto che vi concede sin da subito un po' più di salute massima o altri consumabili. Se preferite combattimenti ravvicinati e molta possanza, la vostra scelta ricadrà sul Cavaliere errante o sul Guerriero nomade; se invece preferite rimanere a distanza e fare uso della magia, allora andrete sull'Astrologo o sul Profeta.

Ci sono poi altre classi che si configurano come la classica via di mezzo, come il Confessore che è indicato anche per i neofiti, e talune adatte a un approccio di gioco molto più estroso. Parliamo in particolare del Fuorilegge, molto scattante e tecnico, e del Samurai, che ha maggiore enfasi su destrezza e versatilità ed è specializzato in tiro con l'arco. Se volete rendervi la vita dannatamente difficile farete un tentativo con lo Sventurato, mentre ci è piaciuta l'introduzione del Prigioniero. Si tratta di una classe ibrida che combina magia e abilità con la spada, e sebbene non risulti da subito competitiva in termini di danni inflitti, sul lungo periodo fiorisce e svela tutto il suo potenziale quando avrà accesso ad armi e incantesimi avanzati.

In ogni caso, la scelta della classe di partenza non è mai vincolante e serve più che altro a dare un chiaro indirizzo nelle fasi di partenza, ma nulla vi vieta poi di livellare come più vi aggrada e cambiare anche in corsa delle caratteristiche. Dopo il secondo boss principale avrete anche modo di redistribuire totalmente i vostri punti, così da cambiare radicalmente l'attitudine del vostro personaggio. Considerando la grande quantità di armi, oggetti, talismani equipaggiabili, magie e miracoli, potreste in effetti rendervi conto anche in corsa di voler cambiare approccio. E in Elden Ring potrete farlo senza che vi siano in qualche modo dei fastidiosi impedimenti.

Naturalmente, certe caratteristiche influiscono direttamente sui combattimenti e sulla vostra resistenza ai colpi. Ad esempio, risulta di fondamentale importanza la stabilità, che determina la capacità di resistere a un pericoloso stordimento che vi lascia alla mercé del nemico. Le classi più possenti hanno il parametro in questione più alto, e anche equipaggiamento e vestiario con alte statistiche in tal senso hanno un aggravio sulla capacità di carico del giocatore non indifferente. Se siete dei veterani e tendete a usare il parry tanto meglio per voi, mentre chi ha sempre avuto qualche difficoltà col tempismo potrà semplicemente rimanere in parata e rispondere con un contrattacco immediato dopo che il colpo nemico si sarà infranto sullo scudo.

Decidete dunque con oculatezza come organizzarvi, perché il vostro stile di gioco deve sempre abbinarsi a statistiche sensate e con ciò di cui disporrete nell'inventario. Ve lo diciamo in particolar modo perché nelle fasi di anteprima avevamo avuto l'errata impressione che Elden Ring fosse il più facile tra i giochi From Software. Ci sbagliavamo: ha la stessa brutalità di un Dark Souls e nasconde al suo interno delle boss fight che sanno essere spietate e tremende, oltre che memorabili e spettacolari. Livellare vi aiuterà però molto a superare ostacoli che possono sembrarvi insormontabili, pertanto non c'è nulla di davvero elitario o che sia in qualche modo scorretto coi giocatori. Al contrario, From Software ha ulteriormente affinato il bilanciamento, rendendo tutta la progressione meno frustrante e meglio organizzata. Potrete anche affrontare le parti più ostiche in cooperativa, ma come sanno bene i puristi, non è affatto la stessa cosa e si perde tutto il piacere per la sfida.

Certo, va anche detto che alcune meccaniche possono essere abusabili e danno enorme vantaggio, come appunto il repost dopo la parata o il devastante attacco in salto che tende a sbilanciare i nemici. Specifichiamo però che se la rotolata ha dei frame di invulnerabilità, il salto invece vi lascia completamente scoperti, e questo fa tutta la differenza se sceglierete di fare molte battaglie PvP. Il salto è però un'importante manovra di evasione contro i fendenti orizzontali e gli attacchi ad area: usatelo sempre con saggezza e buon tempismo. Tuttavia, andando avanti vi renderete conto che certe manovre d'attacco funzioneranno sempre meno contro certi nemici corazzati o rapidissimi, ma rimane comunque una facilitazione da non sottovalutare.

