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Immagine di Persona 5 Royal | Recensione - Il piacere fin qui proibito di giocarci ovunque
RECENSIONE SWITCH

Persona 5 Royal | Recensione - Il piacere fin qui proibito di giocarci ovunque

L'ennesima rimpatriata con un gruppo di vecchi amici

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Avatar di Gianluca Arena

a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Pubblicato il 24/10/2022 alle 09:35
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  • Pro
    • Persona 5 ovunque vogliate
    • Conversione con i fiocchi
    • Non ci stancheremmo mai di rigiocarlo
    • Uno dei migliori JRPG di tutti i tempi
    • Colonna sonora ancora stratosferica
  • Contro
    • Poteva forse costare qualche euro in meno

Conclusioni Finali di SpazioGames

Come da nostra consolidata consuetudine, non troverete un numerino in calce a questa recensione perché il suo intento non è quello di recensire nuovamente un prodotto che ha debuttato oltre cinque anni fa e che non consta di contenuti inediti, ma sappiate che se avessimo dovuto apporne uno con la pistola puntata alla tempia, avremmo confermato quello, roboante, della versione PS4 che trovate sulle nostre pagine. Su Nintendo Switch, Persona 5 Royal non perde un grammo del suo stile, del suo charme, della giocabilità e dei contenuti che abbiamo potuto già apprezzare altrove, con compromessi minimi se paragonati alla possibilità di giocarci in metropolitana, andando al lavoro, in pausa pranzo, in vacanza. Quello che questo titolo ha da offrire agli amanti dei JRPG rimane invariato anche in questo porting ed è di una qualità così alta che potrebbe sedurre perfino chi pensa che questo tipo di giochi non siano la sua tazza di té.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Persona 5 Royal
Persona 5 Royal
  • Sviluppatore: Atlus
  • Produttore: Atlus
  • Distributore: Koch Media
  • Piattaforme: PS4 , XONE , XSX , SWITCH , PS5
  • Generi: Gioco di Ruolo
  • Data di uscita: 31 marzo 2020 (PS4) - 21 ottobre 2022 (PC, PS5, XSX, XONE, Switch)

Persona 5, e ancora di più la sua declinazione Royal, sono stati unanimemente riconosciuti come due dei migliori giochi di ruolo giapponesi di tutti i tempi, figli di un game design illuminato, di una scrittura sempre originale e di uno stile strabordante.

Eppure, per quanto strano possa apparire, una grossa fetta di utenza, ovvero quella Nintendo e quella Microsoft, era ancora priva di una versione dedicata, ed era costretta a valutare l'acquisto di una console Sony per godere di questo capolavoro.

Tutto questo è arrivato a un epilogo, però: Persona 5 Royal è sbarcato sulle suddette piattaforme ed anche in versione nativa per PS5, senza bisogno di ricorrere alla retrocompatibilità. Abbiamo speso molte più ore di quanto avremmo dovuto sulla versione per la console ibrida Nintendo e siamo pronti a dirvi di più su come sia vivere questo gioco in formato handheld.

Nei panni di Joker

Inizia tutto con l'intervento in aiuto di una donna apparentemente in difficoltà, assaltata da un malintenzionato, ma non sempre le cose sono come sembrano, e il nostro alter ego passa rapidamente dal ruolo di salvatore di una pulzella indifesa a bruto picchiatore, tanto da beccarsi una denuncia per lesioni dall'uomo di cui sopra.

Sin da questo insolito incipit si può intuire come i temi trattati, i personaggi, le loro vicende siano distanti da quelli di moltissimi congeneri, con i soli Persona 3 e 4 ad avvicinarsi alla compiutezza e alla maturità di questo quinto episodio.

Atlus non ha ritoccato nulla della trama perché questa versione Royal rasentava già la perfezione: il semestre ed i personaggi aggiuntivi (uno reclutabile nel party, uno nel memento ed uno con cui intessere una nuova relazione) erano già integrati nella campagna principale, senza risultare aggiunte posticce, e i personaggi, i dialoghi e l'atmosfera erano impareggiabili.

Guarda su

Oltre che per il sistema di combattimento e l'originale dungeon design, Persona 5 Royal si distingue, oggi come ieri, per l'altissimo grado di immedesimazione nei panni di Joker, per l'affetto che si sviluppa verso i membri del party, per la cura riposta anche nelle fasi esplorative ed in quelle da life sim, in cui gestire il calendario, la scuola, gli impegni mondani, le vacanze.

A livello narrativo il capolavoro Atlus risulta un'esperienza totalizzante, che non perde nulla della sua efficacia nemmeno se giocata a spizzichi e bocconi, in un gioco nel gioco in cui il giocatore deve gestire i segmenti della sua giornata proprio come fa Joker nella Tokyo dipinta dal team di sviluppo.

Perfetto oggi come ieri

Per un'analisi onnicomprensiva del gameplay e delle mille sfaccettature del combat system, del sistema di progressione dei personaggi, dei dungeon opzionali e di tutto il resto non possiamo che rimandarvi alla nostra esaustiva recensione risalente ai tempi della prima pubblicazione del titolo, allora in esclusiva su PS4, dal momento che a livello di contenuti, meccaniche di gioco e narrativa nulla è stato ritoccato rispetto ad allora.

Prima di addentrarci nell'analisi tecnica, che rappresenta poi il punto focale di questo articolo, affrontiamo quello che da alcuni potrebbe essere considerato l'elefante nella stanza: il prezzo finale di questa versione (e di quelle PS5 e Xbox).

