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Recensione

Serial Cleaners | Recensione - Un lavoretto pulito

Serial Cleaners è uno stealth game dall'atmosfera perfettamente riuscita, che però scorre via troppo facilmente a causa di una AI parecchio sottotono

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a cura di Daniele Spelta

Redattore

Informazioni sul prodotto

Immagine di Serial Cleaners
Serial Cleaners
  • Sviluppatore: Draw Distance
  • Produttore: 505 Games
  • Distributore: 505 Games
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , SWITCH , PS5
  • Generi: Stealth game
  • Data di uscita: 22 settembre 2022

La New York degli anni ‘90 fa schifo.

I suoi grattacieli patinati, il cieco ottimismo dei decenni precedenti e il sogno americano sono solo un lontano ricordo, sepolto dal crack che ha invaso le strade dei quartieri poveri e da una criminalità che viene vissuta come l’unica via d’uscita dal ghetto e dalla miseria. L'ambiente perfetto in cui anche i pezzi grossi della mafia a stelle e strisce possono tranquillamente proliferare.

Lo sanno bene Bob, Lati, Viper e Hal, abituati a convivere con il lato più oscuro della Grande Mela, un team improbabile che cerca a suo modo di ripulire la città facendo sparire prove, cadaveri e insabbiando le tracce lasciate alle spalle da macellai senza troppi scrupoli.

Siamo alla sera del Capodanno del 1999, ma prima di festeggiare occorre trasportare un sacco nero che chissà cosa contiene – lo sappiamo benissimo, è un corpo – e togliere dalle stanze il fango e il sangue, immancabili colleghi quando si è alle prese con arti mozzati e viscere sul pavimento.

L’ultimo lavoro del vecchio millennio è completo e finalmente si possono alzare i calici in questa lurida bettola, un momento perfetto per riportare a galla le imprese della squadra e, per noi, per conoscere la storia dei quattro protagonisti di Serial Cleaners, stealth game sviluppato da Draw Distance.

Quattro personaggi in cerca di autore

Con ben poca fantasia, Serial Cleaners è il sequel ed evoluzione di Serial Cleaner (questa volta senza la S), una piccola differenza grammaticale che esplode pad alla mano e anche dal punto di vista grafico e artistico.

Nella precedente iterazione, l’unico protagonista era il già citato Bob, sempre alle prese con lo stesso sporco mestiere, ma questa volta catapultato indietro nel tempo nel 1970. Gli anni del pop, dei pantaloni a zampa di elefante e delle svariate sostanze lisergiche erano perfettamente trasposti in un 2D stilizzato e colorato, e lo stesso protagonista che si aggirava in quei livelli imbrattati di sangue in stile cartoon era un giovane alle prime armi e di belle speranze, che non aveva ancora trovato nell’alcol e nel cinismo le uniche soluzione ad un mondo senza pietà.

Circa trent’anni dopo la situazione si è completamente ribaltata e questo lo si intuisce già dai primi passi mossi all’interno di ambienti questa volta realizzati con poligoni tridimensionali e carichi di quella rabbia e disillusione che hanno chiuso il vecchio millennio.

Il nuovo Bob è un perfetto personaggio Tarantiniano e dietro ai suoi occhiali e ai suoi capelli brizzolati si cela ora un’anima tormentata, che condivide lo squallore assieme ad altri tre compagni di viaggio, un cast noir che viene portato a galla nei vari capitoli e che, ciascuno in modo diverso, racconta una storia cruda e dalle numerose sfaccettature.

Il cast più ampio è stato infatti sfruttato dal team di sviluppo per mettere in piedi un racconto irregolare, che si dipana a seconda del personaggio con cui si affronta un livello e che si diverte ad aggiungere piccole discrepanze che mettono ancora più a nudo la triste realtà in cui è finita la banda.

Se Bob non è un personaggio senza macchia e senza paure, i suoi soci sono ancora peggio. Il soprannome di Hal è infatti Psycho e non crediamo servano ulteriori dettagli per descrivere il suo fare taciturno e l’amore per la sua motosega. C’è poi Viper, una perfetta hacker in stile anni ‘90, con la sua voglia di ribaltare gli schemi prestabiliti e con la passione per tutto ciò che può essere bypassato e crackato.

Infine, Lati è un’aspirante artista di colore del Queen, che ben presto deve abbandonare la sua nascente carriera a causa di una rapina finita decisamente male.

Tornare indietro nel tempo

La squadra sembra uscita esattamente da un film girato proprio nel periodo raccontato da Serial Cleaners, con quel tono pulp unito assieme a sfumature comiche e sarcastiche, dettate anche dalle risposte che noi diamo durante i dialoghi a scelta multipla. Una nota di merito anche all'accompagnamento sonoro, che sottolinea alla perfezione il marciume che trasuda da ogni pixel.

Le varie personalità non sono state sfruttate però solo per dare una maggiore importanza alla storia raccontata, perché ciascun personaggio ha infatti delle abilità uniche da sfruttare per ripulire gli scenari in cui veniamo gettati.

Come detto in apertura, il titolo sviluppato da Draw Distance è uno stealth game e, come da tradizione del genere, il nostro scopo è portare a termine il nostro lavoro senza venire colti con le mani nel sacco dalle guardie che pattugliano la zona.

