Recensione

Terraria

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a cura di jewel

Informazioni sul prodotto

Immagine di Terraria
Terraria
  • Sviluppatore: Re-Logic
  • Produttore: 505 Games
  • Distributore: Halifax
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH , MOBILE , PS3 , PSVITA , 3DS , WIUU , X360
  • Generi: Azione , Avventura
  • Data di uscita: Disponibile - 24 giugno 2016 (Wii U) - 27 giugno 2019 (eShop Switch) - Estate 2019 (retail Switch)

Fin da quando Minecraft ha cominciato ad essere un fenomeno interplanetario, abbiamo visto susseguirsi svariati progetti che in qualche modo cercavano di emulare la formula magica creata da Markus “Notch” Persson e Mojang. Inutile dire che la maggior parte delle volte questi tentativi sono stati abbastanza fallimentari, perché è chiaro che nessuno desidera possedere una brutta copia di un prodotto sapendo che l’originale è lì, fruibile per chiunque in tutto il suo splendore. Per certi versi se ci si pensa un attimo è un po’ come per l’avvento della Coca-Cola, una bevanda che alla sua nascita aveva stupito per la sua originalità e per la capacità di dare assuefazione. Sul mercato non c’era niente che potesse reggere il confronto con la Coca-Cola. Poi, un bel giorno, dal nulla entra in gioco un’altra bibita pericolosamente buona, con un gusto leggermente dissimile ma ancora dannatamente capace di creare dipendenza: la Pepsi. Tutto questo per dire che la “Pepsi” di Minecraft altri non è che Terraria, titolo concepito in origine dallo studio indipendente Re-Logic che, una volta immesso sul mercato, non ci ha messo molto a guadagnarsi la reputazione di -alternativa bidimensionale- al lavoro di Mojang. Nel tempo molti giocatori armati di mouse e tastiera si sono spostati su Terraria perché hanno visto in quest’ultimo un’offerta più consona a ciò che cercavano e oggi, finalmente, la possibilità di scegliere è arrivata anche su console. 
505 Games e la software house Engine Software hanno portato la Pepsi su console. Vediamo che gusto ha.
Sopravvivere alla prima notte…
Non esiste un modo precisissimo con cui è possibile definire il genere di Terraria. L’esperienza offerta dal gioco è infatti talmente enorme e varia che racchiude componenti di svariati filoni videoludici, ma faremo del nostro meglio per sintetizzarvi i concetti base. Terraria immerge il giocatore in mondi più o meno vasti e lo spinge ad esplorare, a costruire, a sopravvivere e in definitiva a farsi una vita. Ma andiamo con ordine.
Prima di ogni altra cosa al giocatore viene chiesto di creare il proprio pixelloso alter ego virtuale scegliendo sesso, colore dei vestiti e principali tratti somatici. Quindi si passa alla selezione delle dimensioni del mondo, che verrà a questo punto generato in maniera totalmente casuale nel giro di una manciata di secondi. Termina così la fase preliminare. 
A questo punto il personaggio creato si ritrova d’un tratto in piedi, immerso nella natura del mondo che abbiamo preparato per lui, ma non completamente solo. Un NPC guida in grado di dispensare consigli di vario genere si troverà infatti nei paraggi già a questo punto, pronto a rispondere a domande che nessuno gli ha posto ogni volta che si decide di interagire con lui. 
L’inventario iniziale a nostra disposizione contiene già di default gli strumenti basilari per cominciare l’avventura: un’ascia di rame, un piccone di rame e una spada corta dello stesso materiale. Proprio come in Minecraft la prima cosa da fare è costruire una casa, posto indispensabile in quanto servirà da magazzino, studio creativo e perfino rifugio quando si vuole evitare la furia di zombie e occhi demoniaci, i principali mob che animano le notti di Terraria. E’ bene puntualizzare che il mondo è pieno zeppo di nemici pericolosi anche in pieno giorno, per cui bisogna guardarsi le spalle anche durante una normale scampagnata mattutina. 
Quella della costruzione è una fase fondamentale in Terraria. La prima casa che si tira su solitamente viene realizzata in legno, perché questo è uno dei materiali più facili da reperire e lavorare. Tutto ciò che è necessario fare è posizionarsi di fianco a un albero e dare colpi con l’accetta fin quando non cadono giù i vari “quadratini” che componevano la pianta. Con il legno racimolato si creano pavimento, pareti e soffitto, quindi si accede al menu di crafting per creare un piano da lavoro che sarà utile a creare una porta d’ingresso, i pezzi della parete di sfondo e varie torce per illuminare l’abitazione. Et voila, il primo rifugio è già pronto ad essere abitato, tanto è vero che l’NPC guida di cui parlavamo prima non ci metterà molto a trasferirsi e sancire ufficialmente la nascita della nostra città. 
