I grandi amanti dei giochi di ruolo avranno avuto modo di conoscere (e giocare, ci auguriamo) sulla prima Playstation alcuni dei più grandi JRPG di sempre: colossi come Breath of Fire e Final Fantasy venivano affiancati da perle di nicchia come The Legend of Dragoon o Vagrant Story, rendendo la vecchia gloria di casa Sony un vero gioiello per i giocatori desiderosi di complete e impegnative esperienze ruolistiche. In questo mare magnum è difficile collocare con esattezza Xenogears: il titolo Monolith Soft (anch’esso prodotto dall’ormai fu Squaresoft) è un capolavoro noto agli amanti del genere, ma per tutti i giocatori meno familiari con gli RPG quello di Xenogears è un nome non certo paragonabile, in termini di notorietà, a un Final Fantasy qualsiasi. Questa breve introduzione è volta a omaggiare il precedente capolavoro dei Monolith Soft, team di sviluppo pronto a tornare in campo su Wii con un nuovo gioco di ruolo che, almeno nel nome, strizza l’occhio al citato Xenogears: parliamo di Xenoblade.
Divinità e spade. Grosse spade.La fantasia è un’arma preziosa nella creazione di una trama per un gioco di ruolo: da questo punto di vista, Monolith Soft dimostrò con Xenogears di avere del grande talento in questi termini.La nascita dell’universo di gioco di Xenoblade ci viene presentata direttamente nel momento della sua stessa genesi: due titaniche divinità, Kyoshin e Kishin, si scontrarono in un’età ormai dimenticata, infliggendosi a vicenda il colpo di grazia e ponendo fine una volta per tutte al loro conflitto. I due corpi senza vita cadono in uno sconfinato oceano e, col passare dei secoli, diventano continenti, sopra ai quali sorge nuovamente la vita. La figura di Kyoshin ospita tre differenti etnie: gli Homs, che possiamo agilmente descrivere come gli umani di turno, i Nopon, una tribù di mercanti girovaghi senza fissa dimora, e infine i Nienter, antichissima razza di prescelti che sembra possedere una profonda conoscenza dei segreti del mondo. Dall’altro lato dell’oceano troviamo invece il continente di Kishin, popolato da una nutrita falange di macchine da guerra, in cui non sarà difficile riconoscere il ruolo degli antagonisti. Le vicende del titolo ci vedranno infatti coinvolti in un tragico conflitto fra i due continenti: le armate robotiche provenienti da Kishin invaderanno il continente di Kyoshin, scatenando un sanguinoso conflitto. La speranza delle razze senzienti sembra risedere unicamente nella spada Monado, una lama d’energia che possiede il potere per sconfiggere l’esercito Kishin. Il giovane Shulk, nel ruolo di protagonista ed eroe di Xenoblade, si scoprirà in grado di utilizzare la spada divina e, inevitabilmente, si ritroverà coinvolto in un gigantesco conflitto di cui potrebbe essere l’ago della bilancia. Ma per quale motivo Shulk è in grado di maneggiare la Monado? Da dove viene questa spada? Perché ha effetto soltanto sulla razza robotica di Kishin? Le domande sono molteplici, e la risposte arriveranno solo intraprendendo un lungo viaggio…
Un RPG coi fiocchiStando alle dichiarazioni degli sviluppatori di Monolith Soft, il piatto forte del gameplay di Xenoblade vede il setting ambientale in prima posizione: Xenoblade offrirà infatti una world map di generose dimensioni, completamente esplorabile. Per quanto il numero, la varietà e la cura nella realizzazione delle ambientazioni risultino assolutamente requisiti importanti per un buon JRPG, allo stesso tempo risulta decisivo il modo in cui questi elementi vengono amalgamati nella struttura di gioco per creare un’esperienza ludica davvero valida. Xenoblade sembra avere le carte in tavola per fare centro: se dal punto di vista grafico troviamo ambientazioni splendide, che presentano vasti e lussureggianti scorci naturali in cui si immergono piccoli insediamenti rurali, allo stesso tempo il continente di Kishin è dominato dal dogma della tecnologia e della meccanica. Un setting affascinante e completo dunque, in cui il giocatore potrà muoversi liberamente senza nessuna fase di caricamento fra un’area e l’altra: la possibilità di correre, nuotare