Al di là delle differenze presenti nei livelli, il loop di gioco è abbastanza semplice da riassumere. Per prima cosa occorre entrare inosservati sul luogo del crimine, da esplorare a fondo per recuperare i corpi e le prove lasciate ovunque e da ammassare nella nostra macchina. Infine è necessario ripulire il pavimento dal sangue, grazie ad una aspirapolvere – che crediamo sia magica, visto che spunta fuori dal nulla – che con il suo rumore rischia però di attirare l’attenzione della polizia e dei passanti.

Uno stealth lineare ma efficace

Questi ingredienti di base vengono però espansi tramite alcune finezze, elementi che rendono ogni area un piccolo puzzle in cui incastrare tutti i tasselli. L’interazione ambientale non è esagerata, ma permette comunque di aprire porte inizialmente chiuse, di spostare cassettoni o, ancora, di mettere in moto veicoli per aprirsi nuovi passaggi.

Per quanto bene articolati, gli scenari restano comunque abbastanza ristretti e, tramite un’interfaccia di gioco forse fin troppo generosa, è subito messa in evidenza la posizione delle prove, degli interruttori, delle fonti di luce e dei vari nascondigli in cui ripararsi.

Non mancano poi informazioni sul rumore emesso, sul campo visivo dei nemici e anche sulla quantità di sangue che resta da pulire o su quanti cadaveri occorre ancora ammassare nel bagagliaio.

Grazie a questi numerosi ingredienti i livelli diventano quindi dei parchi giochi in cui improvvisare, sfruttando anche le già citate peculiarità dei protagonisti. Nel suo complesso, Serial Cleaners (lo trovate anche su Instant Gaming) non è un action, ma se si guida “Psycho” Hal nulla vieta di usare la sua fedele motosega, di fare a fette i cadaveri e di far svenire le povere guardie che ci stanno facendo incontro.

Lati è invece l’atleta del gruppo ed è in grado di scavalcare più velocemente gli ostacoli, Bob sa scivolare sulle macchie di sangue e impacchetta i cadaveri per non lasciare ulteriori tracce in giro, mentre Viper è l’ideale per i giocatori che preferiscono un approccio più ragionato e amano modificare l’ambiente circostante grazie alle doti di hacker della giovane newyorkese.

Gli esami di ammissione alla polizia devono essere truccati

Le missioni seguono dunque un canovaccio su cui è possibile improvvisare a proprio piacere, ma ben presto si scopre che le nostre azioni criminali avvengono al cospetto di guardie e potenziali testimoni tutt’altro che intelligenti, comparse dal comportamento robotico e troppo facile da leggere.

Sarebbe stato ingiusto aspettarsi sistemi complessi a là Hitman o un gameplay emergente proprio come nello stealth di IO Interactive ma, senza troppi giri di parole, i nemici di Serial Cleaners sono proprio poco svegli.

Nonostante i cadaveri e le pozze di sangue, le guardie si aggirano sempre sugli stessi binari e quando trovano un elemento fuori posto – per non dire proprio un corpo spostato – si allertano giusto un paio di secondi, per poi tornare alla loro solita routine.

Inoltre, nel caso in cui si venga scoperti, basta allungare un po’ il passo e nascondersi sotto una sporgenza per far perdere le proprie tracce, azzerando praticamente gli allarmi.

Soprassediamo poi sui momenti più tragicomici, come quando ci siamo aggirati con un pesante sacco nero in spalla passando inosservati sotto il naso dei passanti. Capiamo che è una delle abilità di Bob, ma ci risulta difficile capire le motivazioni per cui una signora di New York non si insospettisca vedendo un losco figuro che salta fuori dalla porta di una casa in cui c’è stato un omicidio.

Qualche altra piccola incertezza

Insomma, l’intelligenza artificiale si attiene a pattern lineari facili da aggirare e le uniche vere difficoltà derivano dalla nuova grafica in 3D, che alle volte rende complicate da leggere le traiettorie delle prove pesanti che possono essere scagliate in testa ai poliziotti.

Per concludere, facciamo un breve cenno ai bug che abbiamo incontrato, che vanno dai semplici inciampi tecnici, come compenetrazioni, strani sbalzi nel frame e qualche texture decisamente fuori posto, fino ad arrivare a errori più critici che ci hanno costretto un paio di volte a forzare la chiusura del titolo. In ogni caso, nulla di drammatico e che non possa essere corretto con qualche patch.

Versione recensita: PC

Voto Recensione di Serial Cleaners - Recensione


7

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Sembra uscito da una pellicola di Tarantino

  • Storia interessante e che si sviluppa attorno a personaggi carismatici

  • Il level design si sposa bene con delle meccaniche stealth ben realizzate...

Contro

  • ... ma in cui emerge una AI davvero deficitaria

  • Qualche bug di troppo

  • Il nuovo 3D non è sempre facile da leggere

Commento

Siamo stati catturati dalle atmosfere sporche e dal cinismo in perfetto stile anni '90 di Serial Cleaners, anche grazie ad un cast ben scritto e amalgamato. Purtroppo, sul lato del gameplay, il titolo di Draw Distance alterna alti e bassi, con un level design buono e impreziosito dalle abilità dei protagonisti, ma dove si nota fin da subito la scarsa attenzione dei nemici, fin troppo facili da aggirare.
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