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The Elder Scrolls Online

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a cura di Pregianza

Pubblicato il 09/02/2014 alle 00:00
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Quanto paghereste per un MMO oggi? La domanda è d’obbligo, visto il declino inarrestabile di questo genere, che fino a qualche anno fa era visto da molti come “il futuro” dell’industria videoludica. Tanti hanno tentato di scalzare World of Warcraft, provandole tutte, dal marchio altisonante al gameplay fuori dagli schemi, ma nessuno ce l’ha fatta. 
Oggi siamo in una situazione dove solo i free to play e i pay-once to play sembrano avere possibilità di sopravvivere, eppure i titoli ad abbonamento mensile sembrano voler tornare, promettendo esperienze ancor più approfondite e appaganti del buon vecchio MMO di Blizzard.
Tra tutti i contendenti forse quello con il nome più importante è The Elder Scrolls Online, in beta da un po’ e recentemente messo a disposizione della stampa per una prova approfondita. Il costo mensile del gioco non è basso, ma è anche vero che gli sviluppatori hanno mostrato una formula fondamentalmente diversa da quella degli sfidanti. Quello che hanno fatto vedere, infatti, è a tutti gli effetti una sorta di fusione tra le meccaniche degli Elder Scrolls in singolo e l’esperienza cooperativa e competitiva di un MMORPG classico, con il potenziale per catturare fasce d’utenza molto diverse tra loro.
Basterà per farvi scucire 13 eurozzi al mese, oltre al costo del gioco al lancio? Ora è impossibile dirlo, ma possiamo pur sempre darvi le nostre prime impressioni sul gioco, dopo aver girato per le lande di Tamriel per qualche giorno.
Molag Bal non è mai stato simpatico
Fin dall’inizio si prova un forte senso di Deja Vù in The Elder Scrolls Online. Voi sarete un poveraccio sacrificato a Molag Bal da un pericoloso necromante, e pertanto inizierete imprigionati nel piano del malvagissimo principe daedrico. Inizio in gattabuia insomma, da Elder Scrolls dei bei tempi andati. Contattati dalla proiezione astrale di un uomo che si fa chiamare “il Profeta” dovrete trovare il modo di tornare liberi, e magari di recuperare la vostra anima, visto che ne siete stati privati dopo il rituale. 
Il fatto di essere senz’anima in realtà non rappresenta uno svantaggio, ma permette al nostro alter ego di tornare in vita dopo ogni morte senza troppi problemi, oltre a renderlo una pericolosa spina nel fianco per Molag Bal, che pare intenzionato a conquistare Tamriel una volta per tutte fondendo il mondo con il suo oscuro reame. Noterete quasi immediatamente come la premessa si presti sia a un MMO che a un titolo singleplayer, e non sbagliate. The Elder Scrolls Online dà infatti l’impressione costante di essere un enorme gioco in singolo mascherato da esperienza online.
Il gameplay è estremamente simile a quello visto in Skyrim, così come l’esplorabilità del mondo, sembratoci gigantesco dalle mappe visionate. Potrete affrontare i combattimenti in prima o in terza persona a piacere, utilizzare attacchi leggeri o caricati, schivare con grazia, difendervi con una parata o bloccare gli assalti nemici con un rapido contrattacco. Tutte meccaniche funzionali che sfruttano immancabili indicatori dedicati a mana e stamina, a cui però va ad aggiungersi uno sviluppo del personaggio più complicato di quello di un comune capitolo della serie. 
La scelta della vostra classe iniziale non vi inganni: qui il proprio protagonista ha a disposizione rami delle abilità legati quasi a ogni cosa, che si tratti di armature, armi specifiche, dell’appartenenza a una gilda (e sì, ci sono varie gilde nel gioco, come prevedibile) o di skill dedicate all’artigianato. Chiaramente le vostre capacità primarie saranno comunque legate alla specializzazione, ma si dividono anch’esse in tre rami, offrendo numerose possibilità al giocatore e addirittura varianti con effetti passivi unici una volta raggiunto un certo livello. 
