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C'erano una volta i Like - Le novità tech e social

Mentre i social network si allontanano dal sistema dei Mi Piace, scopriamo anche le ultime novità per Netflix

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a cura di Stefania Sperandio

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Spazio Tech
  • Piattaforme: TECH
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Sono giorni molto movimentati, per i social network: mentre molti habitué di queste piattaforme online sono soliti tenere conto dei Mi Piace ottenuti dai loro contenuti, per comprendere cosa sia apprezzato o non apprezzato dai contatti, le piattaforme di Facebook Inc. continuano a cambiare la direzione di marcia, pensando invece a un futuro in cui il like sia solo un ricordo. Sarà davvero così?

Vediamo questa e le altre novità dal mondo tech e social nel nostro appuntamento con SpazioTech, la nostra rubrica settimanale.

Le novità di Oculus Connect 6

Visto che siamo in tema Facebook Inc., apriamo subito con le novità da Oculus Connect 6, l’appuntamento in cui vengono rese note le novità in arrivo sulla piattaforma per la realtà virtuale firmata proprio dalla compagnia di Mark Zuckerberg. Nell’appuntamento dei giorni scorsi abbiamo così appreso che Facebook Horizon, nuovo social che guarda proprio alla VR, sarà lanciato in beta nel corso del 2020 – e, tra le sue funzionalità, ci saranno anche quelle che consentiranno di giocare.

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Continua a crescere, secondo i dati arrivati dall’evento, anche Oculus Store, che ha incassato 100 milioni di dollari. Per tutti i dettagli che sono arrivati dall’evento, vi raccomandiamo la nostra ricca notizia di recap, disponibile a questo indirizzo.

iPhone 11 Pro più lento di iPhone XS?

Nei giorni scorsi, abbiamo visto da vicino anche un test video che ha messo di fronte iPhone 11 Pro – il nuovo top di gamma di Apple, nella linea non Max – e alcuni smartphone della Mela di precedente generazione, come iPhone XS. Nel test i terminali venivano messi alla prova cronometrando il tempo che gli era necessario a lanciare una serie di applicazioni una prima volta e poi una seconda – per scoprire, insomma, se queste venissero o meno tenute in esecuzione in background.

I risultati, sorprendentemente, sono stati migliori per il precedente iPhone XS che non per iPhone 11 Pro, complice con ogni probabilità anche il lancio di iOS 13, evidentemente ancora necessitante qualche ottimizzazione per valorizzare pienamente l’hardware del nuovo nato.

Vedremo, al di là di cronometri e test, quale sarà l’opinione dei consumatori e se iPhone 11 Pro, con i suoi prezzi che arrivano anche a superare i 1.600€ per la versione Pro Max con specifiche massime, riuscirà a conquistare il cuore del pubblico.

Google sceglie YouTube Music

Google ha annunciato in settimana di aver fatto la sua scelta: se, fino a oggi, tutti i terminali Android arrivavano con installato Google Play Music, in futuro non sarà più così e l’app nativa lascerà spazio invece a YouTube Music. Non si tratta di un cambiamento rivoluzionario: semplicemente, gli smartphone in uscita che conteranno su Android 9 e su Android 10 vedranno venire pre-installata quest’ultima, rispetto all’applicazione precedente, per l’ascolto della musica.

In caso si dovesse continuare a preferire Google Play Music, ci sarà la possibilità di scaricare manualmente l’applicazione da Play Store.

Netflix si gioca gli episodi gratuiti (ma non da noi)

Il mondo dei servizi video on demand a pagamento sta diventando sempre più affollato. Se, un tempo, Netflix era sinonimo stesso di questa fetta del mercato, attualmente la situazione si sta invece facendo sempre più ricca, considerando gli arrivi di colossi come Apple TV+, Disney+ e Amazon Prime Video. Come fare, quindi, a emergere e continuare a sbracciare? Proprio Netflix ha pensato al lancio degli episodi gratuiti.

