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Immagine di Resident Evil 4 | Recensione - Come ricreare un capolavoro
VIDEO RECENSIONE

Resident Evil 4 | Recensione - Come ricreare un capolavoro

Il remake di Resident Evil 4 ci ha dato una nuova dimostrazione della grande forza della nuova Capcom, ormai tornata da qualche anno ai fasti di un tempo. Nella nostra recensione vi raccontiamo perché si tratta ancora una volta di un'opera imperdibile.

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Avatar di Domenico Musicò

a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Pubblicato il 17/03/2023 alle 08:01
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  • Pro
    • Remake migliorativo da tutti i punti di vista
    • Redesign delle aree moderno e molto intelligente
    • Rafforzamento delle zone più significative, introduzione di mini aree e azzeccati cambiamenti al sistema di gioco
  • Contro
    • Per Ashley, che rimane ancora un personaggio poco convincente, si poteva fare di più
    • Qualche sbavatura nell'effettistica dei fluidi

Il Verdetto di SpazioGames

9.2
Il remake di Resident Evil 4 è l'ennesima dimostrazione di una Capcom tornata con prepotenza in stato di grazia. Dopo i lavori precedenti che non hanno lasciato dubbi su qualità della gestione e potenza della nuova direzione intrapresa, la delicata operazione – per l'importanza del gioco in questione – riesce alla perfezione e dà nuova luce a un capolavoro senza tempo, che si fregia di numerose migliorie ed elimina quegli elementi fuori posto che col tempo hanno perso il loro smalto. Si tratta di un remake migliorativo, molto attento e senza grosse sbavature, che dona a uno dei giochi più importanti di Capcom il suo vestito migliore.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Resident Evil 4 Remake
Resident Evil 4 Remake
  • Sviluppatore: Capcom
  • Produttore: Capcom
  • Distributore: Plaion
  • Piattaforme: PC , XSX , PS5
  • Generi: Survival Horror
  • Data di uscita: 24 marzo 2023

Steam su instantgaming

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PS5 su amazon

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Pur lasciando a voi il piacere di decretare quale sia il migliore della saga, ciò che ci preme affermare con forza è un dato di fatto incontestabile e incontrovertibile: l'influenza che Resident Evil 4 ha avuto nel suo periodo e almeno nei dieci anni successivi è cruciale per la storia del medium, e testimonia tutta l'importanza di un capolavoro senza tempo, capace di segnare un'epoca e indirizzare parte del settore trascendendo le banali classificazioni tra generi.

Si tratta di uno dei capolavori più significativi degli anni 2000, ma anche di un capitolo di rottura col passato, che esplorava nuovi territori e abbandonava le rigidità schematiche del survival horror classico. Il risultato, con buona pace dei gusti personali di ciascuno e dei più oltranzisti nostalgici, fu un capitolo dal gameplay pressoché perfetto, dosato con maestria e con un grande equilibrio, attraverso una ricetta che solo grandi maestri come Mikami sono in grado di perfezionare.

Capiamo bene i motivi per cui Capcom si è mostrata reticente nel rimettere mano a un'opera così iconica, ma il nuovo corso della software house di Osaka è identificabile come una nuova età dell'oro. Dopo la rinascita in grande stile del franchise, l'occasione doveva essere sfruttata appieno. C'erano senza dubbio dei rischi, ma anche la consapevolezza che si potessero cambiare alcune brutture che nel tempo – giustamente – sono state ridicolizzate e apparivano man mano sempre più inadatte agli occhi del giocatore moderno.

Resident Evil 4, la storia

I piccoli cambiamenti narrativi apportati ai precedenti remake (ecco la recensione di Resident Evil 2 e Resident Evil 3), assieme al racconto di raccordo di Resident Evil Village, capace di dare maggiore organicità agli eventi dell'intera saga, potevano far pensare a qualche reinterpretazione di Resident Evil 4. Dopo averlo portato a termine in poco più di venti ore, missioni secondarie comprese, possiamo dirvi che non ci sono stati ribaltoni, tagli brutali o profonde rivisitazioni.

