Anteprima

The Banner Saga

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a cura di Pregianza

Final Fantasy Tactics. Vi siete emozionati quando avete letto queste tre paroline magiche? No? Allora proviamo ad aggiungere al piatto tre ex sviluppatori della Bioware dei bei tempi andati. Non basta ancora? Ok, allora che ne dite se tiriamo fuori dal nostro magico cappello una grafica bidimensionale disegnata e splendidamente animata, un’ambientazione fantasy dark ispirata ai vichinghi, e chiudiamo il tutto con il compositore delle musiche di Journey, Austin Wintory? 
Un po’ di acquolina in bocca vi è venuta, nevvero? Anche a noi, l’unica differenza è che da queste parti abbiamo cominciato a sbavare fin dal momento dell’annuncio del progetto di cui parleremo oggi, e lo abbiamo seguito con attenzione durante tutto il suo percorso. Parliamo ovviamente di The Banner Saga, opera di un piccolo team indipendente di nome Stoic. Dopo una campagna di finanziamento riuscitissima su Kickstarter, gli sviluppatori hanno voluto mostrare lo stato dello sviluppo offrendo una versione free to play e online del titolo su Steam chiamata The Banner Saga: Factions, e ora finalmente ci hanno messo a disposizione un codice preview dedicato alla campagna in singolo. Lo abbiamo provato a fondo, e cercheremo di capire insieme a voi se il potenziale enorme di questo interessante strategico a turni è ancora tutto lì.
Più forte di un vichingo, c’è solo un vichingo gigante con le corna
Nella creazione di The Banner Saga i programmatori hanno precisato di essersi ispirati stilisticamente ai lavori di Don Bluth e ai film Disney. Non pensiate però nemmeno per un momento di trovarvi davanti a un mondo idilliaco e ricco di gioia: l’ambientazione dell’opera di Stoic è fredda e inospitale, un mondo dove da tempo non splende il sole per ragioni ignote, e dove la razza umana convive in modo piuttosto teso con degli enormi giganti guerrieri chiamati Varl. 
Lo stendardo nel nome del gioco è quello che accompagna le carovane di rifugiati, su cui è abitudine cucire tutto ciò che accade a un gruppo di viaggiatori. Nella campagna principale il giocatore prenderà il controllo di un ricco cast di personaggi, tutti impegnati a fuggire dai terribili Dredge, una antica razza di esseri umanoidi corazzati che già aveva portato morte e distruzione in passato, ed è tornata a mietere vittime per ragioni ignote. 
Distaccandosi dai canoni del genere di appartenenza, che normalmente offre all’utente più missioni tra cui scegliere e uno sviluppo libero delle classi e dei personaggi, The Banner Saga opta per una formula molto più lineare e story driven. La campagna si snoda infatti tra varie cittadine e capitoli, nei quali i protagonisti e le classi utilizzabili sono già prestabiliti. Questo limita la personalizzazione delle proprie truppe, ma non elimina la libertà del giocatore, poiché ad ogni “fermata” della propria carovana ci si ritrova a dover operare delle scelte che possono influenzare sensibilmente l’andazzo della storia e il destino di alcuni personaggi.
Non mancano nemmeno degli elementi gdr, e di battaglia in battaglia vedrete i vostri eroi salire di livello e potenziarsi, con la possibilità di scegliere le statistiche da migliorare e gli oggetti da equipaggiare in battaglia.
Proprio parlando di battaglie si arriva al fulcro di The Banner Saga. Quando abbiamo citato Final Fantasy Tactics non l’abbiamo fatto a vanvera, poiché anche qui il sistema è a turni con visuale isometrica, e gli scontri dipendono moltissimo dalla combinazione tra classi e dallo sfruttamento ponderato delle loro capacità. Avrete a disposizione poderosi tank che potranno assorbire colpi per qualche turno, cacciatori capaci di colpire sia dalla lunga che dalla corta distanza, arcieri, e varianti di guerriero specializzate nel combattimento contro squadre di nemici o nell’eliminazione del singolo avversario. 
