Dopo Microsoft, licenziamenti anche in Riot Games: «è il normale corso»

Riot Games ha svelato di aver licenziato molti dipendenti, come un normale avvicendamento di studi e rielaborazione di progetti.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

È un periodo sicuramente turbolento per l'industria dei videogiochi, e dopo i licenziamenti in casa Microsoft arrivano anche quelli di Riot Games.

Gli autori del granitico League of Legends, che ha invaso Amazon di gadget di ogni tipo, hanno fatto un giro di vite all'interno dei numerosi studi che popolano i tanti progetti.

Come Project L, il picchiaduro annunciato tempo fa, che di recente è tornato a mostrarsi con un nuovo filmato di gameplay.

Per non parlare di quelli che ancora non conosciamo, almeno in via ufficiale visto che sono emersi dei leak per un nuovo videogioco di Riot Games in arrivo.

Come riporta VGC, Riot Games affronterà questi nuovi progetti con meno forza lavoro, perché sono arrivati molti licenziamenti.

Non tanti come quelli di Microsoft, ovviamente, perché nel caso del colosso di Redmond si è trattata di una vera ecatombe di posti di lavoro.

Dopo un primo report del giornalista specializzato in eSport Jacob Wolf, che raccontava di tagli al personale in diversi dipartimenti, è arrivata la conferma di Riot Games.

L'azienda ha reso ufficiali i 46 licenziamenti generali effettuati nelle ultime ore, commentando con un breve comunicati ai colleghi di VGC:

«Riot Games ha implementato cambiamenti strategici all'interno di alcuni team per affinare la nostra attenzione in una serie di aree. Con questi turni, alcuni ruoli sono stati eliminati, con un impatto su un totale di 46 rioters [il modo in cui l'azienda chiama i propri dipendenti]. Questo fa parte del normale corso della nostra attività: periodicamente apportiamo modifiche alla nostra struttura e ai nostri team in base a ciò che crediamo ci consentirà di offrire i migliori contenuti ed esperienze per i giocatori. Non prendiamo mai queste decisioni alla leggera e partiremo sempre dal desiderio di trattenere i rioters e farli concentrare sulle nostre massime priorità. Sebbene ciò non sia sempre possibile, è il nostro obiettivo principale.»

Periodo senz'altro burrascoso per l'industria, che colpisce anche Riot Games. E pensare che i titoli dello studio erano giusto arrivati all'interno di Xbox Game Pass.

Nel frattempo l'azienda si era unita anche ad Ubisoft, altro publisher nel ciclone in questi giorni, per combattere i videogiocatori tossici.