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Immagine di The Settlers è il ritorno di un grande classico... Forse troppo classico | Provato
PROVATO

The Settlers è il ritorno di un grande classico... Forse troppo classico | Provato

Dopo tanta attesa, la serie di The Settlers sta per tornare e questo primo faccia a faccia ha tutto il sapore di un ritorno a casa

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Avatar di Daniele Spelta

a cura di Daniele Spelta

Redattore

Pubblicato il 13/01/2022 alle 17:02
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  • Pro
    • La stessa notizia dell'arrivo imminente di un nuovo The Settlers va accolta con ottimismo
    • Immediato e facile da apprendere, anche per i neofiti
    • Il suo aspetto colorato e da cartoon ha immediatamente catturato la nostra attenzione
  • Contro
    • Qualche dubbio sulla profondità delle varie catene di produzione
    • Le fazioni sembrano somigliarsi troppo
    • In generale, si nota una certa semplificazione

Conclusioni Finali di SpazioGames

C'è voluto parecchio tempo e anche qualche cancellazione di troppo, ma alla fine The Settlers ce l'ha fatta e il prossimo 17 marzo vedrà finalmente la luce il gestionale cittadino targato Ubisoft. Per ingannare l'attesa abbiamo provato una versione anticipata, un test che ci ha subito riportato indietro nel tempo, grazie ad una formula tradizione ma comunque invecchiata bene. Dopo tanta attesa sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa in più in termini di varietà, ma ovviamente sospendiamo il giudizio finale in attesa di metter mano su The Settlers nella sua forma definitiva.

Informazioni sul prodotto

Immagine di The Settlers: New Allies
The Settlers: New Allies
  • Sviluppatore: Ubisoft Dusseldorf
  • Produttore: Ubisoft
  • Distributore: Ubisoft
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , SWITCH , PS5
  • Generi: Strategico
  • Data di uscita: 17 febbraio 2023 (PC) - 23 marzo 2023 (console)

La serie di The Settlers era finita tristemente nel cestino degli oggetti smarriti, vittima di qualche cancellazione di troppo, alcuni ultimi capitoli non troppo entusiasmanti e di una collector che aggiungeva ben poco alla storia del gestionale targato Ubisoft.

Nonostante questa parabola in costante discesa, ad ogni minimo annuncio i fan hanno risposto presente, vogliosi di ritornare a costruire una nuova colonia a suon di strade battute, risorse accaparrate e catene di produzione sempre più evolute.

Una luce in fondo al tunnel

Dopo un lungo silenzio e l’ennesimo ripensamento, sembra proprio che questa sia la volta buona e, senza nemmeno troppo preavviso, The Settlers è pronto a fare la sua oramai insperata apparizione il prossimo 17 marzo. Facciamo tutti gli scongiuri del mondo, la nostra dura pellaccia da videogiocatori ne ha viste decisamente troppe, ma dopo una rapida presentazione tenuta online, l’annuncio di una versione beta e un provato messo a nostra disposizione, possiamo dirci fiduciosi sul futuro della storica saga nata nel lontano 1993.

Forse stiamo correndo un po’ troppo ed è la nostalgia a parlare, perché la realtà dei fatti è meno idilliaca di quanto avremmo sperato e, dopo aver passato una manciata di ore in compagnia dei nostri cari coloni, il quadernetto degli appunti ha segnato qualche nota rossa di troppo.

Un tributo a se stessi

The Settlers, l’essenza di questa ultima iterazione sta tutta nel titolo dato da Ubisoft. Nessun numero, nessun sottotitolo e nessuna desinenza: un chiaro ritorno alle origini.

Come detto in apertura, la traiettoria della serie ha iniziato a inclinarsi su un pericoloso pendio proprio con gli ultimi capitoli, accusati – forse anche ingiustamente – di aver snaturato le radici di questo gestionale, sospeso a metà tra un maggiore focus sulla componente bellica e strategica – come The Settlers V: L’Eredità dei Re – e un’attenzione ritrovata sugli aspetti economici, fino a sfociare nel più lento micro-management – come per  The Settlers 7: La strada verso il regno.

Come tornare a casa

Con una data di pubblicazione oramai prossima forse ci si poteva aspettare qualche informazione aggiuntiva e più carne al fuoco, ma anche con il solo tutorial messo a disposizione e con una partita rapida utile per capire meglio alcune delle meccaniche di gioco, si intuisce con facilità lo scopo di questo nuovo The Settlers.

Sin dal primo avvio di questa versione provvisoria ci siamo infatti subito sentiti a casa, accolti dai classici toni colorati e scanzonati tipici della serie, con uno stile fantasy capace di non prendersi troppo sul serio. Insomma, pur non facendo gridare al miracolo, non si può far altro che spendere buone parole sulla componente artistica adottata dalla divisione tedesca di Ubisoft, solo il primo dei rimandi ai gloriosi fasti della serie.