Proseguendo sarà ora possibile, anzi fondamentale, costruire altre abitazioni per farsi trovare pronti quando nuovi personaggi vorranno trasferirsi nei paraggi. Questi, però, arriveranno soltanto quando avremo raggiunto determinati obiettivi o acquisito particolari materiali nelle nostre fasi di mining o esplorazione di cui ci apprestiamo a parlarvi. Ad esempio il Mercante appare soltanto a condizione che il giocatore abbia almeno cinquanta monete d’argento in saccoccia, mentre l’Infermiera si farà vedere soltanto dopo che avremo incrementato i cuori della nostra “barra dell’energia” di un’unità tramite l’utilizzo di un Cristallo della Vita. Ciascuno di questi personaggi di contorno avrà una specifica utilità e resterà nei paraggi di casa propria per sempre, costantemente in attesa di farci felici o esserci utili. 
Dal punto di vista architettonico, per così dire, Terraria offre uno spettro di possibilità il cui solo limite è la propria immaginazione, al fianco naturalmente delle imposizioni poste dalla grafica bidimensionale. Il processo creativo, soprattutto quando si intende creare strutture monumentali, è decisamente più veloce rispetto a quello di Minecraft, ma è anche più grossolano. Sarà infatti tutt’altro che rara l’occasione di mettere un quadratino fuori posto per poi tornare a correggere l’errore, colpa in parte dei controlli su pad che richiedono molto più tempo per posizionare gli oggetti in maniera perfetta. 
Il gusto e i pericoli dell’esplorazione
Come già anticipato, l’esplorazione è una delle componenti di maggior rilievo nel gameplay di Terraria. Per trovare materiali rari e tesori di maggior valore sarà infatti necessario allontanarsi e il più delle volte scendere nelle profondità della terra, armati di piccone e di tanta (ma propria tanta) pazienza. 
Proprio come in Minecraft il giocatore ha la possibilità di mettersi a scavare in qualsiasi punto facendo a pezzi pietra, sabbia, argilla e chi più ne ha più ne metta, un quadratino dopo l’altro. Essendo il titolo a scorrimento, è possibile vedere già a priori ciò che ci aspetta se scaviamo in una direzione o nell’altra, e questo facilita il ritrovamento di dungeon o piccole caverne che nasconderanno oggetti di valore. Naturalmente più si va in profondità e più la situazione si fa oscura e pericolosa, al punto che a centinaia di quadratini sottoterra sarà possibile incontrare nemici mai visti in superficie, molto più pericolosi e minacciosi anche d’aspetto. Particolarmente suggestivo in questo senso è il minatore non-morto, avventuriero rimasto virtualmente intrappolato chissà da quanto tempo che se la prenderà con voi in maniera particolarmente aggressiva. Le creature sono poi abbastanza varie e diversificate, per cui il rischio di monotonia negli incontri è piuttosto improbabile. 
In ultima nota c’è da dire che in quanto a estensione Terraria sorprende decisamente più in verticale che in orizzontale, basti pensare che scavando a più non posso si può addirittura raggiungere l’Inferno (Underworld), luogo abitato da demoni e inondato di lava in cui sopravvivere è decisamente più facile a dirsi che a farsi. Assolutamente nulla da eccepire sul fattore esplorativo. 
Crafting like a pro
A differenza della pura e semplice esplorazione, che abbiamo trovato coinvolgente e in sostanza impeccabile, in fase di crafting il gioco risulta un po’ meno convincente. Come già accennato, il nostro alter ego virtuale ha la possibilità di raccogliere i materiali più rari e disparati per dar vita a creazioni di vario genere. Queste ultime possono andare da armi da fuoco a trivelle, passando per comodi letti in cui dormire (e settare il punto di respawn), orologi, birra, indumenti… la lista potrebbe proseguire per ore. Per creare determinati oggetti sarà necessario prima creare l’apposita struttura di supporto: un piano da lavoro, una fornace o anche un telaio utile per tessere stendardi o sete preziose. E’ anche possibile darsi all’alchimia e alla magia, raccogliendo prima le stelle cadenti che piovono dal cielo ogni notte e combinandole poi nei Cristalli di Mana, utili per aumentare i punti mana del personaggio di venti unità alla volta, partendo da zero all’inizio dell’avventura.
A nostro avviso il problema in questo senso è che al giocatore non viene dato un ordine preciso da seguire: non c’è alcun metodo o algoritmo che spinge alla creazione di un oggetto finale o al compimento di una task specifica. 
