Far Cry 6 parla di rivoluzione, ma non lo è affatto | Video Recensione
Far Cry 6 sceglie di reiterare la stessa formula di sempre: basterà per i fan? Ve lo diciamo nella nostra recensione.
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a cura di Domenico Musicò
Deputy Editor
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Ubisoft
- Produttore: Ubisoft
- Distributore: Ubisoft
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , PS5
- Generi: Azione , Sparatutto
- Data di uscita: 7 ottobre 2021
L'approccio di Ubisoft agli open world è ormai noto a gran parte dei giocatori, e tra detrattori delle medesime formule reiterate per anni ed estimatori oltranzisti della gran quantità di missioni per giustificare gli esborsi di danaro, risulta difficile trovare una quadra nel gradimento dell'utenza. Far Cry 6 sceglie di accontentare inequivocabilmente questi ultimi, proponendo un nuovo capitolo che non ha nessuna intenzione di mutare questa consolidata filosofia.
L'opera nata dall'abbraccio di Ubisoft Montreal e Ubisoft Toronto segue anche lo stesso canovaccio narrativo di sempre, che vede un super cattivo con manie di grandezza (e con non tutte le rotelle a posto) che si oppone al giocatore. Per l'occasione, le sembianze del dittatore Antòn Castillo sono del noto attore Giancarlo Esposito, che speravamo potesse essere adoperato meglio all'interno dello sviluppo della storia, incapace di riservare momenti di memorabile scrittura.
La domanda che più preme ai fan della serie è con ogni probabilità un'altra: al di là di tutto, Far Cry 6 è divertente? La risposta è senza dubbio positiva, perché ci sono in effetti diverse migliorie al sistema di gioco che riescono a tenere alto l'interesse per parecchie ore, anche quando ci si perde letteralmente in quella giungla di attività satellite utili solo per trastullarsi e far aumentare la vostra permanenza nell'isola di Yara.
Far Cry 6 - La storia
Far Cry 6 narra la sanguinosa storia di un'isola nel cuore dei Caraibi, che nel '67 ebbe una rivoluzione guerrigliera che condusse a un rovinoso embargo. Congelata nel tempo per quasi cinquant'anni, Yara sprofondò nella povertà più assoluta, finché l'avvento di un nuovo leader coincise con il tentativo di ricostruire quel paradiso secondo logiche non proprio inappuntabili.
La propaganda di Castillo è sempre stata legata al Viviro, apparentemente una portentosa cura per il cancro creata in laboratorio. Il punto è che la materia prima usata per questo miracoloso ritrovato farmaceutico è il tabacco, modificato con un fertilizzante tossico che sta uccidendo tutti coloro che lavorano nei campi in condizioni inumane, di schiavitù. Per salvare Yara da un tracollo economico senza fine, Castillo è convinto che si debba aumentare la produzione di Viviro per renderlo disponibile in tutto il mondo, con risultati disastrosi in termini di diritti umani violati per tutti gli abitanti dell'isola.
Le inenarrabili violenze dello stato militarizzato, assieme alle false promesse del dittatore, senza scrupoli e capace di mettere in mezzo persino suo figlio Diego, erano apparsi in fase promozionale come i punti di forza della narrazione.
In verità, il racconto ne esce estremamente diluito, persino fuori fuoco e costellato da una serie di mancanze che non fanno mai elevare ad alto livello la qualità della storia, che rimane per larghi tratti assai banale. Castillo è tutto fuorché memorabile, e anche i personaggi di contorno rappresentano un'occasione sprecata per fare la satira politica che il gioco aveva la possibilità di proporre, considerati i numerosi riferimenti a eventi storici legati alle pagine del comunismo sudamericano.
Nei panni di Dani Rojas (scegliete voi se in versione maschile o femminile), dovrete radunare un gruppo variegato di ribelli dissidenti composto da vecchi nostalgici rivoluzionari, reietti con sete di rivalsa sociale e giovani reazionari. Partendo dal basso, dovrete ricostruire dei rapporti fiduciari e remare nella stessa direzione per porre fine alle strampalate ambizioni di Castillo. Da questa idea narrativa sboccia poi tutta la struttura di gioco, che dopo una prima fase di ambientamento vede una grande apertura e mette a disposizione del giocatore delle enormi macro aree in cui ci si può spostare liberamente.