Comprendiamo il punto di vista di chi sostiene che, in assenza di nuovi contenuti e intercorsi cinque anni e mezzo dalla prima pubblicazione, avrebbe avuto senso chiedere una decina di euro in meno (per alcuni anche di più), soprattutto per le versioni Sony e Microsoft, che non hanno richiesto un lavoro di adattamento particolare.

La qualità dei filmati è rimasta di buon livello anche su Switch

Eppure, d'altro canto, parliamo non solo di uno dei migliori esponenti di tutti i tempi del suo genere, ma anche di una conversione che, come vedremo, non presta il fianco ad alcuna critica particolare, rivelandosi molto ben fatta e rendendo il titolo estremamente godibile anche su una macchina tecnicamente obsoleta come Switch.

Qui entriamo poi nelle possibilità e nelle valutazioni personali di ognuno dei nostri lettori, ma quello che possiamo dire, senza entrare troppo nel merito di queste ultime, è che se c'è un gioco che merita i vostri soldi pur essendo "solo" una riproposizione, quello è proprio Persona 5 Royal.

Niente vieta ai più attenti al bilancio di aspettare il primo calo di prezzo, ma il nostro consiglio, indipendentemente da quanto dobbiate aspettare o sborsare per giocarci, è di farlo, senza se e senza ma.

Bene così

Nonostante avessimo aspettative abbastanza tarate verso l'alto, dal momento che, nonostante i conclamati limiti tecnici, Switch ci ha abituato a conversioni impossibili davvero degne di note nell'ultimo triennio, il lavoro svolto da Atlus, peraltro internamente, si è dimostrato di ottima fattura sotto diversi punti di vista, con solo qualche incertezza in certi frangenti (e, se interessati, lo trovate su Amazon).

La risoluzione ci è apparsa variabile solamente in modalità televisiva, dove ondeggia tra i 900p delle scene più impegnative per il motore grafico ed i 1080p di quelle più tranquille, laddove in portabilità ci si attesta sempre sui canonici 720p: è probabile che anche in questa modalità sia all'opera un sistema di risoluzione adattiva, ma se così fosse non ce ne siamo accorti nelle oltre venti ore passate in compagnia di Joker e soci.

Stile, stile ovunque

Questo vuol dire che a differenza di altri port cosiddetti impossibili, se anche si fosse resa necessaria questa soluzione essa non è stata applicata in maniera troppo aggressiva (come nel caso del recente port di No Man's Sky, ad esempio), risultando quasi invisibile all'occhio del videogiocatore medio.

Per quanto concerne le performance, siamo rimasti sinceramente colpiti dal lavoro svolto da Atlus: i 30 fps della versione Switch che abbiamo testato per questa recensione si sono dimostrati assolutamente granitici in qualsiasi circostanza, sia in modalità portatile sia giocando sul televisore.

Né le situazioni più concitate, né la rotazione continua della telecamera, né le esplosioni più esagerate a schermo sono riusciti a scalfire la solidità delle performance del titolo, probabilmente aiutato anche dalla non esagerata mole poligonale complessiva e dai cinque anni abbondanti intercorsi dal debutto sulle altre piattaforme.

Nondimeno, complice un frame pacing sempre sul pezzo, il risultato è davvero strabiliante, e consente anche all'utenza Nintendo di godersi questo capolavoro senza troppi compromessi.

Le relazioni sociali sono importanti quanto il combattimento

Come anticipato, qualche sbavatura qua e là c'è, com'era inevitabile che fosse considerando l'età e la ridotta potenza del nuovo hardware ospite, ma siamo nell'ambito delle minuzie che non danneggiano l'esperienza di gioco, come un lieve ritardo nello streaming degli asset – talvolta totali, con NPC che compaiono dal nulla a pochi passi dal nostro eroe, talvolta parziali, con le texture di superficie che ritardano di un secondo o giù di lì la loro comparsa su schermo.

Permane una tavolozza di colori brillantissimi, con un livello di saturazione talvolta esagerato, uno stile strabordante che include non solo i personaggi principali ma anche i comprimari, e un cel shading che davvero non è invecchiato di un solo giorno, e che siamo sicuri rimarrà splendido da vedere anche a vent'anni da adesso.

Siamo stati felicissimi di constatare come, a differenza di altri titoli giunti su Switch dalle console maggiori, la qualità dell'audio non abbia subito dei tragici rovesci: rovinare quella che consideriamo una delle tre migliori colonne sonore di tutti i tempi con un'eccessiva compressione dell'audio o con un lavoro di porting scadente sarebbe equivalso ad un delitto, del quale, fortunatamente, Atlus non si è macchiata.

Anche su Switch, quindi, otterrete delle melodie meravigliose che vi resteranno a lungo impresse, e non possiamo che consigliarvi degli auricolari di qualità per godere al massimo di cotanta delizia.

Kamoshida rimane uno dei villain più odiosi del gioco

Discorso analogo per la doppia traccia inglese/giapponese, con recitazioni di grande qualità (soprattutto per la seconda) e voci sempre molto azzeccate, che contribuiscono a donare pathos e spettacolarità ai numerosi filmati di intermezzo, della medesima, altissima qualità di tutto il resto del pacchetto.

Nota di merito anche per la velocità dei caricamenti, che temevano potessero rivelarsi un tallone d'Achille: questi sono rimasti sempre in un range compreso (orologio alla mano) tra i tre ed i sei secondi e mezzo massimo, sorprendendoci ancora una volta e rendendo ogni sessione di gioco un piccolo passo avanti nella maratona da circa centocinquanta ore che vi aspetta.

Versione recensita: Nintendo Switch

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