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Immagine di Exoborne | Anteprima – Come The Division, più apocalittico
Anteprima

Exoborne | Anteprima – Come The Division, più apocalittico

Gli autori di The Division tornano con Exoborne, un extraction shooter tripla A in un mondo apocalittico sviluppato da Sharkmob Malmo.

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Avatar di Valentino Cinefra

a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Pubblicato il 08/12/2023 alle 12:50
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  • Pro
    • La componente sociale in stile Zona Nera
    • Gameplay costruito da tante esperienze differenti
  • Contro
    • Immaginario non originalissimo
    • Tutte le idee funzioneranno allo stesso modo?

Conclusioni Finali di SpazioGames

Il primo incontro con Exoborne ci ha intrigato ma non stupefatto. Sharkmob ha introdotto tante idee interessanti in un progetto ambizioso e, proprio per questo, molto rischioso. Il mercato è saturo di videogiochi del genere, soprattutto se non hanno un immaginario potente e in grado di distinguersi da tutto ciò che viene pubblicato ogni anno. Tuttavia siamo curiosi di provare appena possibile in prima persona l’esperienza immaginata dal team di sviluppo, perché il concept pur non originalissimo propone un loop gameplay potenzialmente interessante che va provato con una certa continuità e attenzione. 

Informazioni sul prodotto

Immagine di Exoborne
Exoborne
  • Sviluppatore: Sharkmob
  • Distributore: Level Infinite
  • Piattaforme: PS5 , XSX , PC
  • Generi: Sparatutto
  • Data di uscita: TBA

Il mercato dei videogiochi competitivi è a sua volta molto competitivo con se stesso, tanto che di sparatutto a squadre ne abbiamo visti passare molti davanti ai nostri occhi e, purtroppo, altrettanti ne abbiamo visti fallire sotto le proprie ambizioni.

Per questo abbiamo accolto con una certa curiosità mista a prudenza la possibilità di assistere ad una presentazione a porte (virtuali) chiuse di Exoborne, un nuovo sparatutto a squadre sviluppato dal team Sharkmob Malmo, tra i tanti studi che sono all’interno delle proprietà di Tencent e che è stato presentato anche nella cornice dei The Game Awards.

I più attenti di voi, anche se il gioco è stato tutt’altro che celebre nella sua vita, ricorderanno forse che Sharkmob è lo stesso team responsabile di Vampire the Masquerade Bloodhunt, il battle royale ambientato nel World of Darkness che lo scorso maggio è stato abbandonato a se stesso dopo un lancio fallimentare.

Tuttavia c’è da dire che, dietro a Exoborne, ci sono dei nomi importanti che ci danno se non altro il beneficio del dubbio riguardo alle possibilità future di questo nuovo progetto.

Guarda su

Exoborne può vantare infatti, tra gli altri, un quartetto di nomi molti importanti provenienti dal team di sviluppo del primo The Division, il looter shooter di Ubisoft, ovvero il creative director Petter Mannerfelt, lo sceneggiatore Martin Hultberg, il technical director Andreas Holmquist e l’art director Rodrigo Cortes.

Figure professionali che guidano lo sviluppo di un progetto, ancora in fase di pre-alpha, che abbiamo potuto vedere qualche giorno prima del reveal ufficiale ai The Game Awards 2023 e su cui, nonostante non abbiamo avuto modo di metterci le mani, abbiamo comunque qualcosa da dire.

Exoborne, uno shooter apocalittico

Oltre ad essere ovviamente una nuova IP, Exoborne viene definito come un “tactical open world extraction shooter”, ovvero uno sparatutto tattico ambientato in un mondo aperto dove è importante uscire sani e salvi dalle zone più pericolose venendo estratti.

Immaginate di poter unire il concetto alla base della Zona Nera di The Division (non a caso), con il tipo di gameplay loop reso celebre da produzioni come Destiny, Fortnite ed Escape From Tarkov.

Immagine id 7339

I giocatori, infatti, dovranno catapultarsi all’interno di Colton County, un mondo molto pericoloso dove la civiltà sopravvissuta ad un’apocalisse ambientale combatte con armi da fuoco e speciali esoscheletri chiamati exo-rigs contro chi ha deciso di sfruttare l’occasione per portare il caos, difendendo quindi l’umanità.

