Anteprima

Shadows of the Damned

Avatar

a cura di drleto

San Francisco – Tra i tanti titoli presentati da Electronic Arts ai margini della GDC 2011 se ne poteva trovare uno dal sapore non propriamente occidentale, capace quindi di distaccarsi nettamente da tutto quello che il colosso canadese ci ha solitamente proposto. Non a caso a presentarlo vi erano due sviluppatori nipponici, i cui nomi causano le palpitazioni dei giocatori più sensibili: Shinji Mikami e Goichi “Suda 51” Suda. I due programmatori, conosciutisi ai tempi di uno dei fab 5 originariamente pensati come esclusiva GameCube, Killer7, tornano a collaborare sotto etichetta EA per creare quello che a loro detta è un punk rock psychological action thriller. Sembra strano, ma la definizione data dal duo calza alla perfezione per Shadows of the Damned, un delirante e violento viaggio nel subconscio di Garcia Hotspur, carismatico protagonista di origini messicane.

Ispirazioni, o meglio citazioniChi conosce bene i lavori dei talentuosi sviluppatori giapponesi saprà che amano infarcire i loro giochi di citazioni più o meno velate a praticamente tutto quello che colpisce la loro immaginazione. Killer7, titolo che per molti versi assomiglia a Shadows of the Damned, è infatti il delirante e psichedelico viaggio nella mente di Harman Smith, personaggio dalla personalità multipla in qualche modo ispirato all’omonimo gruppo rock inglese degli anni ’80 e allo stesso modo il titolo Grasshopper/EA è infarcito di citazioni più o meno evidenti agli altri titoli del duo, a Metal Gear Solid, a Silent Hill (anche grazie alle musiche di Akira Yamaoka, ex-sound designer di Konami) a Rodriguez e Tarantino e, perché no a, Dark Sector, discreto action in terza persona di qualche anno fa.L’intreccio narrativo non è particolarmente originale: Garcia deve recuperare la propria amata rapita e soggiogata da un esercito di dannati. Tanto basterà per far intraprendere al protagonista un folle viaggio nel proprio subconscio, maneggiando Johnson, un demone che Garcia usa nei più svariati modi, dalla bocca da fuoco alla torcia. Sarà infatti attraverso lo sfruttamento della luce che il protagonista potrà salvare la propria amata. Ludicamente stiamo parlando di un Action Combat Puzzle alla Resident Evil 4, ma decisamente più dinamico grazie alla possibilità muoversi anche mentre si sta prendendo la mira. Il ritmo e l’incedere non saranno però paragonabili agli action in terza persona dell’ultima generazione (Gears of War o Uncharted tanto per fare due nomi) vista la comunque relativa staticità di Shadows of the Damned, ad una telecamera molto più ravvicinata nel titolo Grassopher e alla mancanza di coperture. Quello che ne viene fuori è una sorta di Killer7 libero però da binari nel quale dovremo essere bravi a sfruttare il nostro armamentario per sconfiggere le orde avversarie e risolvere i semplici puzzle ambientali che troveremo sparsi per i livelli. I mostri affrontati non potranno che essere deliranti scheletri o zombie grondanti litri di sangue, da crivellare di colpi, prima di farli esplodere con spettacolari finisher. I boss di fine livello saranno ovviamente enormi e ci attaccheranno tramite un pattern prefissato, che una volta imparato ci permetterà facilmente di abbatterli. Durante la nostra prova il gigante che abbiamo incrociato era il tipico nemico capace di caricare gli avversari frontalmente. Il nostro compito era quello o di schivalo e trafiggerlo alle spalle approfittando del suo disorientamento o di interromperne il movimento sfruttando lo sparo secondario dell’arma, molto più potente ed in grado di stordire il nemico, in modo da aggirarlo e colpirlo nel punto debole. Forse non originale, ma efficace.I puzzle incontrati erano invece legati al ritrovamento di speciali interruttori, che una volta premuti consentivano di accedere all’area successiva. Il level design appare infatti piuttosto lineare, senza particolari costruzioni o innovazioni, se non alcune zone intermedie da superare solo grazie all’assunzione di alcool, fondamentale per far mantenere al protagonista questo stadio di in/sanità mentale.

PsichedelicoSe ci mettessimo a contare il numero di poligoni a schermo, Shadows of the Damned non ne uscirebbe particolarmente bene: il lavoro Grasshopper non riesce infatti a tenere il passo con le ultime produzioni viste su console, per via di modelli piuttosto legnosi e non particolarmente definiti e complessi, oltre che una costruzione dei livelli piuttosto lineare e spoglia. Discorso completamente opposto per quanto riguardo lo stile visionario del titolo EA: la mano di Suda 51 si vede tutta e Shadows of the Damned, grazie ai colori elettrici, alla dose massiccia di sangue, alle budella spappolate e alla grottesca eccessività di alcuni dialoghi e scene, riesce immediatamente a colpire il giocatore e rimanere impresso nella memoria.Discorso non troppo dissimile per il comparto sonoro caratterizzato da musiche e doppiaggio esageratamente stereotipati, tanto da suscitare immediatamente ilarità ed empatia per i protagonisti.Un grosso punto di domanda è legato alla longevità: sapranno i due geniali designer creare una storia abbastanza lunga ed intrigante da tenere i giocatori incollati allo schermo per un numero sufficiente di ore?

– Folle

– Stile unico

– E’ il parto di due menti geniali

Shadows of the Damned è un prodotto particolare che sintetizza l’eredità di Mikami e Suda restituendoci un mondo di gioco folle, psichedelico ed estremamente affascinante e divertente. Chi ha giocato a Killer 7 saprà vagamente a cosa ci stiamo riferendo, visto che anche dal punto di vista del gameplay il titolo Grasshopper si rifà al capolavoro Capcom. Molti anni sono però passati dall’era 128 bit e la più grossa sfida che Shadows of the Damned dovrà superare sarà la capacità di tenere incollato il giocatore grazie ad una storia sì stravagante, ma che deve essere anche lunga ed appagante. Non manca ancora molto al 7 giugno, data d’uscita del gioco. Rimanete dunque con noi, per ogni novità.

👋 Partecipa alla discussione! Scopri le ultime novità che abbiamo riservato per te!

0 Commenti

⚠️ Stai commentando come Ospite. Vuoi accedere?


Questa funzionalità è attualmente in beta, se trovi qualche errore segnalacelo.