Guarda su

Al contrario, ciò su cui il remake di Resident Evil 4 ha puntato è la maggiore solidità del racconto, che vede adesso alcuni importanti file di testo in più sugli Illuminados, una maggiore cura per la genesi de Las Plagas e una caratterizzazione più a fuoco dei singoli personaggi. Nonostante la presenza di una piccola sorpresa, Resident Evil 4 sceglie di restare fedele alle sue origini, senza azzardare forzature narrative o aggiunte controverse.

Chi ricorda bene la trama di Resident Evil 4 (trovate su Amazon l'edizione steelbook per PS5), in sostanza la troverà ancora lì, vivendo un'avventura ancora più solida e coesa. Lo diciamo perché questo remake ha voluto dare maggiore enfasi alle aree più di rilievo del gioco, lasciando giustamente in ombra le minuscole zone d'intersezione di pochi minuti.

Il re-design delle mappe già visto nei precedenti capitoli torna qui con la stessa chiarezza, a cui si unisce la grande intelligenza per un level design che non obbliga mai forzatamente al backtracking.

resident-evil-4-56071.jpg resident-evil-4-56074.jpg

Adesso, in virtù di una maggiore cura per le strutture degli ambienti di gioco, vi capiterà talvolta di sbloccare delle scorciatoie, rendendo il ritorno alle zone precedenti molto più gradevole e spontaneo, anche grazie alla presenza di alcune attività secondarie che abbiamo apprezzato.

Queste, se portate a termine con successo e se prontamente notificate al mercante, vi forniranno alcune agevolazioni da non sottovalutare, soprattutto se deciderete fin da subito di affrontare il gioco alla difficoltà più elevata.

Non si tratta di nulla di troppo complesso, anche perché i punti focali sono tutti segnalati sulla mappa e non ci sono sfide effettivamente complicate, ma prendere sottogamba alcune sezioni può effettivamente causarvi qualche grattacapo, anche per via della gestione randomica del bottino e delle varianti legate alle trasformazioni dei nemici.

Diventa dunque ancora più strategico l'approccio alle battaglie, coadiuvato nel remake di Resident Evil 4 dall'uso attivo del coltello, che sostituisce in larga misura tutti quei piccoli eventi QTE adesso del tutto eliminati (a eccezione di qualche schivata da eseguire in determinate boss fight).

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Man on a mission

Chi assaporava già delle partite usando solo il coltello e abusando del parry, o chi non aveva ben compreso che Capcom non è affatto una società sprovveduta, deve sapere che sia la lama dell'arma bianca di Leon, sia i pugnali reperibili lungo gli scenari, sono soggetti a consunzione e conseguente rottura. L'arma di Leon può essere riparata dal mercante dietro compenso, pertanto diventa chiaro come si tratti di una possibilità di difesa dedicata principalmente per usi emergenziali.

Fermo restando che sarete liberi di usarlo anche se sarete a corto di munizioni, l'altra novità è che potrete effettivamente deviare le asce che vi verranno lanciate addosso, parare degli attacchi improvvisi mandando il più delle volte in stordimento l'avversario ed eseguire dei colpi di grazia quando gli infetti si agiteranno convulsamente per terra mentre sono in procinto di trasformarsi.

Potrete così evitare di affrontare le versioni potenziate dei nemici, usare strategicamente il parry quando non riuscirete a caricare in tempo un'arma o per evitare colpi potenzialmente molto pericolosi.

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Eliminare dunque la pressione estemporanea di tasti che appaiono su schermo, in favore dell'uso esteso del coltello, appare essere una scelta vincente; ma per liberarsi completamente di quel sistema, il remake Resident Evil 4 (potete comprare la steelbook per PS5 su Amazon) si è spinto oltre, proponendo sezioni rifatte da zero e con maggiore criterio.

Non troverete più la grottesca statua di Salazar che vi segue, né tanto meno altre situazioni controverse o divenute negli anni oggetto di scherno. Le zone chiave sono inequivocabilmente il villaggio, il castello e l'isola, e i precedenti lavori di Capcom hanno giocato un ruolo chiave per la nuova realizzazione delle macro aree.