L'introduzione dei combattimenti a cavallo ha invece luci e ombre. Con alcune armi in particolare, il timing è certamente perfezionabile e può capitare di non mandare a segno qualche colpo, ma in generale funziona piuttosto bene e non crea mai importanti grattacapi. Alcune boss fight sono studiate per essere affrontate preferibilmente a cavallo, così da colpire per una o due volte prima di scattare via lontano da attacchi che vi possono polverizzare all'istante. Torrente è utile anche per raggiungere certe zone altrimenti fuori portata. Alcune aree dimostrano infatti di avere un design più orientato alla verticalità, e il doppio salto del vostro fido destriero vi dà dunque possibilità che con le vostre sole gambe vi sarebbero precluse.

Comparto tecnico e artistico

Abbiamo effettuato la nostra prova di Elden Ring esclusivamente su due PC con requisiti al di sopra di quelli consigliati, potendo godere di differenze qualitative evidenti rispetto alla versione PS5 che provammo durante la beta. L'aspetto generale è migliore non solo in termini di texture, ma anche per quanto concerne illuminazione e cosmesi generale. In ogni caso, il riciclo di certi asset dai vecchi giochi è evidente, facendolo somigliare nei dungeon facoltativi a una sorta di Dark Souls 4 potenziato.

Segnaliamo che l'ottimizzazione non è ancora perfetta, e che abbiamo registrato alcuni cali di frame rate costanti. Come da tradizione From Software, sappiamo che nel tempo questi piccoli singhiozzi tenderanno a sparire. Se Elden Ring non può essere considerato il non plus ultra del progresso tecnologico, lo è senz'altro il suo comparto artistico, che copre in modo evidente le mancanze oggettive della mera estetica grafica d'avanguardia.

La luce dorata che risplende sui cieli di Limgrave, la quiete lacustre di Liurnia, i tramonti rosso sangue di Caelid, gli eccessi barocchi della capitale e altre istantanee da mozzare il fiato che vi lasciamo il piacere di scoprire, sono quanto di meglio ci si potesse auspicare da un titolo che rappresenta il passo successivo per un team di sviluppo in costante crescita. Ogni zona è caratterizzata in modo superbo, con grande stile ed enorme cura per i particolari. Persino le zone di raccordo sono di alto spessore, e non servono solo per rendere più morbido lo stacco tra un punto e l'altro: anch'esse sono piene zeppe di segreti, attività e luoghi da scoprire, con tanto di possibilità di raggiungere anche scenari sotterranei e non immediatamente visibili nella mappa principale.

Il modo in cui è rappresentato il mondo di Elden Ring, con quel misto tra gotico e medievale, arte macabra e ripetuti omaggi ai maestri dell'horror e ai lavori precedenti, fanno di From Software uno studio con piena consapevolezza di sé. La nuova opera magna è in grado di garantire agli amanti del genere non solo un continuo alternarsi di meraviglie, ma anche una chiara prova di forza che ristabilisce gli equilibri e crea un nuovo termine di paragone per i soulslike. Se pensiamo che Elden Ring è in sostanza una una nuova base per quella che si preannuncia una nuova serie di grande successo, possiamo assicurarvi che il futuro è in mani solide. Elden Ring segna un passo in avanti notevole e rimette in riga tutti i pretendenti al trono.

Versione recensita: PC

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Voto Recensione di Elden Ring - Recensione


9.3

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • L'evoluzione del genere, che migliora in modo netto la concezione stessa dei soulslike

  • Mondo di gioco enorme e sempre significativo, con aree e scenari superbamente caratterizzati

  • Artisticamente è di un'altra categoria

  • Lascia davvero la piena libertà gestionale al giocatore, che si sentirà al 100% padrone del proprio destino

Contro

  • Un po' di riciclo di boss e dungeon

  • Su PC richiede ancora qualche ritocco all'ottimizzazione

Commento

Per gli amanti dei soulslike a firma From Software, Elden Ring è semplicemente un sogno che diventa realtà. Si tratta di un passo in avanti netto rispetto ai lavori precedenti, che pone le basi per un'altra serie di sicuro successo che pur non evolvendo le meccaniche di gioco (già solidissime), ne amplia a dismisura la scala, offrendo al contempo un nuovo modello evolutivo per il genere. Al netto di qualche riciclo piuttosto evidente, Elden Ring risulta maestoso, coinvolgente e molto più dirompente di quanto ci aspettassimo. From Software consolida il proprio trono ed è pronta a regnare ancora per molti anni.
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