Questa funzionalità, che per il momento non è prevista in Italia, consente ai non abbonati di avere un assaggio di una serie TV selezionata, in maniera tale che possa fare da antipasto e, perché no, convincere poi lo spettatore ad abbonarsi per vedere il resto della produzione. In questo caso specifico, ci sarà la possibilità di vedere il primo episodio di Bard of Blood, ma (come dicevamo), non in Italia. Chissà però che, in futuro, anche il Belpaese non possa approfittare di questa sorta di modalità demo del servizio di streaming.

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Questione di Like

Se tornate indietro di una quindicina di anni, l’idea del Mi Piace era remota. Non era, sicuramente, parte della vita quotidiana della Rete come lo è oggi. Con l’affermazione di un social network come Facebook, che ebbe il suo boom a cavallo tra il 2008, il 2009 e il 2010 anche in Italia, abbiamo assistito a un proliferare di piattaforme che proponevano un modello simile: perfino YouTube passò dal modello delle stelline per valutare i contenuti visti a quello di Mi Piace/Non mi piace. I forum introdussero la possibilità di lasciare un cuoricino per dire che il post era stato apprezzato e anche Instagram, manco a dirlo, consentiva di lasciare il proprio apprezzamento su un contenuto.

Questa abitudine di costume online potrebbe però essere destinata a cambiare molto presto. Negli scorsi mesi, proprio Instagram ha cominciato a sperimentare, nascondendo i Like agli utenti: in pratica, è possibile vedere, andando nelle statistiche del post, quanti se ne sono ricevuti, ma non si possono visualizzare quelli avuti dai post delle altre persone. Sembra che il cambio di rotta abbia convinto particolarmente Facebook Inc., se consideriamo che ora il test in Italia si sta estendendo a milioni di altri utenti. E c’è di più: si sta per estendere anche a Facebook.

Facebook Inc. ha infatti annunciato che testerà in Australia un aggiornamento di Facebook, in cui i Mi Piace funzioneranno esattamente come su Instagram: saranno nascosti agli altri utenti, ma noi potremo vederli sui nostri post, se lo vorremo. L’idea è quella di fare in modo che le persone, prima di tutto, si concentrino sul contenuto proposto, piuttosto che su quanto sta venendo apprezzato dagli altri. La popolarità, secondo Facebook Inc., è insomma più importante, al momento, del contenuto in sé, con la tendenza a lasciare un Mi Piace su un contenuto che ne ha già ricevuto molti altri, senza prestarci nemmeno tanta attenzione. Impedendo di vedere gli apprezzamenti altrui, invece, si valuterà se un post piace davvero, prima di cliccare Mi Piace a qualsiasi cosa.

Inoltre, sempre secondo Facebook, questo dovrebbe migliorare le condizioni di chi ritiene la sua vita sui social un parte integrante della quotidianità, e si crea quindi un problema quando un contenuto che ha condiviso non ha riscosso particolare popolarità: in tal caso, infatti, non dovrà più preoccuparsi che gli altri vedano che non ha ottenuto i Mi Piace che sperava.

Vedremo come andranno questi test: l’idea è che, se dovessero andare come quelli di Instagram, il futuro potrebbe prospettare un Facebook – il social del Mi Piace per eccellenza – privo di Mi Piace. E questo cambierebbe probabilmente anche (e ancora) il modo di comunicare delle persone sul social network.

Sono sicuramente interessanti le motivazioni dietro questa guerra ai Like, condotta poi dai social network del gruppo Facebook Inc – che sono diventati praticamente sinonimo del “Mi Piace” così come lo conosciamo oggi. Bisognerà attendere di scoprire come andranno i test in Australia e se l’addio ai Like anche su Facebook si estenderà a tutti i mercati. Se così fosse, i social come oggi li conosciamo potrebbero apparire sicuramente differenti.

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Commento

Sono sicuramente interessanti le motivazioni dietro questa guerra ai Like, condotta poi dai social network del gruppo Facebook Inc – che sono diventati praticamente sinonimo del "Mi Piace" così come lo conosciamo oggi. Bisognerà attendere di scoprire come andranno i test in Australia e se l'addio ai Like anche su Facebook si estenderà a tutti i mercati. Se così fosse, i social come oggi li conosciamo potrebbero apparire sicuramente differenti.