Per esempio, il villaggio di Resident Evil Village ha indicato la nuova direzione intrapresa dal remake di Resident Evil 4, così come il castello non può che essere retaggio di un modus operandi ben noto agli amanti della saga. Il passo in avanti in termini di godibilità di gioco è importante, e anche se avete già spolpato all'osso l'originale, godersi questo nuovo rifacimento rimane un grande piacere tutto da riscoprire. Gli equilibri sono ancora una volta dosati con maestria, così come i ritmi di gioco e la gestione dei singoli capitoli.

Amerete Ashley in questa nuova versione?

Ci aspettavamo qualcosa in più da Ashley e dalle sezioni specifiche che la riguardano. Capcom aveva fatto intendere chiaramente che i giocatori l'avrebbero amata, ma i fatti dimostrano ancora una volta come sia un personaggio fortemente stereotipato, poco entusiasmante e talvolta anche d'impaccio.

Nel remake di Resident evil 4, Leon può richiamarla a sé per proteggerla durante le fughe rapide o dirle di allontanarsi per evitare di subire attacchi. Bisognerà ancora una volta salvarla quando gli Illuminados tenteranno di rapirla e sarà necessario assisterla quando si troverà ferita per terra.

Queste parti sono state ben orchestrate, e va detto che in alcuni momenti Capcom riesce piuttosto bene a ricreare anche un buon senso di tensione. Pensate a Resident Evil 4 come a un titolo che si apre molto di più rispetto ai precedenti capitoli, ma che sa al contempo come chiudersi a fisarmonica per offrire al giocatore momenti ad alta tensione.

La parte al buio in biblioteca o quella del primo incontro col Regenerador sono gli esempi più lampanti di come questo remake riesca a funzionare alla perfezione anche con la creazione delle giuste atmosfere, alternando fasi di azione pura ad altre più compassate e lente, come quelle dei grandi classici.

Gran lavoro anche col sonoro. Nelle zone al chiuso ve ne renderete conto ancora di più.

Comparto tecnico e sonoro

Abbiamo provato il gioco esclusivamente su PlayStation 5, pertanto non abbiamo la più pallida idea di come il remake di Resident Evil 4 si comporti nelle altre versioni. Il RE Engine, in questo caso, si è rivelato ancora una volta estremamente versatile e in grado di gestire alla perfezione tutti i momenti di gioco, comprese le aree con grande estensione in cui si muovevano parecchi nemici in contemporanea.

L'unico neo è forse rappresentato della zona lacustre, dove il caricamento progressivo degli elementi all'orizzonte era visibile e gli effetti della risacca creata dal boss Del Lago non erano propriamente dei migliori.

lo stesso si può dire per la pioggia, che Capcom dovrebbe sistemare con le patch future; ma al di là di questo, non siamo mai incappati in bug né tanto meno in problemi di alcun tipo. Abbiamo testato il gioco con le cuffie Pulse 3D, immergendoci totalmente nelle atmosfere malsane del remake. Oltre a confermare la grandissima cura anche per questo comparto, che vi lascia sentire distintamente nemici in avvicinamento, nei vostri pressi e tutti i suoni legati ad attacchi e armi, un plauso va fatto per le rivisitazioni delle zone più ansiogene.

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Nella fattispecie, quando sarete nelle aree al chiuso e sentirete grandi silenzi inframmezzati da cigolii molesti, rantoli affaticati o versi ributtanti, mentre le musiche sottolineano con ottime scelte stilistiche quei momenti, capirete come Capcom sia tornata ancora una volta a padroneggiare al meglio ogni singola parte di un proprio prodotto, senza che nessuna sia più debole dell'altra o che non abbia beneficiato dello stesso trattamento di alto livello.

Certo, Resident Evil 4 è un capitolo che spinge decisamente meno sull'orrore puro e si concentra invece su altri elementi, e questo bisogna dirlo in maniera netta e senza mai dimenticare le vere radici della saga; ma sarebbe un sacrilegio non affermare con decisione che si tratta di un lavoro certosino, attento, rispettoso e in grado di illuminare con un'aura ancora più forte quel capolavoro senza tempo che torna oggi in una nuova veste moderna, senza perdere nulla del suo enorme valore come opera seminale e come punto di svolta per la saga e per il periodo chiave dell'industria legato alla sua prima uscita.

Versione recensita: PS5

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