Al momento queste classi sono ancora piuttosto limitate, ma ci aspettiamo di vederle aumentare di numero nel prodotto finito, e ci sono parse ben calcolate. Le abilità sono utili, il bilanciamento è più che degno (seppur certe abilità siano spaventosamente efficaci se usate al momento giusto) ed è importante gestire a dovere il posizionamento delle unità, anche a causa della massa dei Varl, che occupano ben quattro caselle e possono quindi venir attaccati da numerosi nemici contemporaneamente.
La peculiarità primaria di questo sistema risiede nella convivenza dei punti vita e dei punti armatura nella resistenza dei vari combattenti. Ogni guerriero affrontato avrà una corazza, che andrà eliminata per poter infliggere danni seri. Considerando che alcune classi sono pensate per essere devastanti solo contro avversari privi di protezione, o che certe abilità sono volutamente dedicate alla rottura delle corazze, è obbligatorio alternare attacchi ai punti vita a colpi spacca armature, o si soccombe in fretta. 
A queste finezze vanno poi ad aggiungersi un indebolimento graduale degli attacchi per ogni punto vita perso, e la risorsa della “forza di volontà” che può venir consumata per fare importantissimi danni extra ai nemici. 
Con tali fondamenta, a difficoltà normale The Banner Saga offre un discreto livello di sfida, e costringe a combattere con criterio. Gli eroi, peraltro, restano feriti per alcuni giorni se sconfitti in battaglia, e andranno pertanto tenuti d’occhio anche in assenza della permadeath. 
La bellezza di uno stendardo
Tecnicamente il gioco di Stoic stupisce con la sua bellezza. Non siamo davanti a una dimostrazione di potenza grafica eccezionale, o a meraviglie tecniche rivoluzionarie, ma la volontà dei creatori del titolo di avvicinarsi alle opere della Disney è stata rispettata appieno. Le animazioni durante gli scontri sono semplici e fluide, i disegni sono belli e definiti, e si muovono con grazia negli intermezzi dove la carovana si sposta tra le lande innevate. Le ambientazioni sono estremamente ispirate, e le musiche, opera del già osannato e citato Wintory, accompagnano tutto alla grande. 
Anche i dialoghi sono ben scritti e la trama nella sua semplicità risulta coinvolgente.
Se a tanta bontà si aggiungono anche alcuni elementi gestionali legati alle risorse per il viaggio, e al numero di guerrieri e civili presenti nella carovana, si ottiene un titolo ricco e di ottima fattura, che sembra capace di sfruttare a dovere le sue caratteristiche.
Certo, non è tutto perfetto: il ritmo è piuttosto lento, ci sono solo salvataggi automatici con checkpoint molto distaccati, e alla lunga (la campagna dovrebbe durare all’incirca una decina di ore) le meccaniche potrebbero stancare se non dovessero arrivare classi aggiuntive e avversari degnamente diversificati, anche in virtù delle limitazioni imposte nella scelta degli eroi e delle battaglie. Starà agli sviluppatori usare al meglio il tutto per creare un gdr tattico indipendente di qualità. Dopo il nostro primo assaggio approfondito siamo dell’idea che possano farcela e, sinceramente, ci speriamo di brutto.

– Combattimenti tattici e impegnativi

– Stile grafico unico

– Ambientazione riuscita

Stilisticamente unico e dotato di un gameplay classico ma ricco di ottime idee, il lavoro di Stoic ci ha piacevolmente sorpreso. The Banner Saga è un’opera ricca di potenziale, che potrebbe facilmente trasformarsi in uno strategico imperdibile per gli appassionati del genere, con qualche modifica alla campagna e una manciata di contenuti in più. Mancano ormai pochi mesi all’uscita di questo interessantissimo titolo indipendente. Speriamo di cominciare l’anno prossimo nel migliore dei modi.

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