Sebbene siano interessanti le storie di questi comprimari, ognuno con un vissuto vibrante e spinto da motivazioni personali che vanno anche al di là della volontà di ribaltare le sorti del Paese, spesso Far Cry 6 si perde in striminziti racconti di contorno che ne banalizzano la caratterizzazione.
Ecco dunque che per ogni nobile tentativo di tratteggiare un solido background ne escono fuori altrettanti che tentano di fare un umorismo spicciolo che non funziona. Oltretutto, alcuni personaggi non riescono a sfruttare il loro grande potenziale, come il figlio Diego, da cui ci saremmo aspettati tutt'altro peso e spessore nello sviluppo della trama.
Gameplay
Far Cry 6 è in larga misura il solito Far Cry, nel bene e nel male. Ecco dunque che nell'isola di Yara troverete i posti di blocco, dei presidi da assaltare, un corpo militare a difesa di Castillo e dei suoi tirapiedi da dover smantellare, una pletora di missioni che agevolano l'aumento di rango per poter avanzare senza troppi grattacapi, e tutte quelle attività che invece danno un po' di respiro e consentono di comandare a piacimento il ritmo della partita.
Ci sono alcune missioni chiave che rappresentano senz'altro una sorpresa, a livello strutturale. Sono ben orchestrate e riescono a racchiudere al loro interno più fasi in cui bisogna soddisfare degli obiettivi diversi tra loro, spingendo il giocatore ad azioni rapide e attente. Il punto è che queste rappresentano una trascurabile percentuale, mentre la parte del leone la fanno quelle missioni dalla struttura sempre uguale a se stessa: vi verrà richiesto infatti di infiltrarvi, uccidere tutti, liberare qualche ostaggio e recuperare ciò che è oggetto d'interesse di volta in volta, con variazioni spesso minime.
Certo, va specificato che non sono obbligatorie e che potrete direttamente occuparvi delle principali o di quelle che riterrete prioritarie, ma non possiamo fare a meno di puntare il dito contro quell'idea di fondo secondo cui la quantità sia un valore aggiunto anche a discapito di una qualità che talvolta latita pericolosamente.
A rendere meno piatto l'avanzamento c'è però una ragguardevole personalizzazione del protagonista, che va dal vestiario all'armamentario, fino ad arrivare ai cosiddetti Amigos, animali feroci o speciali che potrete indirizzare contro i nemici per creare un po' di panico.
Non sono così essenziali nell'economia di gioco, e in fin dei conti servono più a dare un po' di colore a Far Cry 6, che in molti frangenti strizza l'occhio a certe assurdità tante care a Just Cause, pur senza avvicinarsi alle sue più evidenti sguaiatezze. Aizzare gli Amigos serve principalmente a distrarre i soldati più forti o per sfoltire le fila nemiche, ma attenzione: se il vostro caro amico a quattro zampe subirà troppi colpi, rimarrà per terra fin quando non andrete a curarlo.
Dani Rojas può disporre di bardature per i veicoli, di protezioni a gambe, torso e testa e selezionare quattro o cinque armi alla volta da inserire nella ruota della scelta rapida. A queste vanno aggiunti gli esplosivi, le granate EMP che possono sparigliare le carte e consentirvi una più agevole infiltrazione, e i Supremo. Questi ultimi sono degli zainetti che consentono di eseguire un attacco speciale che ha un tempo di cooldown che può diminuire all'aumentare delle uccisioni. Si va dai missili fino ad altre soluzioni più creative, da adottare a seconda delle situazioni che vi capiteranno missione dopo missione.
Open world e progressione
Come tutte le recenti produzioni Ubisoft hanno dimostrato fino a oggi, anche quello di Far Cry 6 è un un mondo aperto ipertrofico e densissimo. Al netto dei tanti chilometri da percorrere da un punto all'altro e delle macro aree che comprendono foreste lussureggianti, zone umide con acque stagnanti simili alle Everglades e splendidi scorci naturalistici da isola tropicale incontaminata, è difficile trovare ampie zone in cui non ci sia nulla da fare o da raccogliere.
Di conseguenza, risulta anche piuttosto difficile indicare con chiarezza quante ore servano per arrivare ai titoli di coda, poiché dipende davvero dallo stile di gioco di ciascuno e da quale ritmo si decide di dare all'esperienza globale, che di certo non può dirsi conclusa in meno di venti ore. Se è vero che potrete andare dritti al punto senza farvi sedurre da tutto ciò che Far Cry 6 offre, è vero anche che se sceglierete di essere sfrontati e depotenziati troverete una più spietata resistenza, con tutto ciò che ne consegue in termini di frustrazione e godibilità complessiva.
