-
Pro
- consigliato agli amanti di Kaiju No. 8
- impossibile non empatizzare con la sfortunaa protagonista
-
Contro
- le premesse e il worldbuilding non sono originalissime
- alcune gag spezzano eccessivamente la tensione narrativa
Il Verdetto di Cultura POP
J-POP Manga strizza l'occhio al target shonen con una interessante proposta che strizza l'occhio al genere kaiju. Si tratta di RaiRaiRai di Yoshiaki, una action-comedy sci-fi ambientata sulla Terra cinquant’anni dopo un tentativo di invasione da parte degli alieni, fallito grazie all’eroica resistenza umana. La serie, ancora in corso con all'attivo 5 volumi, è stata nominata ai Next Manga Awards e ai Kono Manga ga Sugoi!
Di cosa parla RaiRaiRai
Cinquant’anni fa, una guerra contro invasori alieni ha devastato la Terra. Le grandi metropoli hanno ricostruito un’apparente normalità, ma i segni di quell’impatto restano visibili: parassiti alieni infestano ancora il pianeta, minacciando la fragile pace. È in questo contesto che incontriamo Sumire Ichigaya, una diciottenne che porta sulle spalle un fardello troppo grande per la sua età.
La vita di Sumire è scandita dal bisogno di sopravvivere e, soprattutto, di ripagare i debiti ereditati dal padre. Per farlo lavora come disinfestatrice di alieni, un mestiere tanto rischioso quanto umiliante, che la pone quotidianamente a contatto con creature pericolose e clienti indifferenti. La sua esistenza è un alternarsi di turni massacranti, frustrazione economica e una speranza sempre più flebile di riscatto.
Una mattina Sumire però è convinta di aver sognato di essere stata rapita dagli alieni. Un sogno così vivido da essere... vero! La ragazza infatti si risveglia con un enorme braccio alieno e una voce nella sua testa che le ordina di distruggere tutto!
Lo scontro con un parassita alieno scatenerà tutto il potere del parassita all'interno di Sumire che però, a sorpresa, non riuscirà a prendere il sopravvento. L'animo buono e gentile della ragazza infatti innescherà una sorta di mutazione attirando la curiosità della Raiden, una mega-società che le offre un posto di lavoro e un ricco compenso in cambio della possibilità di studiarla.
RaiRaiRai: in pieno territorio kaiju-shonen
Il panorama attuale dei manga di target shonen è caratterizzato da una svolta decisamente dark, RaiRaiRai è una piacevole e diverte eccezione che conferma la regola. Pur capitalizzando sul rinnovato interesse per i kaiju, Yoshiaki strizza l'occhio agli anni 80 alternando momenti di pura commedia con spettacolari sequenze d'azione.
In questo senso, il paragone con Kaiju No. 8 è inevitabile. I punti in comune sono parecchi: un’ambientazione segnata da invasioni mostruose, un protagonista apparentemente ordinario coinvolto in eventi straordinari, e un mix di azione e introspezione. La differenza sostanziale però sta nel protagonista delle due opere. Kafka Hibino vive la trasformazione in kaiju come occasione di rivalsa personale, Sumire affronta il contatto con gli alieni come una maledizione e una fonte di angoscia. L’eroismo non è al centro: ciò che emerge è la sua vulnerabilità e la necessità di sopravvivere in un mondo che la sfrutta.
Yoshiaki gioca quindi con il più classico contrasto tra l’ordinarietà della protagonista e la straordinarietà degli eventi che la travolgono. L’approccio è fresco: Sumire non reagisce con eroismo immediato, ma con disorientamento, rabbia e persino ironia, tratti che la rendono una figura vicina al lettore.
La narrazione non punta subito alla spettacolarità delle battaglie, preferendo costruire passo dopo passo il mondo narrativo. Tuttavia, già in queste prime pagine emergono elementi che promettono sviluppi intriganti: l’enigmatico legame tra Sumire e gli alieni, l’ombra di una guerra mai del tutto conclusa.
RaiRaiRai costruisce la propria identità sul dubbio, sull’ambiguità e sull’empatia verso una protagonista che non ha scelto di essere un’eroina.
Fra retini e linee tonde alla Toriyama
Yoshiaki ha un tratto è pulito, dinamico e versatile, capace di adattarsi tanto alle scene di azione serrata quanto ai momenti comici. Sono due gli elementi che, anche graficamente, richiamano agli anni 80: l'uso dei retini e le linee tonde e continue che richiamano il grande Akira Toriyama.
Anche il design dei kaiju, di parte della tecnologia e di alcuni personaggi secondari (come il presidente della Raiden) sembra ispirarsi al primo Toriyama con forme buffe o espressività esagerata.
La protagonista Sumire è caratterizzata graficamente con grande attenzione. Le sue espressioni, spesso goffe e sproporzionate, contribuiscono all’effetto comico senza mai tradire la sua fragilità. Le posture quotidiane, i gesti nervosi, i dettagli del suo abbigliamento sottolineano la normalità del personaggio, in netto contrasto con le situazioni surreali in cui viene immersa.
Dal punto di vista della regia, Yoshiaki dimostra sicurezza. Le sequenze d’azione sono chiare e leggibili, con un montaggio che accompagna il lettore senza confonderlo, anche nei momenti più concitati. Le splash page vengono utilizzate con intelligenza, riservate a momenti davvero cruciali, e non come semplice orpello grafico.