Quando parliamo di “gioco singleplayer mascherato”, non intendiamo dire che manchi la collaborazione o siano spariti gli elementi che rendono un MMO tale. Semplicemente, gran parte del gioco è pieno zeppo di quest, praticamente tutte completabili in singolo con l’esclusione di alcuni dungeon pensati per le lotte di gruppo. Le missioni sono variegate e, oltre a offrire spesso metodi alternativi per il loro completamento, costringono a volte a utilizzare anche il movimento silenzioso, o la semplice parlantina per avanzare. Potete affrontarle tutte in coppia o anche con più compagni, ma difficilmente ne sentirete il bisogno, anche perché la storia sembra ruotare quasi del tutto attorno a un singolo protagonista. 
Non riteniamo questa formula un male, dopotutto rende godibile il titolo anche per i meno “amichevoli”, eppure l’assenza di una spinta netta alla collaborazione potrebbe urtare il gioco alla lunga. Sarà necessario valutare attentamente la qualità dei dungeon più elaborati e del pvp per confermare o smentire le nostre impressioni.
Scampagnata accompagnata
In generale, giocare a The Elder Scrolls Online sarà certamente un piacere per chi ha amato Skyrim alla follia. Gli impatti sono meno precisi di quelli dell’epico predecessore, e certe mosse dei nemici sembrano avere impatti “a ricerca” alquanto fastidiosi, ma il corpo a corpo è fluido, veloce e funziona piuttosto bene nonostante le imperfezioni, anche per via dell’area visibile di certi attacchi avversari.
L’avanzamento lento non vi spaventi, si ottengono rapidamente skill offensive a bizzeffe, e solo all’inizio sarete limitati alle mazzate basilari. Noi in particolare abbiamo apprezzato il livello di sfida leggermente superiore alla media, che richiede di dosare le tecniche contro certi avversari e non permette di lanciarsi in battaglia sferrando fendenti a casaccio. 
Tecnicamente, il titolo si difende in modo a dir poco egregio per un MMO. I modelli sono ben dettagliati, le texture degne, e l’art direction lodevole. L’atmosfera della serie c’è tutta, e la fluidità si è rivelata impeccabile sul nostro buon computer. Certo è che di un Elder Scrolls si tratta, quindi aspettatevi un bel monte di bug: nulla di eccessivo, si parla più che altro di interpolazioni poligonali, qualche movimento ridicolo dei nemici una volta atterrati, indicatori delle quest che scompaiono e animazioni incomplete. Trattandosi comunque di una beta la pignoleria è al momento inutile. 
Interessante inoltre notare come gli sviluppatori abbiano voluto riempire le varie zone di sottotrame e scritti che ampliano la narrativa, per immergere maggiormente il giocatore nei panni di un eroe di Tamriel. Il background è stato studiato per benino.
Difficile infine non elogiare il sonoro, con ottimi doppiaggi e musiche sempre di grande effetto. Si nota qualche problema persino in questo campo, specialmente negli effetti sonori dei colpi che a volte scompaiono senza un perché, ma verrà indubbiamente tutto sistemato nel gioco finito.

– Mondo enorme

– Gameplay molto simile a quello degli ultimi Elder Scrolls, ma online

– Tecnicamente lodevole

The Elder Scrolls Online, a conti fatti, ci ha piacevolmente sorpreso, rivelandosi un titolo superiore alle nostre aspettative in molti elementi. I dubbi, tuttavia, permangono. Nella nostra prova ci è parso di giocare una versione gonfiata e online di un comune Elder Scrolls, con pochi incentivi alla collaborazione tolti i dungeon avanzati. Sarà abbastanza per meritare un abbonamento mensile? Potremo dirvelo quando avremo modo di provare a dovere il pvp e di esplorare Tamriel fino in fondo.

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