Quella che dovrebbe essere la partita tipica di Exoborne ci viene descritta come molto dinamica dagli sviluppatori.

Prima di tutto la discriminante più importante sarà il fatto di giocare in solitaria o in squadra. Come ogni gioco di questo genere i lupi solitari saranno ovviamente più silenziosi e tattici, potrebbero preferire tattiche diversive e colpi alla distanza. In squadra, invece, Exoborne dovrebbe esprimere tutto il potenziale creativo in quanto a costruzione del loadout e modalità di approccio agli scontri.

Gli exo-rigs, le speciali tute indossate dai personaggi, sono infatti degli oggetti che possono essere personalizzati con abilità uniche. Rappresentano di fatto una sorta di “classi” che potranno essere interpretate dai membri della squadra in ottica di bilanciamento.

Sharkmob non è entrata nel dettaglio, né ha illustrato come queste exo-rigs potranno essere costruite, ma l’idea è quella di dare un supporto alle capacità dei giocatori e alla loro volontà di ricoprire uno specifico nel team.

Immagine id 7336

In tutto questo la mappa di gioco fornirà stimoli di ogni tipo, tra eventi pubblici come assalti e catastrofi naturali, fino all’incontro con altri giocatori che, almeno nell’idea di Sharkmob, dovrebbe funzionare esattamente come la Zona Nera di The Division.

Visto che l’unico modo per poter ottenere l’equipaggiamento è effettuare un’estrazione con successo, non è detto che le squadre avversaria debbano obbligatoriamente prendersi a fucilate una volta che si incontrano. Così come non è detto che le fragili alleanze possano essere rispettate. Detta così l’esperienza sembra molto interessante ma, non avendo visionato (né tantomeno giocato) un gameplay esteso è difficile dire se l’idea del team di sviluppo sarà abbracciata dai giocatori.

Questa dinamica funzionava in The Division perché lo shooting era molto più realistico e, di fatto, ingaggiare una sparatoria significava dover gestire una situazione molto difficile in poco tempo. Exoborne ci dà l’idea di uno shooter più “esagerato”, invece, ed è difficile immaginare una trattativa tra giocatori in un contesto così dinamico.

Anche perché tra le attività che si potranno intraprendere nelle scorribande c’è la possibilità di trovare progetti e pezzi per l’equipaggiamento che potrà essere modificato, così come veicoli su cui salire per esplorare molto più in fretta le zone. Tante cose che dovranno funzionare insieme per non creare un’esperienza che sembri qualcosa di già visto ma che, al tempo stesso, sia abbastanza familiare da non sembrare straniante.

In questo senso Sharkmob ha dichiarato che Exoborne sarà un gioco con la classica formula “easy to learn, hard to master”, ovvero sarà facilmente approcciabile ma darà soddisfazione ai giocatori più dedicati. Difficile immaginare l’archetipo di un extraction shooter, punitivo già di suo per concezione, che possa essere accomodante con i nuovi giocatori ma, ancora una volta, ne sapremo di più quando potremmo vedere un gameplay esteso e soprattutto giocare in prima persona.

Le idee in Exoborne sicuramente non mancano ma, in questo periodo, progetti del genere rischiano di fare davvero fatica ad emergere e ne fanno ancora di più a rimanere all’interno del raggio visivo dei videogiocatori.

Immagine id 7341

Il titolo di Sharkmob non sarà per altro il classico titolo free-to-play, ma un videogioco premium con aggiunte stagionali con i rituali pass, con una quantità e prezzi che non sono stati resi noti al momento. Da un lato c’è la rassicurazione che Exoborne non punterà unicamente alle tasche dei videogiocatori, ma dall’altro il prezzo è inevitabilmente un ostacolo per una produzione che, al momento, non ci lascia senz’altro col fiato sospeso.

Ma ci lascia con la voglia di provarlo in prima persona, quello sì. Le idee ci sono, come detto, e le menti creative dietro a Exoborne meritano il beneficio del dubbio. Siamo orfani dello shooting di The Division (e se volete tornare in quel mondo potete farlo acquistando il sequel su Amazon) e, sebbene Exoborne sembri lontano anni luce dal titolo uscito sotto l’egida di Ubisoft, vogliamo provare l’azione di gioco del team che lo ha creato per vedere l’effetto che fa in un contesto ancora più action e apocalittico.

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