I doppiaggi dei giochi negli anni '90 erano così assurdi che neanche i doppiatori ci capivano qualcosa

Una testimonianza sui doppiaggi in italiano dei giochi anni '90 e dei primi anni Duemila, in cui noi giocatori abbiamo sentito cose...

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

C'è stata un'epoca, nel mondo dei videogiochi, dove tanto – praticamente tutto – doveva essere doppiato in italiano. Sono quei momenti d'oro tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila, in cui l'approccio cinematografico e la crescita del videogioco con le tre dimensioni convinsero i publisher a investire (ma non troppo) per adattare anche le voci dei protagonisti dei loro giochi.

Abbiamo assistito ad artisti che hanno dato vita a performance più riuscite e ad altre, invece, che sono rimaste nell'immaginario per motivi non proprio entusiasmanti. Il doppiaggio di King's Field IV (che arrivò nel 2003 in Europa), con un adattamento che sapeva di parodia e alludeva all'abilità di non «lasciare alcuna tracchia» è probabilmente l'emblema di questo fenomeno, ma ci sono stati anche altri episodi abbastanza confusi.

Ricorderete, per dirne uno celebre, il caso di Metal Gear Solid (di cui trovate ancora la splendida Legacy Collection su Amazon). Il capolavoro di Hideo Kojima, raccontarono i doppiatori, dovette adattarsi alla necessità di venire doppiato agli Abbey Road Studios di Londra, reclutando quindi artisti che fossero disponibili a lavorare presso la capitale britannica.

Moltissime di quelle stesse voci lavorarono anche ad altri titoli, come la saga di Syphon Filter, o quella di Spyro. Ed è proprio da Spyro che arriva la nostra curiosità di oggi.

Parecchi anni fa, infatti, il canale di un giocatore conosciuto come "RedFlame Fox" pubblicò una clip da Spyro: Enter the Dragongfly, nel quale faceva notare tra il serio e il faceto come il personaggio di Bianca cambiasse doppiatrice da una battuta all'altra, per nessun valido motivo. Potete vedere il video in embed qui sotto.

Il lato più interessante di questo strambo fenomeno è che non ci eravamo accorti che a commentare il contenuto fosse arrivata parecchi anni dopo Benedetta Ferraro. Per chi non la conoscesse, parliamo di una celebre doppiatrice, nota anche per i suoi lavori televisivi, che nel mondo dei videogiochi fu anche Nastasha Romanenko in Metal Gear Solid – voce delle istruttive chiamate al codec con protagonista l'analista ucraina, spalla di Solid Snake.

Ebbene, Ferraro era la voce prevista per Bianca all'interno del gioco, ma anche lei non sa spiegarsi perché ci siano battute non doppiate da lei. Qualcuno ipotizzava che la seconda voce potesse essere quella dell'attrice e oggi regista e autrice Ilaria D'Elia (a sua volta nel cast di Metal Gear Solid come Meryl Silverburgh, ma che fu anche in Spyro 3Syphon Filter, tra gli altri), ma Ferraro smentisce l'idea.

In un commento, Ferraro spiega:

«Confermo, sono due voci diverse. La prima è assolutamente la mia, la seconda non ho idea di chi possa essere. Conosco bene Ilaria d'Elia e non è la sua voce. Non si spiega come il personaggio di Bianca sia stato doppiato contemporaneamente sia da me che da un'altra doppiatrice».

Anche la doppiatrice, insomma, non ha idea di che cosa sia successo per fare in modo che, quando le battute sono state messe al loro posto, ne siano spuntate alcune con una voce e altre con una seconda. La sua testimonianza ci conferma che in molti casi i doppiatori erano costretti a lavorare con grande confusione, non avendo davanti le sequenze dei giochi a cui lavoravano e con una generale fumosità.

Considerando il risultato, potrebbe essere anche questo il caso. Altre ipotesi suggeriscono magari che qualche battuta si fosse rovinata e fosse stata quindi ridoppiata in sede di montaggio; o, ancora, potrebbe essere stata una battuta placeholder finita per errore nel montato finale. Insomma, anche qui c'è più confusione che certezze.

Oltretutto, non sempre va meglio ai colleghi d'oltreoceano: ricorderete che, qualche anno fa, i doppiatori si organizzarono in uno sciopero di cui vi parlammo ampiamente e a cui presero parte anche profili come quello di Jennifer Hale (il comandante Shepard di Mass Effect, per dirne una), segnalando le loro condizioni di lavoro e le difficoltà a cui venivano posti di fronte nelle loro interpretazioni.

Oggi i doppiaggi in italiano, complici anche i grandi passi in avanti fatti dai videogiochi, che hanno permesso agli artisti di lavorare in condizioni sicuramente migliori, sono molto migliorati e hanno raggiunto livelli quasi cinematografici: pensate al caso di Death Stranding e a nomi come quelli di Andrea Lavagnino, Davide Marzi, Eleonora Reti e Domitilla D'Amico, per citarne alcuni.

Non possiamo che augurarci che un'ottima fucina di grandi voci come quella italiana possa continuare a dare il meglio anche nei videogiochi, e che sempre più publisher decidano di investire per localizzazioni complete delle loro opere anche sul nostro mercato.