Terraria prende semplicemente un infinito mucchio di oggetti di natura differente e li butta tutti dentro un enorme calderone, lasciando al giocatore l’ingrato compito di cavare un ragno dal buco e capire cosa conviene perseguire prima e cosa dopo. Senza un ordine logico delle cose, ogni giocatore finirà quindi per vagare un bel po’ di ore prima di cominciare a realizzare cosa gli serve davvero o qual è il suo obiettivo. Questo per dire che il senso di soddisfazione in Terraria si fa sentire alla grande soltanto una volta acquisita una consapevolezza sufficiente delle meccaniche in gioco.
Versione console: yay or nay?
Ogni volta che si realizza un porting su console la preoccupazione è sempre di trovarsi davanti a una versione pesantemente castrata rispetto a quella originale. Nel caso di Minecraft: Xbox 360 Edition abbiamo visto infatti un gioco che al giorno della release aveva dalla sua una mole di contenuti probabilmente neanche pari a un decimo di quella su PC, ma qui la situazione è completamente diversa.
La versione messa a punto dai ragazzi di Engine Software porta su console non solo i contenuti visti precedentemente, ma anche nuove feature come il multiplayer split-screen per quattro giocatori in aggiunta alla classica modalità online per otto giocatori, nuove armature, nuovi pet, nuove armi e perfino un nuovo boss finale da scovare nelle profondità della terra. Discreta aggiunta anche quella di un tutorial utile a scoprire le meccaniche basilari di gameplay e familiarizzare con le interfacce e i controlli, anche se avremmo preferito altri tutorial più approfonditi per spiegare almeno alcune delle meccaniche più complesse. 
Dal punto di vista dell’efficacia dei controlli la perdita più grande si ha in termini di velocità, ma non di precisione. Gli sviluppatori hanno infatti deciso di implementare anzitutto una modalità di aiming basilare, con un puntatore che orbitando attorno al personaggio risulta comodo per svolgere i compiti che non hanno bisogno di eccessiva precisione, come attaccare mob o scavare. Ad affiancarla c’è però una modalità “cursore” attivabile separatamente, in cui tramite l’analogico si più simulare l’utilizzo del mouse selezionando nello specifico qual’è il quadrato che si intende mirare nel raggio d’azione del protagonista. 
Decisamente più scomodi rispetto alla versione PC sono invece i menu, l’inventario completo e via discorrendo, divisi ora in svariate pagine con cui almeno inizialmente si avrà una certa difficoltà a familiarizzare. Purtroppo dubitiamo si potesse fare molto meglio di così in termini di adattamento.
Panorama 2D
Dal punto di vista stilistico Terraria è uno di quei titoli che o piace alla grande o non piace per niente. Gli sviluppatori originali avevano pensato bene di darsi a uno stile un po’ pixelloso, come abbiamo detto finora appunto “a quadretti”, che da una parte facilita le cose in fase di gameplay e in particolare di costruzione, dall’altro scatena una nostalgia da retrogame non indifferente. Gli appassionati di platform bidimensionali d’altri tempi non potranno far altro che amarlo alla follia. Poco ma sicuro.
L’enorme varietà di materiali e nemici differenti porta su schermo fotogrammi che non sono mai gli stessi, sebbene sempre accomunati dall’essere coloratissimi e veramente evocativi. 
Un ottimo lavoro rimane anche quello svolto dal punto di vista sonoro, con temi musicali che accompagnano in maniere differenti la vita notturna, quella alla luce del sole e, soprattutto, le amare e tenebrose discese verso i dungeon più oscuri.  

– Un gran mix di generi differenti

– Potenzialmente infinito

– Un’infinità di roba da cercare, craftare e spaccare

– Qualche contenuto aggiunto rispetto alla versione PC

– Una delizia dal punto di vista grafico

– Decisamente poco intuitivo nelle prime ore

– I controlli rallentano alcune fasi di gameplay

– Interfacce meno comode di quelle originali

8.5

Portare su console un gioco inizialmente pensato per mouse e tastiera non è mai un compito semplice. C’è da dire, però, che a patto di conoscere i chiari limiti dettati dai pad di Xbox 360 e Playstation 3 il lavoro svolto da Engine Software risulta alquanto apprezzabile. Vista anche l’aggiunta di svariati contenuti esclusivi, tra cui il multiplayer split-screen, nuove armi e nuovi nemici, ci sentiamo quindi di dire che quello di Terraria è un buon porting.

Il gioco rimane affascinante e bello da vedere come era su PC, per questo non fatichiamo a pensare che, esattamente come accaduto per Minecraft Xbox 360 Edition, anche questa versione vedrà impegnati i giocatori per molte e molte ore. La Pepsi rappresenta ancora una validissima alternativa alla Coca-Cola.

Voto Recensione di Terraria - Recensione


8.5