Un rapido ripasso

Come detto poco più sopra, questa beta non è stata altro che un rapido assaggio, un faccia a faccia che ha avuto il suo naturale inizio con il tutorial. Con il senno di poi ci saremmo potuti risparmiare anche questa introduzione, visto che ogni appassionato della saga ritroverà tutte le varie componenti del gameplay a cui era affezionato esattamente lì dove le aveva lasciate.

Per quelle quattro persone che non conoscessero uno dei pilastri del PC gaming, stiamo parlando di un gestionale decisamente tradizionale, un simulatore coloniale basato soprattutto sulla componente economica, dove dar vita a catene di produzione che, partendo dalle materie prime messe a disposizione dalla mappa, arrivino a sostenere una popolazione sempre più numerosa ed esigente.

Fa sempre piacere aver un villaggio ordinato

Una volta ripresa confidenza con i comandi di base e apprese le differenze tra le diverse tipologie di unità messe a disposizione, abbiamo studiato a fondo quello che questa preview metteva a disposizione attraverso la partita rapida.

La prima scelta importante ricadeva sulla selezione della fazione, ossia gli Elari – una civiltà industriosa tutta artigianato e fattorie – e i Maru – una popolazione connessa con la natura e dall’indole pacifica – mentre il clan dei Jorn, pensati soprattutto per chi ama la guerra, verrà sbloccato solo al momento del lancio definitivo.

Purtroppo, alla prova dei fatti, entrambe le fazioni disponibili si sono però rivelate decisamente troppo simili tra di loro, con un elenco di edifici pressoché identico e con poche varianti per quel che riguarda le unità e il loro modo di comportarsi sul campo di gioco.

Diretto ma efficace

A dire il vero, questa sensazione di aver già visto molto – si spera non tutto – in poco tempo è ritornata con forza in ogni click speso a costruire falegnamerie, fattorie o forni per produrre il pane.

La modalità di gioco certo non ha aiutato, anche a causa di due sole mappe da provare e su cui espandere la propria fazione, che non brillavano proprio per ampiezza o punti d’interesse da scoprire. In ogni caso, come i tradizionalisti del genere sanno, la nuova città inizia a prendere forma attorno al magazzino, da collegare con strade – sì, da tracciare a mano in questo capitolo – ordinate che dirigono alle zone di estrazione della pietra e del legname, materiale indispensabile per posizionare tutte le altre costruzioni.

Verrà sempre il momento della guerra

Una volta accumulati i materiali necessari, lungo la mappa iniziano a spuntare così la segheria, utile per avere le assi, i campi coltivati, da cui estrarre il grano da spedire al mulino che, a sua volta, produce la farina indispensabile per avere il pane. Attraverso un menù di selezione comodo ed intuitivo, abbiamo così potuto osservare tutte le catene di produzione ma, come abbiamo prima messo nero su bianco, non è stata certa l’abbondanza ad averci sorpreso.

Il sistema economico di The Settlers ci è parso infatti fin troppo semplificato, con poche strade da esplorare e ben poche sfide da affrontare per sostenere a sufficienza la propria civiltà.

Da un lato questa scelta potrebbe avvicinare una nuova fetta neofiti, ma d’altro canto potrebbe rivelarsi un mezzo passo falso al cospetto di una concorrenza decisamente ben fornita, fra cui spuntano i nomi di competitor indie come l’ottimo Foundation e titoli sviluppati da Ubisoft stessa, uno su tutti Anno 1800, l’eccellenza quando si parla di gestionali cittadini.

Guardando con fiducia al futuro, confidiamo comunque sulle campagne dedicate alle tre fazione che, stando a quanto annunciato durante la breve presentazione, avranno una forte attenzione sul lato narrativo e promettono anche di creare interessanti spunti sotto l’aspetto delle varie missioni, con obiettivi differenti e stimolanti.

La mappa nasconde parecchi segreti

Un piccolo mondo in costante movimento

Per quanto fosse lecito aspettarsi qualcosa in più da questo test, di The Settlers abbiamo comunque ampiamente apprezzato la sua componente da diorama in movimento. Vedere tutti quei piccoli lavoratori muoversi autonomamente tra le varie postazioni da lavoro, dirigere in prima persona gli ingegneri per costruire i vari edifici e osservare la propria città espandersi casetta dopo casetta ha quell’effetto da “cozy game” terapeutico che non andrebbe mai sottovalutato.

Almeno fino alla nuova invasione della fazione nemica. A differenza dei comuni peones, le unità militari vanno gestite come in un classico RTS ma, anche in questo caso, gli attacchi e le difese si sono rivelati decisamente leggeri e dotati di poca complessità, con una UI che di certo non aiuta a tenere sott’occhio i punti vita e le poche abilità speciali.

Un giudizio ancora da definire

Mancano poco più di due mesi alla pubblicazione definitiva di The Settlers e, dopo svariati rimandi e cancellazioni, già da sola questa è sicuramente una buona notizia.

Il primo confronto con la nuova creatura di Ubisoft ci ha però lasciati abbastanza tiepidi, tutto è esattamente lì al suo posto, si respira a pieni polmoni l’atmosfera che tante fortune ha garantito a questo classico, ma dopo tanti anni di silenzio ci chiediamo se questo non sia un approccio troppo conservatore.

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