Assassin's Creed Origins, 10 incongruenze storiche (che vi erano sfuggite)

Qualcosa è sfuggito in casa Ubisoft

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a cura di Francesco Bellacicco

Redattore

Assassin's Creed Origins ha rappresentato un punto di svolta per il franchise di Ubisoft, segnando l'introduzione di nuove dinamiche RPG.

Lanciata nel 2017, l'avventura di Bayek ha avuto il merito di restituire una visione dell'Antico Egitto indubbiamente valida, nonostante qualche imprecisione storica scoperta di recente.

A livello climatico (ma non solo), non c'è nulla di più lontano dal titolo di Assassin's Creed Valhalla, ultima iterazione del franchise che adesso può addirittura vantare un importante riconoscimento culturale.

Il gioco continua a riscuotere un innegabile successo, testimoniato anche dal supporto garantito da Ubisoft per il 2022, e il prossimo DLC L'Assedio di Parigi, atteso per l'estate, sta già facendo sognare i fan.

Origins è ambientato nel 49 a.C., durante il regno tolemaico, ed è stato più volte oggetto di lode per la validità della sua ricostruzione storica.

Gli sforzi intrapresi da Ubisoft per assicurarsi un risultato di successo sono stati notevoli, e lo sviluppo del gioco venne portato avanti fianco a fianco con degli storici esperti in materia.

Malgrado le ottime intenzioni, qualche incongruenza è sfuggita agli addetti ai lavori, e non ha mancato di far storcere il naso ai videogiocatori più ferrati (via TheGamer).

In primo luogo, i soldati presenti nel gioco indossano una calzamaglia e un'armatura di ferro, abbigliamento poco adatto al clima locale. In realtà, la milizia portava una corazza di lino e una piastra di bronzo a protezione del petto.

Molti ricorderanno che Bayek era un Medjay, appellativo riferito alla popolazione nubiana. In realtà, sarebbe stato molto difficile incontrare un Medjay nel periodo in cui è ambientato il gioco (la loro scomparsa è databile a molti anni prima).

Molte delle statue viste in Origins non sono dipinte, ma in realtà lo erano eccome. In alcuni casi ad adornarle c'erano anche gioielli e vestiti.

Il conflitto tra greci ed egiziani è al centro di alcune missioni del gioco, nel corso delle quali appaiono alcune frasi come «era solo un egiziano». In realtà, un commento simile avrebbe avuto luogo molto difficilmente, dato che mancavano i presupposti razziali alla base.

Alcune armi sono decisamente poco accurate dal punto di vista storico, come alcune lame costellate da gioielli e archi in grado di lanciare più frecce contemporaneamente.

La rappresentazione di Cleopatra è priva di fondamento a livello estetico e caratteriale, e il fatto che fumi oppio è del tutto implausibile se consideriamo che l'uso ricreativo di questo stupefacente ha avuto inizio nel XVI secolo.

Segnando un punto a favore di Origins, la riproduzione Piramide di Giza ha avuto il merito di portare alla scoperta di una nuova stanza segreta nella controparte reale, per la sorpresa del team di sviluppo e degli stessi storici.

In conclusione, una serie di piante viste nel gioco (come il Silfio) non erano più coltivabili da qualche secolo, le arene dei gladiatori non erano presenti nel periodo tolemaico, e alcuni vestiti indossati da Cleopatra e da suo fratello sono del tutto inverosimili.

Intanto è tempo di festeggiamenti in casa Ubisoft: la software house ha fatto gli auguri a Ezio Auditore, uno dei personaggi più iconici dell'intera saga.

Sul versante Assassin's Creed Valhalla, un nuovo hotfix ha fatto in modo di evitare una serie di fastidiosi crash riscontrati dall'utenza.

In modo analogo a quanto avvenuto con Origins, i giocatori hanno scoperto un nuovo dettaglio 7 anni dopo l'uscita di Assassin's Creed Unity.

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