e saltare (che, come gli appassionati del genere sapranno bene, sono caratteristiche tutt’altro che scontate nei giochi di ruolo) garantirà al giocatore complete possibilità di esplorazione, le quali premieranno i perfezionisti grazie al grande numero di aree segrete che potranno essere scovate grazie a una minuziosa perlustrazione dell’ambiente di gioco.Durante i vostri vagabondaggi per le lande di Kishin e Kyoshin avrete naturalmente modo di incontrare creature ostili di ogni genere: per quanto riguarda il fronte del battle system, Xenoblade ha mostrato fin da subito come non ci sarà alcuna interruzione fra le fasi di esplorazione e quelle di combattimento. In maniera analoga agli ultimi due capitoli di Final Fantasy, il combattimento si svolgerà in tempo reale: incontrare un nemico comporterà un leggero cambio dell’hud (dove appariranno le dovute barre di HP e simili), ma senza alcun caricamento nè cambio di schermata vi ritroverete nel bel mezzo di uno scontro. Il giocatore avrà la possibilità di controllare solo il protagonista, mentre gli altri personaggi saranno gestiti dall’IA: non è ancora chiaro se si potranno impartire solamente delle tattiche stile Gambit, oppure se ci sarà anche la possibilità di controllare tutti i componenti del team. Dalle informazioni che sono trapelate è tuttavia sicuro che la carne al fuoco in quest’ambito sia parecchia: il battle system prevede infatti sia i classici come abilità, magie e incantesimi, sia le finisher di turno (che prendono il nome di Arti), mosse speciali volte a infliggere il massimo dei danni. Non contenti di questo funzionale ma fin troppo classico impianto di gioco, i Monolith Soft hanno deciso di implementare una sorta di barra dell’affinità in combattimento, il Party Gauge: dopo aver percosso lungamente e senza pietà i vostri nemici, potrete rilasciare sugli sventurati di turno una scarica micidiale delle Arti di tutti i vostri personaggi. Un’ultima, interessante e sicuramente fresca feature del sistema di combattimento sta nelle mistiche abilità della Monado: Shulk godrà infatti di una breve visione dell’immediato futuro grazie al potere della lama. In questo modo potrete capire in che modo i nemici attaccheranno quale membro del party, dandovi così il tempo per reagire prontamente. L’unico dubbio che sorge riguarda il rischio che una simile caratteristica vada a discapito del livello complessivo di sfida garantito dal titolo Monolith Soft: al tempo stesso però è ragionevole pensare che l’abilità di preveggenza sia utilizzabile solo in maniera limitata.
Gioia per gli occhiFino ad ora ci siamo dilungati sia in un’analisi dello storyboard, del gameplay e del lavoro artistico dietro a Xenoblade: cosa possiamo dire invece del comparto tecnico? Nel caso in cui le immagini non parlassero sufficientemente da sé, è più che doveroso spendere qualche parola per elogiare il lavoro sotto l’aspetto grafico. L’attenzione e la cura nello sviluppo sono tangibili sia per quanto riguarda gli splendidi scorci paesaggistici, sia nei dettagli della vegetazione e dei modelli dei personaggi: il colpo d’occhio è inoltre aiutato da un utilizzo di colori vivaci e brillanti, che contribuiscono alla creazione di un mondo vivo e pulsante. I principali difetti colpiscono le animazioni e le espressioni facciali dei personaggi, a volte poco convincenti, difetti senza dubbio marginali rispetto all’ottimo lavoro complessivo.
– Un GDR coi fiocchi
– Ambientazione superba
– Curato fin nei dettagli
– Ottimo comparto tecnico
Xenoblade è, senza mezzi termini, un titolo per Wii da monitorare con attenzione. Tutto, a partire dalla sceneggiatura e dalla formula di gameplay fino al comparto tecnico, sembra essere stato modellato e strutturato con cura certosina e attenzione al dettaglio: questi elementi, combinati col nome di sviluppatori di talento come i Monolith Soft, rende Xenoblade un titolo che tutti gli amanti dei giochi di ruolo orientali dovrebbero attendere con sincera impazienza, in quanto potrebbero trovare in esso il JRPG capolavoro che ancora manca alla console Nintendo.