C'è però un nodo piuttosto importante in Far Cry 6 che non può essere affatto trascurato: si tratta dell'intelligenza artificiale davvero di basso livello, scarsamente reattiva e non in grado di rappresentare mai un reale minaccia per il giocatore. Al massimo, i soldati proveranno a stanarvi con qualche granata, ma non si produrranno mai in azioni di concerto, spesso andranno a zonzo e delle volte arriveranno persino a non reagire tempestivamente quando sarete letteralmente davanti a loro ad infilzarli col vostro machete.
Forse, consapevoli di tutto ciò, gli sviluppatori hanno deciso dunque di lanciarvi letteralmente addosso una gran quantità di nemici per aumentare in modo artificioso la difficoltà, ma dopo diverse ore capirete bene quali saranno le banali routine comportamentali e agirete di conseguenza.
A proposito invece di attività satellite e fetch quest, purtroppo in Far Cry 6 sono davvero troppe e spesso di scarsissimo interesse. Per rovesciare il regime di Castillo e diventare più forti dovrete portare a termine le operazioni principali, ma anche conquistare obiettivi militari o distruggere e rubare le scorte agli avversari per accumulare punti esperienza. Potrete poi costruire e potenziare strutture da campo della guerriglia, oppure seguire le tracce dei Los Bandidos e approfondire le storie Yarane, ma vi assicuriamo che ben presto quasi tutte perderanno di mordente e appariranno ai vostri occhi come elementi decisamente sovrabbondanti.
Comparto tecnico
Abbiamo ricevuto solo un unico codice PC, pertanto è solo su questa piattaforma che possiamo esprimerci sulle performance tecniche. Innanzitutto, va detto che l'ambientazione non offre scorci di particolare bellezza, e non ci sono mai dei momenti in cui il giocatore si fermerà ad ammirare la natura selvaggia o le meraviglie paesaggistiche. Al contrario di Assassin's Creed: Valhalla, tutto è molto generico e poco ispirato, mentre la realizzazione grafica alterna buone prove ad altre francamente non soddisfacenti.
Lo abbiamo provato su un PC portatile che monta in i5 di fascia alta, 16 Gb di RAM e una RTX 3060, constatando che di base il gioco tende ad appensantirsi molto in termini di fluidità quando si attiva (anche non al massimo) l'effettistica e si sceglie una risoluzione di base in full HD.
Certe texture, oltretutto, sono davvero in bassissima risoluzione, come ad esempio quelle delle rocce e dei rilievi montani, che mal si mescolano alle bellezze naturali delle foreste, su cui è stata riposta una maggiore cura. Non esaltanti le espressioni facciali, talvolta poco credibili almeno quanto la grana della pelle, ora di porcellana, ora troppo porosa per essere considerata realistica.
Non mancano diversi bug e glitch, ma si tratta di esempi non gravi rispetto a vecchie produzioni Ubisoft assai problematiche. Vedrete ancora cavalli sobbalzare via, incidenti automobilistici fantasiosi tra soldati e innocenti che si trovavano lì per caso, e persino qualche nemico che non appare sulla mappa e vi costringe ricaricare l'ultimo checkpoint, che grazie al cielo si attiva sempre con elevata frequenza.
Dal debutto della serie sulle nuove console ci saremmo aspettati decisamente qualcosa di più importante: magari non una rivoluzione come quella raccontata a sprazzi in Far Cry 6, ma nemmeno una reiterazione che condanna il nuovo capitolo ad essere tutto fuorché una novità che fa evolvere il franchise o il genere di appartenenza.
Versione recensita: PC
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Voto Recensione di Far Cry 6 - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Grande libertà di esplorazione e di gestione dell'avanzamento di gioco
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Buona personalizzazione del protagonista e dell'armamentario
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Qualche miglioria nell'approccio libero alle missioni...
Contro
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IA nemica scarsamente reattiva e davvero di basso livello
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Troppe attività noiose, irrilevanti e fuori contesto che diluiscono a dismisura le ore di gioco
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... Ma la loro struttura è in fin dei conti quasi la stessa per tutte